De Michelis: «Facciamo luce sui rapporti esteri dell'Eni» di Stefano Lepri

De Michelis: «Facciamo luce sui rapporti esteri deli'Eni» Il ministro delle Partecipazioni statali alla Commissione bilancio Camera De Michelis: «Facciamo luce sui rapporti esteri deli'Eni» F0RAD0P. oSi indagherà sulle consociate straniere dell'Agip per le quali potrebbe essere passata la tangente Eni-Petromin» ENOXY. «Fu un buon affare» • DI DONNA. Non avrebbe «responsab'ilità personali sulle perdite Eni nel crack Ambrosiano» ROMA — Di clu e la colpa se l'Eni ha perso decine di miliardi nel crack Ambrosiano? Non è di Leonardo Di Donna, sostiene il ministro delle Partecipazioni Statali Gianni De Michelis; casomai è dell'ex responsabile finanziario, l'immediato sottoposto di Di Donna. Florio Fiorili!. I misteri delle società finanziarie estere del gruppo Eni. crocevia vero o presunto di lutti eli scandali degli ultimi anni, sono stati l'argomento principale del lungo discorso che il ministro socialista ha pronunciato ieri davanti alla Commissione bilancio della Camera. E' stato un discorso d'attacco, leso ad affermare che. se ci sono stati affari loschi, non possono essere fatti risalire a uomini legati al psi. I misteri sarano svelati? De Michelis ha promesso chiarezza, attraverso quella riorganizzazione di tutto il settore finanziario estero dell'Eni che si doveva fare da qualche tempo e nou e stata fatta; ha consegnalo alla Commissione, che dà inizio a una indagine, casse di documenti: - Tutti quelli che ho-, sostiene. Il ministro delle Partecipazioni Statali ha ricevuto una lode dal vicepresidente del gruppo de Paolo Cirino Pomicino, amico politico di Giulio An dreotti. che fu il bersaglio non tanto occulto dei socialisti craxiaru nello scandalo Eni Peiromin del 1979. E' stato Andreotti. un mese fa. a tirare fuori il nome della Foradop. società svizzera che potrebbe aver a che fare con documenti sullo scandalo. Ieri Cirino Pomicino si è complimentato con De Michelis per che -ha contenuto- che è ne cessarlo indagare sull'attivi tà delle società Foradop e leoc non solo per la questione Eni Petromln». Lo scambio di messaggi fra socialisti ed An dreotliani si infittisce con la risposta che ieri l'ex presiden te del Consiglio ha inviato a Di Donna sul caso Foradop. Andreotti scrive di essere contento perché non gli si at tribuisce un -atteggiamento ntisocialista- nelle sue ri•hicste di lare luce, e nello stesso tempo amareggiato perche si e perduto molto tempo -bloccando l'indagine*. La polemica si fa evidente quando Andreotti aggiunge che il vertice Eni avrebbe potuto sapere -e quindi comunicare a elli di dovere la ifrità sulla società Sophilau con annessi e connessi da Sophilau e sospettata di aver incassato le tangenti e Di Donna taceva parte del vertice Eni. ndr). E' una pista buona quella della Foradop. per le (angeli- ti? De Michelis non lo esclude: sostiene che il ministero non conosceva neppure l'esistenza di questa società di diritto svizzero, che non appartiene al gruppo Eni. Essa risulta controllata da una fiduciaria del Credito Svizzero e opera a Lugano. La Foradop ha però due caratteristiche più bizzarre del suo nome: di tenere i conti, ossia ciò che più difficilmente si atiiderebbe ad altri, di alcune società estere controllate dall'Agip (leoc. Agip overseas. Agip Africa) e di essere stata seni pie direna da uomini Agip. Proprio dell'Agip. la società caposettore petrolifera del gruppo Eni. De Michelis si è occupato a lungo. (I socialisti fanno notare che non è stata mal diretta da uomini della loro area). Dopo la crisi del '73, una serie di fenomeni nuovi - hanno richiesto la crescente flessibilità e internazionalizzazione delle grandi compagnie petrolifere- e le gestioni finanziarle estero su. estero sono diventate sempre più Importanti. C'era dal '77 il piano di ricondurre a unità tutte le finanziarie estere del gruppo Eni, comprese quelle dipendenti dalle singole società e soprattutto dall'Agip. ma è andato avanti con grande lentezza. Nel frattempo, per una serie di molivi, le finanziarie estere del gruppo si trovavano a gestire una liquidità molto abbondante. Una parte di questa liquidità e stata impiegata a favore del Banco Ambrosiano, coinvolgendo l'Eni nel crack Calvi: un episodio legato a insinuazioni su presunte tangenti al psi. De Michelis ha detto clie la perdita, secondo le no¬ tizie più recenti, dovrebbe ammontare a circa 110 miliardi di lire, metà di quanto si era temuto. Nella vicenda, a giudizio del ministro, va esclusa una -responsabilità soggettiva e particolare- di Di Donna, allora vicepresidente Eni (con deleghe per la Finanza, ndr). Il responsabile finanziario. Fiorini, chiese il permesso al presidente Alberto Grandi por l'operazione con l'Ambrosiano, ma poi la realizzò in modo diverso da quello approvalo. De Michelis ha anche difeso l'accordo ora naufragato fra l'Eni e l'Oecidental Petroleum per la chimica, l'affare Enoxy: -chi dice che era un cattivo affare, dice una sciocchezza-. Il ministro delle Partecipazioni Statali ha messo a disposizione della Commissione una sintesi del lesto dell'accordo, sostenendo però che se si prendesse l'abitudine di divulgare i particolare delle joint-ventures con privati il prestig.o e l'affidabilità come soci delle aziende pubbliche italiane ne sarebbero danneggiati. Stefano Lepri Roma. Il minisi™ Oc Michelis in compagnia di Di Donna

Luoghi citati: Africa, Lugano, Roma