Fuggono in canoa dalla Nigeria In Ghana li aspetta la carestia

Fuggono in canoa dalla Nigeria In Ghana li aspetta la carestia Partiti ieri gli aiuti italiani: in settimana un ponte aereo Fuggono in canoa dalla Nigeria In Ghana li aspetta la carestia NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE ACCRA — La situazione va migliorando alle frontiere nigeriane: secondo notizie di Radio Lagos, confermate dalle organizzazioni internazionali, 11 transito di Aflao. tra Nigeria e Togo, è quasi tornato alla normalità, dopo i drammatici affollamenti dei giorni scorsi, quando migliala di «immigrati clandestini» cacciati dal governo di Lagos cercavano di varcare il confine. Ma un'ultima ondata di profughi è attesa nelle prossime 48 ore. Le condizioni dei ghanesl espulsi — complessivamente, secondo le stime occidentali, da un milione e mezzo a due milioni di persone — restano difficilissime. In Togo e nel Benin continua la loro lenta marcia verso il Ghana: decine di migliala di persone, stremate dalla fame e dal freddo, particolarmente pungente nelle notti tropicali. I ghanesi, raggiunti dai giornalisti occidentali, continuano a narrare storie di atroce violenza: bambini morti per strada, donne stremate dalla fatica, uomini e vecchi calpestati e derubati. A migliala, nelio ultime ore. hanno raggiunto il Ghana camminando sette giorni e sette notti attraverso la boscaglia e si sono accasciati, non appena arrivati, con 1 piedi ridotti a una plaga informe I e purulenta e il ventre rigon¬ fio per la mancanza di cibo. Altri sono arrivati in canoa, sfidando la distanza e l'oceano. I morti, secondo stime delle organizzazioni internazionali, sarebbero almeno ottantamila. Ma è presto, si aggiunge, per conti precisi. II dramma, ormai, si è spostato nel Ghana. Un Paese poverissimo, che da sempre ha difficoltà a sfamare i suoi dodici milioni d'abitanti, costretto all'improvviso e riceverne centinaia di migliaia. Il problema alimentare è diventato ormai assillante per il governo di Accra, che già teme contraccolpi politici. Qualcuno, dice 11 capitano Rawling. al potere da oltre due anni, ne approfitterà per cercar di rovesciare 11 regime militare. Nei dintorni della capitale, Accra, sono state preparate due immense tendopoli; altre tre sono sorte nelle province vicine al confine. E dall'estero stanno giungendo ingenti aluti, medicine e viveri a tonnellate; importanti, certo, ma non sufficienti a scongiurare la fame e le malattie di una popolazione stremata. Rientrati in patria, i profughi ghanesi non hanno dunque finito di soffrire. Dopo essere stati censiti dalle autorità di polizia, possono lasciare i centri di raccolta e rientrare, a piedi o con mezzi di fortuna. ai propri villaggi. Attraversando le grandi paludi delle province meridionali del Ghana, questa enorme massa umana deve sfamarsi con quanto riesce a trovare: qualche noce di cocco e poca manioca. Denutrizione, dunque. E condizioni igieniche drammatiche: la Croce Rossa di Lomé ha già lanciato nei giorni scorsi un grido d^allarme. non raccolto dalle autorità ghanesi per mancanza di attrezzature e medicinali; c'è pericolo di epidemie, ha ammonito, di colera — molto frequente nella fascia equatoriale del Golfo di Guinea — e febbre gialla. Nessuno, qui. è vaccinato. Quando infine riescono a raggiungere le loro case, dove ritrovano i familiari rimasti in Ghana. 1 profughi si accorgono di non essere i benvenuti^e. st.