Così trovammo le sorgenti del Nilo

Così trovammo le sorgenti del Nilo Così trovammo le sorgenti del Nilo Commercio di sale minerale sulle L5 ESPLORAZIONE del Nilo ebbe due , protagonisti: 8|>okc e Burton. Fu. Il loro, un lungo viaggio dalle coste dell'Oceano Indiano sino agli altipiani dell'Interna ove dopo un anno di cammino, Spelte e Burton scoprirono un grande lago; Burton ritenne subito che di 11 nascesse II Nilo; Spelte, basandosi su altri calcoli, non fu d'accordo: per lui le sorgenti dovevano essere più In alto. Allora I due si divisero. Spelee continuò da solo con pochi uomini e pochissimi mezzi, addentrandosi ancor più nella zona dei laghi. Benché demoralizzato dalle difficoltà del cammino, quella natura che egli doveva affrontare quotidianamente lo convinse presto che proprio In quella zona dovevano celarsi le mitiche sorgenti del fiume; la zona non era solo punteggiata dal tre grandi laghi (che sarebbero poi slati battezzati Vittoria. Rodolfo e Tanganyka) ma era un dedalo di zone paludose, di specchi d'acqua grandi e piccoli, di fiumi, di acquitrini. Orientarsi, trovarsi nella posslbt' litri d! disegnare esatte mappe e carte, cercare una sorgente, era molto più difficile di quanto egli potesse supporre. Anzi: poteva sembrare quasi Impossibile. • . lle rive del Nilo Dìstico (Foto di holco Quilìci) Lungo un itinerario di soli duecento chilometri, ma tanto accidentato da richiedere oggi una settimana di viaggio con auto, anche ae particolarmente attrezzate. Spelte avanzo nel 1785 per novanta giorni al limile della sua resistenza fisica. Benché sofferente di malaria, egli rilevò esattamente le sponde del grandi bacini lacustri dell'Est Africa. Scopri un lago. Il più alto della zona; e ritenne che di 11 (e non dove credeva Burton) nascesse U Nilo. Al ritorno a Londra, tra 1 due esploratori nacque una profonda controversia e Spelee per provare la fondatezza delle sue teorie confutate da Burton. tornò In Africa cinque anni dono accompagnato da un altro esploratore, James Grani; Insième 1 due si spinsero sino alla punta settentrionale del bacino die chiamarono «Vittoria» e scoprirono che un corso d'acqua usciva dal lago con una piccola cascata: si trattava certamente del primo tratto del fiume che 6671 chilometri più a Nord si gettava nel Mediterraneo: il Nilo. Il mieterò delle sorgenti del Nilo era finalmente risolto. Un mistero che affascinò Il tempo antico, cosi come 11 volume di Bernard Pierre racconta, alternando alla cro¬ METTERE piede su un gruppo di isole deserte sperdute nell'oceano, popolate solo da specie animali «endemiche», che non si trovano cioè In nessun'altra parte del mondo, è un'esperienza elettrizzante per un viaggiatore qualunque. Ma se questo viaggiatore e Irentua Eibl-Elbesfeldt, l'allievo e collaboratore di Konrad Lorenz, il padre dell'etologia, e se le Isole sono le Galapagos che ispirarono a Darwin la sua teoria sull'origine delle specie, l'avventura acquista tutt'altra dimensione. Si trasforma Immediatamente in un'occasione di ricerca, talmente stimolante che lo studioso è Indotto a ripeterla per ben cinque volte nel giro di' vent'annl, dal 1954 al 1974. E l'entusiasmo dello zoologo sempre si rinnova, all'Incontro con le pacifiche otarie o con le tartarughe giganti, con le brune Iguane marine mangtatricl di alghe o con 1 cormorani Incapaci di volare, con 1 famosi fringuelli di Darwin o con quel superbi velegglaotri che sono gii albatri. Galapagos. L'arca di Noi nel Pacifico è la traduzione italiana dell'opera originale comparsa In prima edizione nel 1960, in seconda edizione nel 1977, resoconto dettagliato delle osservazioni e riflessioni dell'etologo tedesco sulla fauna di quei remoto arcipelago. Ce la propone l'editore Fabbri In una elegante veste tipografica, arricchita da una profluvio di foto scattate dall'autore. Immagini che ci trasportano Un allievo di Lorenz nelle isole di Darwin

Persone citate: Bernard Pierre, James Grani, Konrad Lorenz

Luoghi citati: Africa, Londra