«No» a pci e Flm come parti civili al processo per l'omicidio Rossa

«No» a pei e Firn come parti civili al processo per l'omicidio Rossa La decisione della Corte d'assise di Genova che giudica 21 brigatisti «No» a pei e Firn come parti civili al processo per l'omicidio Rossa Nonostante il parere del delitto br, partito favorevole del pubblico ministero i giudici hanno escluso che, a causa comunista e sindacato avessero subito la lesione di un interesse diretto DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE GENOVA — Con una decisione che non mancherà di suscitare qualche polemica, la Corte d'assise ha respinto Ieri la richiesta avanzata dal pei, dalla Firn e dal Consiglio di fabbrica dell'Italsider di costituirsi parte civile nel processo contro 1 brigatisti rossi accusati dell'assassinio di Guido Rossa, iscritto alla Cgil e militante comunista. I giudici hanno escluso che il partito comunista e gli organismi sindacali avessero subito, a causa del delitto, la lesione di un interesse diretto o che fossero stati colpiti nei loro beni e nell'esercizio delle loro attività Istituzionali o che, comunque, fosse stata offesa la loro personalità. La decisione è stata presa dopo una camera di consiglio durata oltre tre ore e caratterizzata con ogni probabilità da un dibattito molto acceso. C'era, da un punto di vista generale, il precedente costituito dall'ordinanza della Corte d'assise di Roma che nel processo per il sequestro e l'assassinio di Moro aveva ritenuto la democrazia cristiana legittimata a costituirsi parte civile. C'erano da prendere in esame, in particolare, le argomentazioni svolle, dai legali che rappresentavano gli Interessi del pei e del sindacato (Smuraglia, Ricci e Vernazza). Secondo queste argomentazioni esisteva uno strettissimo legame tra 11 coraggioso gesto di denuncia compiuto da Guido Rossa, la sua militanza politica e sindacale e il suo assassinio da parte degli eversori, sicché l'assassinio danneggiava l'immagine, la credibilità, il prestigio, la stessa attività di proselitismo e di propaganda del partito e del sindacato. C'era da prendere in considerazione, infine, l'intervento del p. m., Pio Machiavello, favorevole all'am¬ missibilità del pei e della Firn, ma non del Consiglio di fabbrica. Ma sia 11 precedente costituito dal caso Moro, sia gli interventi del legali e del rappresentante della pubblica accusa non sono stati giudicati sufficienti dalla Corte. I giudici hanno reso ampio riconoscimento all'attività svolta dal pel e dalle organizzazioni sindacali per isolare il terrorismo e avviarlo sulla strada della sconfitta definitiva, hanno affermato che certamente Guido Rossa aveva compiuto -quel gesto di coraggio civile che gli era costato la vita in quanto militante comunista e attivista sindacale», ma non sono andati oltre, .non hanno ritenuto che simili riconoscimenti di natura politica e morale potessero avere influenza sul problema tecnico-giuridico della legittimazione a costituirsi parte civile. -Il pei — hanno detto i giudici — quale parlilo democratico inserito nel quadro costituzionale persegue fini di carattere generale e ciò può costituire una remora alla legittimazione processuale; le organizzazioni sindacali tutelano gli interessi economici, professionali e morali dei lavoratori e possono costituirsi parte civile soltanto quando siano coìnmessi reati che ledano i beni da loro difesi». La discussione sull'ammissibilità delle parti civili e l'at¬ tesa per la pronuncia della Corte hanno dominato l'udienza di ieri durante la quale 1 brigatisti detenuti (sono 21 e devono rispondere complessivamente di sei omicidi) hanno elaborato documenti che con ogni probabilità vorranno leggere nei prossimi giorni. Vincenzo Guagliardo e Nadia Ponti, due «militaristi* dell'organizzazione criminale, hanno chiesto e ottenuto dal presidente dell'assise il permesso di recarsi nella gabbia degli esponenti del .partito della guerriglia... E 11 hanno discusso a lungo. E' il segno di una «distensione., tra i due gruppi in cui, da tempo, si è divisa la banda armata? ci. gr.

Persone citate: Guido Rossa, Nadia Ponti, Ricci, Smuraglia, Vernazza, Vincenzo Guagliardo

Luoghi citati: Genova, Roma