Don Giovanni secondo De Simone Il mito, la storia e anche Mozart di Adriaco Luise

Don Giovanni secondo De Simone Il mito, la storia e anche Mozart Stasera al San Carlo di Napoli l'atteso debutto dell'opera Don Giovanni secondo De Simone Il mito, la storia e anche Mozart NAPOLI — Debutta stasera al San Carlo il Don Giovanni di Mozart, con la regia di Roberto De Simone, dal maggio scorso direttore artistico dell'Ente lirico napoletano. 'L'avevo pensato per la priina volta nel 77—dice — e sul progetto ho rimuginato quattro anni. Amo tanto la regia, impegnarmi in "Don Giovanni" è stata una soddisfazione, è una delle opere più belle del melodramma di tutti i tempi Sarà un'operazione rivoluzionarla? «Ho tenuto soprattutto presente la musica di Mozart — afferma De Simone —, ma chiaramente anche il mito del personaggio, legato alla presenza della morte, allo scambio del cibo, alle componenti controriformistiche e moraleggianti del primo "Don Giovanni", quello visto da Molina; alla successiva trasformazione di Molière, all'identificazione del don Gioi>annl con t libertini settecenteschi fino alla visione mozartiana, così ricca di angoscia e di pathos...'. Le innovazioni non mancheranno, anzi saranno moltissime: l'orchestrina disposta in sala e anche nel parco reale. Manca 11 ballo dei contadini al matrimonio di Zerlina e Massetto, sostituiti da due grossi pupazzi di paglia «come nel matrimoni tra Sole e Luna nelle feste popolari dei Paesi mediterranei'; e cosi il balcone di donna Elvira è una gabbia dorata sospesa sul palcoscenico In cui si muove la giovane prigioniera per la costante presenza dell'amato. E ancora: manca 11 «monumento di pietra», la scena del cimitero è data da un grande bassorilievo. 'L'elemento statua comunque c'è — sostiene De Simone — inteso come immobilità e tnobilità della mor¬ te, vista attraverso una serie di inunagini. C'è la serenata di don Giovanni, fatta in una specie di grande viale in cui gli alberi sono sostituiti dalle statue del personaggio e la scena del ballo è suggerita, a sua volta, da statue di nudi femminili'. Manca dunque l'ambientazione tradizionale e la visione dei costumi, pur con riferimento al Seicento-Settecento, è totalmente fantastica, la .codificazione è realizzata attraverso il mito di don Giovanni: 'Leporello — dice ancora De Simone—è stato spogliato di tutte le gags tradizionali e il personaggio risulta molto piti pregnante e significativo senza quegli elementi di comicità gratuita-. La scena del catalogo è creata in modo del tutto nuovo. Sfogliando le pagine delle avventure galanti del don Giovanni 11 palcoscenico viene inondato da una pioggia di fogli che donno l'idea dell'abbondanza delle galanterie del mito. Ma dove la mano di De Simone risulta particolarmente felice è nella scena finale, quando la presenza del Commendatore scende dallo scalone della morte accompagnata da dodici monaci incappucciati. »Non ho voluto farne un allestimento tradizionale e l'idea del monaci l'ho ricavata dalla serie dodecafonica mozartiana, da questo grande incantatore...'. Interpreti dell'opera, diretta da Donato Renzettl, sono Nicola Ghiuselev, Elena Mauti-Nunziata, Aldo Bertolo, Adelina Scarabei», Nelson Portella. Luisa Bosaballan, Maurizio Mazzieri, Roberto Coviello. L'allestimento scenico del Comunale di Bologna, su bozzetto di Mauro Carosi; costumista Odetta Nlcolctti. Adriaco Luise Rcnzelti, Mauti-Nunziata, De Simone, tre protagonisti di «Don Giovanni» in prima stasera al S. Carlo di Napoli

Luoghi citati: Bologna, Napoli