Il testo suicida non sopportava il legame con il «caso Italicus» di Vincenzo Tessandori

il testo swcjffa non sopportava il legame con il «caso Ifafjcus» Il commento a Reggio Emilia; «Un'altra vittima nella tragedia della galleria» il testo swcjffa non sopportava il legame con il «caso Ifafjcus» dal nostro inviato speciale I dREGGIO EMILIA — Dice il procuratore della Repubblica, dottor Elio Bevilacqua: .E' prematura qualsiasi conclusione, ma si avverte in questa vicenda la paura dell'uomo che ha una immagine pubblica molto precisa di essere immischiato con persone e situazioni torbide-. Fu funzionario di partito scrupoloso, attento alla forma non meno che alla sostanza, forse anche disposto a sacrificare un'amicizia per seguire la linea che si era imposto. E tutto ciò. ai suoi occhi, rischiava di finire in frantumi per una convocazione come teste in corte d'assise nel processo sulla strage dell'Italicus, agosto 1974. Era un fatto, quello, sul quale Ennio Scolari, 48 anni, docente di estetica alla facoltà di Magistero di Bologna, comunista da vent'anni, dirigente del partito, ha disperatamente Cve«idqpriddvdsuPtrzizitigadtongn dichiarato di non saper nulla. Come altri, era stato scaraventato nel processo da una «informativa» anonima redatta nell'autunno '74 e della quale da allora nessuno aveva più parlato. Secondo quella carta indirizzata al questore di Reggio, dott. De Pranclsci, oggi capo dell'Uclgos, una traccia doveva essere privilegiata nelle indagini della strage sul treno: sul foglio il nome del regista Pietro Formentini, da anni trasferito a Roma, un'indicazione di esplosivo e l'informazione che questo sarebbe partito da Reggio per Roma venti giorni prima dell'attentato. Notizie precise le avrebbe avute Francesco Sgrò, un bidello d'Università, allora molto attivo nel dare informazioni su presunte piste rosse che gli sarebbero poi costate denunce e condanne. Formentini, si diceva, avrebbe abitato nell'appartamento attiguo a quello di Sgrò e avrebbero frequentato casa sua anche il poeta e avvocato Corrado Costa, un maestro, Fier Giorgio Valeriana una ragazza, Graziella Santucci e Scolari: la «pistaera pronta ma forse fu subito ritenuta poco attendibile, nessuno fu interrogato ed il fascicolo è rimasto In fondo ad un cassetto fino all'8 dicembre scorso, quando 11 regista è stato chiamato a testimoniare in aula. Da quel giorno Ennio Scolari ha saputo di essere finito in una sporca storia e da allora si è tormentato nel timore di non riuscire a fronteggiare la situazione 'La sua visione politica era quella dell'ortodossia del pei-, conferma Corrado Costa che è stato difensore di Brigate rosse, poi a sua volta imputato, infine prosciolto e che oggi deporrà davanti alle assise bolognesi «su che cosa non so». La sua convocazione era giunta a casa di Scolari venerdì scorso, ma soltanto l'indomani il figlio Federico, quindicenne, gliela aveva comunicata, a Plnzolo, nel Trentino, dove era in vacanza per ritemprarsi. Era tornato a Reggio, sconvolto ormai dall'idea di dover entrare in un'aula di tribunale. Ha indirizzato una lettera alla segreteria del pei, ha scritto a tre amici, il dott. Fabio Gabbi, anche suo medico, al prof. Emilio Mattioli e al giudice Giovanni Losavlo. ha poi scritto al procuratore della Repubblica di Reggio, al presidente della Corte di assise di Bologna, ha infine steso il testamento. Ha Infilato tutto in una busta indirizzata al dott. Bevilacqua e l'ha posata sulla scrivania. Nella lettera alla federazione comunista raccomanda: 'Fate attenzione che non vogliano (non so chi) colpire il partito-. Poi informa: «Sono in pace con la mia coscienza di comunista e di democratico. Avrei dovuto deporre al processo dell'Italicus; ancora una volta ho fatto il mio dovere: ho scritto una memoria per il presidente del tribunale. Una grave forma di ìesaurimento psico-fisico mi ha prostrato-. Conclude: .Pulito tra gente pulita che si è sempre battuta per un Paese migliore. Contro terroristi, camorristi, mafiosi, ladri e sfruttatori.. Aggiunge, nella lettera al procuratore Bevilacqua, che .qualsiasi cosa mi stremava e mi deprimeva. Da agosto a novembre nel 1982 ho tentato per cinque volte il suicidio per futili motivi. Avevo paura di affrontare gli studenti, le riunioni in genere.. E prosegue: «iWl hanno tirato in ballo in una vicenda di attentati e di stragi e non ne so assolutamente nulla. Sono sempre stato contrario al terrorismo.. Nel memoriale chiarisce 1 rapporti con Costa, con il quale aveva diretto una rivista di poesia d'avanguardia dopo 11 1963, ma con 11 quale, da anni, ormai non si Incontrava più; ammette di avere visto Formentini, dopo il '70. .ma non a Roma.. Poi traccia la propria scheda politica ricordando che ha militato anche nel partito socialista. Vincenzo Tessandori