I fantasmi di Vigolo di Giorgio Pestelli

Lo scrittore scomparso: una poesia magica, un romanzo Lo scrittore scomparso: una poesia magica, un romanzo I fantasmi di Vigolo Gioitolo vigolo — io scrii Ime scomparso ottautatwvcnnc in questi giorni — ha scritto il più poetico de< commenti al -Sonetti, del Belli. Ripensando alle ragioni di questo interesse appassionato, ne balza fuori quella che mi sembra la pili viva e prepotente i due poeti romani hanno in comune l'elemento demoniaco. Ma se nel Belli arava sul fondo della calda vita, come a rapprenderla e a listarla di nero, in Vigolo galleggia sulla morie per confortare, e distogliere dalla sua presema: sicché al <iuuco di comicità dell'inferno carnale e chiacchierone dell'uno, corrtsitonde /Ironia dWIWim i •!•> dell'alilo che tocca inferi muti, sequenze di fantasmi soavi. Vigolo e scrittore di poesia: in versi e in prosa. In alcune delle sue composi.•.•iijin jioeltehc. c'è la stessa musica di alcuni racconti: come se Vigolo avesse voluto far scorrere un canto da una scala musicale ad un'altra, da esemplare conoscitore di musica qual era (antri: per usare una variaci ori e del vocabolo -bibliomanie-, che intitola uno del suoi più bei racconti, da musicomanie). lM sua poesia in versi (citiamo La luce ricorda e Linea della vita. Il canto del destino tra t suoi libri più importanti) ha un decorso lento, come una malattia romantica che accende e divora da dentro: mostrando al di fuori languori che declinano nel buio, una malinconia tanto persistente che riesce ad avvolgere la fiamma di un interno delirio. Il paesaggio, che ne e il dato più squisita-' mente poetico e che contiene un altro paesaggio più presago «Il paesaggio desertico dell'anima senza padroni, Ubero e disperata» (sumt parole di un suo studioso. Nicola Mcrola) è una magia di boschi muschiati, «acre impronte vegetali di regni oscuri che fanno pensare a sfondi dotte pittori preraffaelliti come Arthur Hughes o Hotman Hunt evocano dolorose vergini ed angeli. C'è, in questo poeta, una parola che osa esprimersi, e in un modo intimidatorio, eternità. Per sfuggirla, egli legge il destino — suo e di tutti — in una medianica meditazione: la sfera magica gliela fornisce la sua Roma, città che per lui è .una noni' alla e ventosa- dove Il sanguigno mattone dei ruderi è un Incubo, dove quegli uomini antichi clic nel racconto -l* notti romane- vede .dlslmpletratl dal bassorilievi., svegliati dal fregi e ritornati nelle oscure gole dei rioni, percorrono i loro sogni paralleli a quelli del poeta. Questi uomini antichi, richiamati in iHta per condurlo nella loro storia, passano fra quelle architetture dal fulgore funerario che portarono a Roma tanti viaggiatori sapienti che, come Vigolo. nutrendo la loro arte non dimenticavano di vezzeggiare la morte. E la morte viene a lungo vezzeggiata anche nell'unico romanzo di questo poeta • La Vlrgilla*. scritto nel '!'<-') accennato In poche * Vicolo negli Anni 40 gole parole) lino a hit avin.ski ; anche 1 minori e talvolta 1 contemporanei sono oggetto di panine Incantevoli (I Balconi della rosa di Dallaplccola). ma proprio in quanto avevano respiralo la grande civiltà musicale, quella tedesca In particolare. Dal 1945 al "46 pubblicò le sue critiche su -Epoca-, noi. tino al '48. su -Risorgimento LUterale- e Infine su -Il Mondo* di Pannunzio, dal primo all'ultimo numero: un fiume di articoli, raccolti In buona parte nel volume Mille e una sera allopera e al concerto (Sansoni, Firenze 1971). l'unico libro Ira 1 tanti (atti di •momenti musicali, che possa slare in libreria accanto alle Cronache musicali 1955-59 di Mila e a /casi usila musica di Fedele d'Amico. Difficile aggiungere qualcosa a certe definizioni di Vigolo: ricordiamolo con queste righe debussyane. più di qualunque dellnlzlonc capaci di dare un'Idea del suo stile: -Mt'lisaude è una piccola sirena fremente, una creatura quasi infantile, nata dall'acqua (quanta acqua, quanto mare, quanta pioggia non c'è nella musica di Debussy!); noi la vcdtamo il su quella ritta di sera, la più deliziosa e la più fremente, la più rabbrividente creatura della musica, con la sua carne di alga madreperlacea, quasi una medusa morente sfiorata da un raggio obliquo di crepuscolo. Forse il suo vero nome è. secondo ti Linneo della musica: Mcllsanda Iragrans.. Giorgio Pestelli

Persone citate: Arthur Hughes, Debussy, Fedele D'amico, Hotman Hunt, Linneo, Pannunzio

Luoghi citati: Firenze, Roma, Vigolo