Settantamila medici in sciopero «Ci stiamo giocondo la riforma» di Guido Coppini

INTERNO/ ESTERO INTERNO/ ESTERO Settantamila medici in sciopero «Ci stiamo giocondo la riforma» O ENOVA — Settantamila medici ospedalieri riprendono oggi lo sciopero e ad essi si aggiunge Il personale paramedico. .Le loro richieste sono più che legittime; continuare ad ignorarle vuol dire non solo mortificare una categoria che spesso, con II suo Impegno, fa funzionare strutture insufficienti, ma mettere in serio pericolo la riforma sanitaria.. afferma il professor Eolo Parodi, genovese, presidente dell'Ordine nazionale del medici. E aggiunge: «La slfuazione è preoccupante, io mi chiedo se esista una volontà politica di sbloccare una vertenza che si trascina penosamente da molti anni.. Se I 70 mila ospedalieri denunciano st!|>endi da fame, non è detto che gli altri 130 mila siano de) tutto contenti. La riforma sanitaria è piena di crepe, lacerata com'è dalla protesta degli oix-ratori, dalla crisi che assottiglia le risorse, dagli ammalali allo sbando. Tanto che. con Ironia, Eolo Parodi esorla: .Mai come oggi è bene che ognuno di noi cerchi di evitare il ricovero-. Tutto questo avviene nonostante l'Italia abbia un numero di medici superiore a quello della Cina: il dato, Indubbiamente clamoroso, e tornilo dallo stesso presidente dell'Ordine. — Professor Parodi, torniamo verso il caos degli ospedali. La salute, che dovrebbe essere un diritto, e affidala al ritagli nei calendari delle agitazioni. Non vi stale rendendo Impopolari? -Cominciamo da lontano. Governo, partiti, sindacati hanno voluto la riforma sanitaria, la prima vera grande riforma del Paese, nata al tempo del governo di solidarietà nazionale Giusta Ma non si è 1 tenuto conto che. di questo riI forma, il personale sanitario è una componente essenziale. Si dovevano valutare le sue esigenze, eliminare gli appiattimenti professionali ed economici, assicurare una pace sodale. Niente di questo è avvenuto: così abbiamo medici disincantati, frustrati. Bora, coinè molti dicono, anche impopolari.. — Parliamo di stipendi. • Possiamo cominciare dal mio. Primario. si>eclalizzato. 56 anni, servizio a tempo pieno, un totale di 1 milione e 254 mila lire. Uno dei miei assistenti: 700 mila lire.. — Professore, le risorse pubbliche sono quelle che sono. Afe ne rendo conto. Ma os¬ Venezia al convegno s servi che. quasi sempre, le crisi del Paese si scaricano sulla Santtà che dovrebbe essere Invece l'obiettivo primario di una società dvile. Se non è In salute, il ministro non governa e non fa leggi: e il sindacalista malato può solo tutelare se stesso, in un letto di ospe- date. Questo per dire che la salute riguarda proprio lutti. Si è fatta la riforma senza pensare ai conseguenti impegni finanziari, per cui alla Sanità continua ad essere assegnato il 5,6 per cento del prodotto nazionale lordo. -In quanto agli stipendi la situazione è pressoché uguale, cioè inaccettabile, dai primi Anni 70. Non si può non notare che in Fronda e in Inghilterra gli ospedalieri hanno stipendi doppi rispetto a quelli dei loro colleght italiani. In Germania e in Austria si saleaddirittura a cinque volte di più. Diresse l'Istituto —Che suggerite? -Intanto, visto che le risorse sono esigue, si cominci a togliere i privilegi che in altri comparti sono ancora molti. Via le riduzioni sui trasporti: è raro trovare in treno un viaggiatore che abbia pagato fa fari//a infera. Via tutte le fadlitazioni che dividono il Paese fra onesti e furbi-. — In settimana avrete incontri con l'esecutivo. Lei ha spera n ze di una soluzione. -Purtroppo, non molte. Ripeto: sono perplesso sull'esistenza di una volontà politica. Mi auguro die venga accolta la nostra proposta di un incontro che non escluda gli operatori del settore. Io dico: mettiamoci tutti, dico tutti, insisto tutti ad un tavolo e discutiamo, avendo ben presen- \" un dato * 'a"° ci stiamo giocandola riforma-, Guido Coppini d'Arte di Roma

Persone citate: Bora, Eolo Parodi, Professor Parodi

Luoghi citati: Austria, Cina, Germania, Inghilterra, Italia, Roma, Venezia