Reagan cerca alleati in Europa e Oriente di Ennio Caretto

Reagan cerca alleati in Europa e Oriente La doppia missione di Bush e Shultz Reagan cerca alleati in Europa e Oriente Gli Usa vogliono presentarsi uniti con gli europei alle trattative con PUrss e salvare l'amicizia con Tokyo e Pechino - Sortita del co' mandante Nato, Rogers; l'opzione zero ci metterebbe in difficoltà DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — L'offensiva diplomatica in Europa e in Asia avviata da Reagan con le missioni del vicepresidente Bush e del segretario di Stato Shultz ha un obiettivo più immediato che non l'opzione zero o 1 commerci. A breve scadenza, 11 blitz reaganiano è diretto a bloccare il tentativo del Cremlino, impostato da Breznev e compiuto con abilità da Andropov, di staccare gli alleati europei dagli Stati Uniti, e di esasperare le tensioni esistenti tra Washington e Tokyo e tra gli Usa e la Cina. Esso segna la ripresa dell'iniziativa da parte americana Nonostante le ottimistiche affermazioni in contrario, nello scenario Usa l'83 è destinato a concludersi senza accordi sul disarmo a causa dei sovietici. Le speranze dell'82 di un sollecito compromesso sono tramontate quando Mosca ha bocciato inesorabilmente il piano di Nitze e di Kvitsinski dello scorso luglio, che stabiliva 75 nuovi missili per parte. Come previsto, dal prossimo dicembre la Nato è chiamata a installare i primi Pershìng e Crime. Occorre lare quadrato e accelerare i tempi, pur nella consapevolezza che potrebbe seguirne Yescalation degli armamenti: secondo i reaganautl, non esiste alternativa. Il blitz diplomatico di Reagan nasce dalla persuasione che l'Urss non negozierà con serietà la riduzione delie armi di teatro in Europa e in Asia se non quando la Nato comincerà a installare i Pershing e i Cruise, e che pertanto è impossibile la firma di un trattato entro la fine dell'anno. Le missioni di Bush e di Shultz non sono intese a riaffermare l'opzione zero a tutti i costi: è anzi chiaro che gli Stati Uniti sono pronti a un accordo diverso, .intermedio». La duplice offensiva mira da un lato a cementare la solidarietà atlantica, che significa rispetto degli impegni assunti per la messa a punto degli euromissili: e dall'altro a sviluppare l'alleanza militare col Giappone e riallacciare il dialogo della superpotenza con la Cina per la stabilità dell'Asia. Queste cose le hanno dette ieri con fermezza, oltre a Bush all'Aia, anche il Presidente durante un viaggio in aereo da Washington a St. Louis, il sottosegretario di Stato Eagleburger in un discorso alle comunità ebraiche americane, e il comandante in capo delle forze armate della Nato Rogers in uh simposio a Davos in Svizzera. Non senza ingenuità, il Presidente ha dichiarato di aver voluto semplicemente difen¬ dere la validità dell'opzione zero con la sua offerta di incontrarsi con Andropov. «Ho cercato di riaffermare la volontà di disarmo americano — ha dichiarato — e smascherare la propaganda dell'Urss, che invertendo le parti si presenta.come portatrice di pace e denuncia come espedienti le nostre proposte». Al Dipartimento di Stato, Eagleburger ha parlato con maggiore precisione. Il sottosegretario ha sostenuto che un rinvio nell'installazione dei Pershing e dei Cruise in Europa allo scopo di facilitare un accordo coi sovietici a Ginevra « segnerebbe l'inizio della fine per la Nato-. -Se l'Urss sapesse die noi o gli alleati esitiamo ad attuare le decisioni prese — ha ammonito —, assumerebbe un comportamento sempre più aggressivo ogni qual volta tentassimo di reagire alle sue provocazioni-. Nel simposio di Davos, il generale Rogers, appena confermato in carica da Reagan per i prossimi due anni, è andato ancora oltre, facendo una dichiarazione che lo ha messo in contrasto col Presidente, e che gli costerà probabilmente l'appunto della Casa Bianca. Rogers ha detto di es sere contrario all'opzione ze ro perché essa farebbe cadere il peso della difesa dell'Europa sulle forze convenzionali, in cui la Nato è enormemente inferiore al Patto di Varsavia. Il generale ha deprecato che la politica militare abbia messo l'Alleanza atlantica nella posizione di dover ricorrere all'arsenale atomico per respingere un eventuale attac co dell'Urss. Sorregge i reaganauti nell'offensiva diplomatica In Europa e in Asia la persuasione che, una volta messa con le spalle al muro, l'Urss accette rà un compromesso e rilancerà i rapporti Est-Ovest. Come essi non vogliono cedimenti sul fronte europeo, cosi non ne vogliono su quello asiatico. Ennio Caretto