Bardonecchia, speranze e perplessità sulla gigantesca stazione invernale di Gigi Mattana
Bardonecchia, speranze e perplessità sulla gigantesca stazione invernale Il progetto è di una società francese; investimenti previsti 40 miliardi Bardonecchia, speranze e perplessità sulla gigantesca stazione invernale DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BARDONECCHIA — Nota da sèmpre come una delle «culle» dello sci italiano, sopravvissuta all'assalto indiscriminato dell'espansione edilizia, Bardonecchia nel giro di pochi anni dovrebbe rinascere a nuova vita e affermarsi come una delle più importanti stazioni invernali europee. Il fatto insolito è che questo faraonico piano di sviluppo venga da una società francese e che lasci non ostili, ma soltanto dubbiosi, gli operatori turistici italiani. Qualche mese fa al Comune di Bardonecchia giunge la proposta di formare un unico grande comprensorio sciistico unito con la francese Modano passando attraverso il cardine del Colle del Fréjus: a formularla è la Segmo, una società finanziarla di Parigi presieduta dall'ingegnere Pierre Schnebclen, che si oc¬ cupa di insediamenti turistici in Europa e in America del Sud, possiede la maggioranza del pacchetto azionario di Tignes e il 25 per cento di Val d'Isère ed è collegata con la italiana Agudlo (gruppo Fata, uno del più qualificati costruttori mondiali di impianti di risalita pesanti) e con la francese Sklrall, produttrice di sklllfts e seggiovie. Investimento previsto per questa mega-stazione italo-francese 40 miliardi. Il Comune di Bardonecchia indica un esperto (successivamente è stato formato un qualificato gruppo di studio), la Segmo mette a disposizione un elicottero e si effettuano innumerevoli esplorazioni del territorio fino a tracciare un piano degli impianti e delle piste. La nuova grande stazione, chiamata sul versante francese Valfréjus, presenterà uno del «domaines skiables» più vasti delle Alpi Occidentali (anche se nel volume illustrativo si è un po' barato perché nel tratteggiare il confronto con l'attuale .Via Lattea» non sono stati calcolati i comprensori di Sansicarlo e di Pragelato), con i primi impianti del Piemonte al di sopra del tremila metri. La quota di Bardonecchia e l'esposizione della zona non sono ritenute sufficienti per garantire un innevamento sicuro, per cui il plano prevede la costruzione di sei chilometri di strada lungo la valle del Fréjus (ma gli esperti italiani non sono del tutto sicuri che non esistano rischi di slavine) fino a 1750 metri: qui dovrebbero sorgere uffici, bar, ristorante, parcheggio e una linea di cabinovia dovrebbe condurre fino ai 2550 metri del Colle del Fréjus. Di qui una seggiovia raggiungerà i 3050 metri dell'Argcntier (per gli italiani si chiama Punta Nera) dove, presso un grande ristorante panoramico, si avrà l'unione con gli impianti che arrivano dalla Francia. Dalla località di partenza in fondovallc dovrebbero muoversi altri impianti (sulla destra guardando la montagna) nella conca di «Pian delle stelle» e gli altri sulla sinistra verso la valle del Rho. In totale il piano sul versante italiano prevede una cabinovia e sei seggiovie con una portata oraria totale di 13.800 persone (tutti gli impianti di Bardonecchia esistenti attualmente trasportano 20 mila persone ora) con alcune incongruenze: arrivare a 3050 metri in seggiovia non è un gran divertimento quando 11 tempo non è clemente: Tutte le portate sono calcolate su un dato di 2000 persone l'ora per impianto, molto ipotetico visto che l'Ispettorato per la Motorizzazione attualmente consente in Italia capacità di trasporto di poco più di mille persone l'ora e,non si sa come permetterebbe una seggiovia di 880 metri di dislivello (da 2200 a 3080 metri). I vantaggi per Bardonecchia, anche se ovviamente il controllo della società resterebbe in mano francese, sa rebbero notevoli (e non sono stati assolutamente richiesti lavori di natura edilizia): tutta l'opera di costruzione e In seguito di -gestione degli impianti darebbe un notevole impulso all'occupazione di manodopera italiana; il prestigio della località risulterebbe molto incrementato; tutti gli esercizi pubblici di Bardonecchia ne ricaverebbero benefici e non è assurdo sperare in un forte incremento del tu rismo che renda possìbile la costruzione di nuove strutta re ricettive. Sono vantaggi ben presenti a tutti, tanto che anche i proprietari degli attuali impianti di risalita (che sulla carta do vrebbero essere contrari) si dicono ben felici che il progetto vada in porto perché, nel giro di poco tempo (e i francesi vogliono costruire rapida¬ mente, nel giro di tre o quattro anni, in modo di essere già pronti quando finalmente arriverà la tanto sospirata autostrada) 1 vantaggi si faranno sentire per tutti. Il Comune e la Regione Piemonte dovranno prossimamente decidere. Restano due perplessità: 11 tracciato di impianti e piste e l'esposizione di qualche parte del comprensorio non convincono al cento pei cento; non pare quasi vero che si possa ricevere un slmile regalo da una società straniera che in cambio non chiede nulla. Gigi Mattana
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