Addìo il Living se ne va

Tutto libri Tutto libri Julian Beck ci spiega perché la compagnia ha deciso di lasciare l'Italia Addìo, il Living se ne va MILANO — Sulla quarta di coi>ertina del libri, m tasso a destra vicino al pretto. comparirà un simbolo grafico a Imrrc tx-rlicall nere e rigate K' un codice di identificazione del libro, ^imposto di tredici ci/re. clic può essere letto con una ;>. una ottica coltellata al computer. Serve in casa edltru-e e in libreria per controllare in un istante se un libro c'è e doiv si frolli. Questo sistema di lettura denominato Kan tEuropean Artide Numlietingi, lucimi una ndulone dei tempi e del costi nelle operazioni di distribuzione, vernata Inventario e resa del libro. Alcune case editrici Italiane, Ira cui la Mondadori, lo hanno già adottalo, altre si preparano a farlo etn quell'anno. Il compito di organizzare e gestire la diffusione di questo -codice a tarrr- è stulo affidato alla IHbltografwa. la casa editiu e che pubblica i cataloghi di lutti i Itbri in commercio Ila nuova edizione "A'.r è preannuneiata per l'autunno). I lettori si accorgeranno in pratica della novità quando sul tavolo del libraio, vicino al regtstratore di cassa, i<cdranno comparire un piccolo schermo tv che tn pochi secondi dori una rtsfxista alle loro richieste. ROMA — La casa romana, nel pressi della Stazione Termini, nel bel mezzo del traffico caos più caos della capitale. e In disordine, colma di valigie e di bauli sparai un po' dappertutto. Sul campanello, c'è scritto: Living. E* qui. infatti, che abita ancora per poco la compagnia teatrale d'avanguardia forse più famosa de) mondo, creatrice di quello spettacolo che divise critica e pubblico nel '68. «Paradise ìiow.. un paradiso utopico ancora da venire: il Living Thcalrc. appunto, che nacque trentanni fa In una piccola sala di New York, dove adesso c'e una scuola di danza, e che dal '61 è andato e venuto dall'Italia fermandovlsi con una certa continuità per sette anni. Il Living parte. Destinazione Parigi La sirena e II ministro della Cultura Jack Lang. A pochi giorni dal saluto dall'Italia, che presuppone un lungo perìodo di assenza, probabilmente un trasferimento definitivo In terra francese, parlo con Jullan Beck, la figura carismatica. Il fondatore Insieme alla moglie Judith Mallna del gruppo, regista, attore, poeta, una figura strana c misteriosa con I suol occhi da rapace e I suol lunghi capelli arruffati. Chiedo: «Come mal questa decisione, che sta provocando in Italia molte discussioni e qualche polemica?-. Jullan Beck, convinto assertore della non violenza fuori e dentro 11 teatro, risponde con concreta pacatezza: -Abbiamo ricevuto la proposta di Lang di rappresentare a lungo a l'uruji il nostro ultimo spettacolo. "Matusalemme giallo", che peraltro abbiamo realizzato proprio In Francia lo scorso anno. Abbiamo accettato pere tu', dopo le recite, sarà possibile avere una sede parigina dove svolgere una attività continuativa. E a questo che slamo interessati, dopo tanti giri infernali, dopo aver desiderato invano un ambiento adatto per allestire le nostre rappresentazioni.. Oni infernali, dice proprio Jullan Deck, che non e piti giovanissimo, ed e sempre circondato da giovani o giovanissimi; e che è stato un vero globetrotter Insieme al suol compagni caccialo spesso dalle censure o dagli alti autoritari di alcuni Paesi, come II Brasile ad esemplo. Forse c'è del risentimento verso l'Italia, oltre che un legittimo desiderio di approfittare dell'Invilo di Lang e delle sovvenzioni da lui garantite. • No. polemica no — fa notare subito, con dolcezza, Beck — amarezza si. Il teatro Italiano sembra aver deciso, inconsciamente, che noi dovevamo funzionare in permanente condizione di emergenza Senza alcuna prospettiva. Si pensi che abbiamo effettuato cinquecento rappresentazioni in centosettantaclnque città italiane in questi ultimi anni, e che siamo stati costretti a preparare uno spettacolo ogni due anni e meteo, mentre noi siamo sempre stati abituati a farne due ogni anno. Una gran fatica e una perdita considerevole di tempo negli spostamenti. Nell'U abbiamo calcolato che, per dare sessanta re- an Bt-ck in uno spettacolo del I Jving i ficai re- quando iniziavamo il nostro lavoro a New York, specie In Italia. La sperimentazione, si può dire, è diventata quasi di rigore, 10 spettatore si vede sfilare davanti agli occhi immagini di sogno, immagini di fumetto. Immagini ricavate dal mass-media ed è