Sulla bilancia della Giustizia

Sulla bilancia della Giustizia Sulla bilancia della Giustizia Ho apprezzato l'impegno de -La Stampa' nel riferire 1 discorsi per l'apertura dell'anno giurtlzlarir». nel numeri del 13 e 13 gennaio. Sono denunce gravissime del malessere che caratterizza la nostra società con l'aumento di alcuni tipi di reato e che nello stesso tempo investe l'amministrazione della giustizia, già afflitta per suo conto da altri mail. Non intendo ripetere quanto, ben più autorevolmente, è stato detto dal magistrati, ma come cittadino che osa sperare ancora nella giustizia quale arbitro imparziale delle controversie e tutore del diritti del singoli e della collettività contro ogni violenza e prevaricazione, mi soffermo su due aspetti che ritengo fondamentali. Isolandoli tra I molti esaminati dal procuratori generali. Primo: l'ambiguità, la complessità, le contraddizioni delle leggi. Se reato e una «violazione della legge*. 11 punto di riferimento, lo spartiacque tra innocenza e colpevolezza, la causa prima di un procedimento giudiziario e appunto la legge. Ma pensano a questo i nostri parlamentari quando fanno e disfanno I tosti, li accavallano, li approvano nella forma e 11 rinnegano successivamente nello spirito? Quante leggi sono Inapplicate (e alcune addirittura Inapplicabili) e di quante si chiede U rispetto (con inchiesta giudiziaria) ma solo a taluni e per motivi, diclamo, contingenti? Il primissimo mea culpa dovrebbe quindi essere detto dal legislatore. Secondo: la lunghezza del processi e della detenzione preventiva. E' una realtà vergognosa e l'Italia è stala condannata per questo. Ma milioni di condanne morali da parte dei suol cittadini e I richiami del tribunali Intemazionali scivolano sul responsabili come acqua su terreno Impermeabile. E ancora una volta, risalendo alla colpa d'origine, troviamo la mancata riforma del Codici di procedura penale e civile, che spetta a governo e Parlamento. Paolo Butti. Roma 8u - La Stampa* del 13 gennaio rilevo una titolazione erronea là dove si riferisce su un dettaglio del discorso del Procuratore generale della Cassazione con 11 titolo * Reati penali*. Il reato è una Infrazione della legge che comporta una pena tempre, sicché non vi sono reati non penali. Quelli elencati poi rientrano nella sottospecie del reati più gravi, doe tra 1 delitti ed era questo il titolo appropriato. Luigi Tuttolomondo. Torino Leggo su -La Stampa- del 12 gennaio quelli che vengono definiti .1 dati del nostro malessere, opportunamente sommartzzatl in uno specchietto che distingue tra reati penali e reati civili- Tra questi ultimi trovo 1 -reati* di separazione coniugale e di divorzio. Non posso non restare stupito per questa collocazione. Se non si e trattato di una grave vista, non è questo un modo surrettizio per condannare comportamenti del tutto leciti (e garantiti dalla legge), anche se spesso non gradevoli e non desiderabili? Sergio Anseìmi Scapezzano di Senigallia 51 i trattato di una grave triita, che è itata perù corretta nelle ed trioni luccesitvt de -La Slampa- dello sttsso giorno: separazioni e diverti erano infatti elencati come .cau$* civili' » Insieme con gli altri dati testimoniano la grande mole di lavoro della nostra Qtustltia. Ci scusiamo con i Ultori, anche per l'uso improprio dell'espressione .reati penali'.

Persone citate: Luigi Tuttolomondo, Paolo Butti, Sergio Anseìmi

Luoghi citati: Italia, Roma, Senigallia, Torino