Missili Bush a Roma di Tito Sansa

Bush a Roma Ieri sera il primo incontro con Fanf ani a Palazzo Chigi Bush a Roma Il vicepresidente americano è arrivato con quattro ore di ritardo: una tempesta di neve lo aveva bloccato in Germania - La prima dichiarazione: «La proposta a Mosca di eliminare le armi micidiali non ha carattere ultimativo, prendere o lasciare» - Domani da Pertini e dal Papa ROMA — Sbarcato a Roma ieri sera con quattro ore di ritardo, il vicepresidente americano George Bush ha immediatamente rinnovato, parlando alla stampa a Palazzo Chigi, l'offerta all'Unione Sovietica di accettare la -opzione zero» per i missili nucleari a media gittata. Nulla di nuovo oltre quanto l'inviato di Ronald Reagan aveva detto nei giorni scorsi a Bonn, a Berlino. all'Aia, a Bruxelles e a Ginevra. Salvo un'appendice conciliante e possibilista, quando ha aggiunto, dando particolare peso alle proprie parole «la nostra non è una proposta da prendere o da lasciare». In sostanza, dopo avere avvertito (soprattutto a Bruxelles) alcune incertezze degli alleati europei nella Nato nei confronti dell'atteggiamento intransigente degli Stati Uniti, il vicepresidente ha fatto intendere da Roma che il negoziato di Ginevra tra gli americani e i sovietici è aperto a soluzioni intermedie. Come del resto aveva preconizzato la diplomazia italiana. A Palazzo Chigi George Bush è stato accolto dal presidente del Consiglio Amintore Fanfani, con il quale si è ritirato dopo le 21 per un primo colloquio. Sovvertito il pro'gramma. i due uomini di Sta-, to si rivedranno oggi e domani, ha detto Fanfani. per -occuparci dei problemi della pace nel mondo e di quelli economici^. Nella sua risposta, il vicepresidente americano ha messo in evidenza che -le reIasioni tra Usa e Italia non so no state mat (e ha ripetuto due volte la parola mai) migliori di quanto lo siano state oggi. L'Italia è tra i membri più forti dell'Alleanza Atlantica e tra gli amici più. vicini-. Dopo avere ricordato il con tributo del nostro Paese per una -evoluzionepositiva» nell'area mediterranea. Bush ha porto a Fanfani il ringraziamento personale del presi dente Ronald Reagan, in par ticolare per l'impegno italiano nelle trattative Est-Ovest, in quelle per il Medio Oriente e per la riduzione degli armamenti. Era previsto che Bush dedi casse un lungo passaggio della sua dichiarazione all'incontro che avrà domani in Vaticano con Giovanni Paolo II. dopo aver visto Pertini. Parlando a Palazzo Chigi, stretto dal tempo, ha dedicato alla vi sita a Sua Santità una breve frase: «Sono onorato di questo incontro, percìié ritengo che Gioiwnni Paolo II sia mia delle persone die abbia la più alta comprensione per la dimensione della minaccia delle armi». Ritornato sul tema della pace attraverso la sicurezza, quello che lo ha portato a peregrinare per l'Europa, ha ri cordato che - l'Unione Sovieti ca ha schierato negli ultimi anni centinaia di missili che hanno come bersaglio il cuore dell'Europa» e «si è rifiutata ripetutamente e con intransigenza- di smantellarli. Ora, ha aggiunto Bush, -noi proponiamo all'Unione Sovietica che si unisca alla Nato per mettere al bando questo tipo di armi-. Ha concluso dicendoche «i nostri due Paesi collaborano spalla a spalla e mi preparo con viva soddisfazione a questi nostri colloqui». Bush era rimasto bloccato per diverse ore in Germania da una tempesta di neve, che ha ritardato e sconvolto il programma della sua visita a Roma preparato con meticolosa precisione. Atteso per le 16.10 di ieri, l'inviato di Ronald Reagan è arrivato a Roma appena alle 20.15 all'aeroporto di Ciampino dove ad accoglierlo era 11 ministro degli Esteri Emilio Colombo. In meno di 20 minuti il corteo di automobili, aperto da una lunga limousine nera con le bandiere americana e italiana, ha coperto il percorso da Ciampino a Palazzo Chigi Da Norimberga, dove era giunto in mattinata a bordo dell'aereo -Air Force 2», proveniente da Ginevra, Bush si era recato in elicottero alla base di Camp Gates. avamposto delle truppe americane in Europa a ridosso della -cortina di ferro», a sottolineare ancora una volta in forma dimo¬ strativa la solidarietà degli Stati Uniti con la Germania federale. Visitato il villaggio di Moedlareuth, nei pressi della wagneriana Bayreuth, chiamato «piccoia Berlino», perché come l'ex capitale è diviso da un muro, Bush è risalito sull'elicottero Insieme con il ministro tedesco della Difesa, Manf red Woerner. A questo punto si è scatenata la tempesta di neve e l'elicottero è stato costretto a un atterraggio di emergenza presso la base americana di Blndlach. Qui il vicepresidente e 11 suo seguito sono ripartiti in automobile per Norimberga, dove era in attesa Ì'-Air Force 2», mentre Palazzo Chigi informava che l'arrivo di Bush sarebbe avvenuto -non prima delle 18,30». Ma l'avventura di Bush non era finita. La tormenta aveva accumulato la neve fino a quasi 50 centimetri di altezza e le pesanti vetture americane, non attrezzate, hanno dovuto arrendersi. Per raggiungere Norimberga, il vicepresidente americano ha dovuto ricorrere al buon vecchio treno. Tito Sansa