costretto a guardare senza poter reagire. Queste immagini, suggestive, e spesso mollo suggestive, fanno accettare al pubblico qualsiasi cosa.' là fame, le bombe, l'inflazione, la miseria, 11 terrorismo. £' una parala di cose visive che toglie ogni possibilità e voglia di partecipare in nome della contemplazione. Noi siamo convinti di ciò e desideriamo contribuire al superamento di questa situazione. Siamo, oggi più di ieri, per un ritorno alle radici del teatro che sono radici affondate nella religiosità e nel rito sacro, un rito che si può compiere solo se c'è una partecipazione, una libera scelta della gente-. Il Living non si commemora, come è sembralo ad alcuni In occasione della riproposta di «Antigone». In effetti, quando fu data la prima volta In Italia sollevo grande Interesse per 11 suo valore stilistico e per la sua carica antimilitarista (gli Stati Uniti erano In pieno nella guerra del Vietnam); ma nella versione più richiesta risultava ammorbidita. Non si commemora nel senso che. col «Matusalemme giallo-, esemplifica la nuova, la diversa Ipotesi di lavoro. «Si tratta — spiega Beck — di un Intreccio fra pagine di Kandtnski e pagine di O. B. Show il cui scopo e quello di dimostrare scenicamente la possibilità di estendere la lunghezza della vita vincendo, la morte, percliè — ecco 1/ paradosso — la morte è una forma di corruzione non indispensabile alla vita. In questo spettacolo, nella seconda parte, c'e un Immaginario incontro-scontro fra Kandtnski, interpretalo da un attrice, e Show, interpretalo da me, sul valore della vita. E' fatto apposta per favorire ltnten<ento del pubblico e, con enorme soddisfazione, abbiamo constatato che il pubblico chiede la parola e si scalda e ragiona, si appassiona. E' una strada per consentire quella concentrazione. Ecco perché ce ne andiamo-. Italo Moscati genic impulso liberatorio collettivo clic esplodeva nella Nascila della Parola in Franktnitou't O la graduale presa di possesso di un rapporto pacificato con gli altri nella Scena della Respirazione in Antigone? I.uno quelli i momenti in cui il Living ci restituiva, realmente, l'immagine di un teatro secolare, antico, il te .«io della compassione e della catarsi, vivendo, invece, per conrrasto, nella dispct azione di un mondo impietoso e impuro, e di ejeicsto mondo non vcfgognandosi di |<otlarc lassù o cjuaggiù, in scena o in platea, la dispersione, la dissociazione, la violenza. A ripensarci lienc, quello del Living era il teatro dei detriti del mondo, della sua cons-ulsa farraggine, della sua melmosa vischiositi: eppure magicamente ricomposto nella finzione (la magia tanto invocata dal loto Artaud o dai loro santoni dei Veda), restituito per Iwcvi istanti alla sua albale, etk-nica innocenza. Il libro di Franco Quadri che ho citalo si arresta, quanto alle date, al '69. Non vi se questa cesura è, nelle intenzioni del curatore, anche una (implicita) censura So die, a mio avviso, il Living ha finito d'essere ejuclla grande compagnia die e stata quando ha decise) (età il '68, e non fu una scella casuale) d'essere, a torto o a ragione, la «volontà» del mondo, rum più la sua «rapprcvL-ntazionc». Guido Lia vico Bonino S< )N<) siati |<i ire anni, |kk<> meno o poro (mi non ni.|» .il di ciamo dal '61 al 68, la «impalma teatrale che più ci vml.fi, rispecchiare la nostra (reale o perduta) giovinezza: in ciò che la giovinezza ha di innato, l'equilibrio (Cìoclhc lo drteva •angelico») tra ragione c passione. Parlo del Living 'lìnatre che conoscemmo, allora, sulla via dell'esilio. Nell'ottobre '6i, menrrc avevano in cartellone Tòt Brig di Kenneth Brown, il governo degli Stali Uniti decise di chiudere la loro sede a New York. (.ìli attori del Living protestarono, inscenarono una rappresentazione illegale (il pul>l>lico entrò dalle fine vie o passando dal letto), dopo la quale auiorc, allori, tecnici vennero arrestati, i loro /,.<./,r Julian Deck e Judith Malina furono condannali a sessanta e trenta giorni di prigione. ¥u l'c-piv«li.i che determinò la rottura definitiva con l'America da parie di un collettivo teatrale che americano lo era, in fondo, pochissimo, a partire dal reperto,io, così eclettico e controcorrente, cosi «europeo»: Eliot, Picasso, Pound, Pirandello, Brecht, Pimcr. Vennero dunque in Europa, quelli del IJving, Losanna, Ile limo. Parigi, ma anche Venezia, Milano, Torino (la loro storia, dal '}2 al '69, e ora tutta in un Ultissimo libro curalo da Pratico Quadri, editore