Modena, quel parco troppo inglese

Modena, quel parco troppo inglese POLEMICHE SUL PROGETTO PER TRASFORMARE L'EX AUTODROMO Modena, quel parco troppo inglese DAL HOSTTW WVIATO S5-ÉCIA1.C MODENA — «Onesto porco potrà superare i migliori d'Europa» dice 8lr Oeoffrey Jelllcoe. parlartelo del progetto modenese per la trasformazione dell'ex Autodromo e delle arce adiacenti In un sontuoso sistema di verde attrezzato. •Questo progetto i di ìnfima qualità, gronda retorica, non ha fondamenti ecologici., dicono gii avversari, non Intimiditi dalla celebrità del luminare. Jelllcoe 6 infatti presidente dell'Associazione mondiale per gli architetti del paesaggio. Chiamato a Modena dal Comune, ha ideato un parco molto Inglese: una collina artificiale, laghetti e canali, prati racchiusi da corone di alberi d'alto fusto. Settanta ettari disegnati nel dettaglio più accurato, fino alle rompoaliitont di forme e colori con diversi tipi di piante, arbusti, rampicanti. Ut cinque anni verranno messi a dimora ventimila alberi d'alto fusto e 38 mila piante arbusti ve. .Jetlicot è matto, è un megalomane al tramonto. Progetta un parco romantico e cottolo come te qui ci trovassimo in Inghilterra nell'età vittoriana. Non tiene conto della realtà locate. Si potrebbe fan il parco molto pia modestamente, utilizzando il verde che già esiste., dicono 1 critici della, proposta presentata alla citta dall'amministrazione comunale. La consultazione e in coma Al consensi si oppongono le trecciate polemiche; vengono principalmente da, associazioni e gruppi ecologici con la sezione modenese di Italia Nostra, in prima linea. Dall'esterno può apparire abbastanza curioso osservare che per una volta I fautori del parchi diventano avversari di un progetto di parca per di più firmato da un Inglese tante volte citato come un maestro. Ma alla curiosità dell'episodio si aggiunge lo stimolo a un confronto di idee e di impostazioni che può essere molto utile nell'attuale fase di maturazione della -cultura verde». Vediamo i lineamenti del progetta La sona scelta dalrammlnistrarione comunale (già formata da comunisti e socialisti, ora soltanto comu¬ nisti) è quella dell'Autodromo, abbandonato da molti anni perché pericoloso, con l'aggiunta di terreni parstalmente etili icati 0 edUk-_U. In tutto lUett_n.rmc_iius.tra la via Emilia Ovest e la tangenziale sud. a mono di un km dal centro storico. Con ta consulenza di Leonardo Benevolo, gli amministratori comunali hanno preferito al solo parco sull'ex Autodromo un sistema verde più ampio con funzioni multiple: cot—ervaaioeU, ricreazione, cultura, decongesUonamento del centro storico grazie all'offerta di una certa quantità m edifici per uso pubblica collocati nt'Ua parte marginale del parco: servizi comunali e natali, tre scuole medie, banche, negozi. Sono previsti anche 600 alloggi comunali, in parte affacciati su uno del due laghetti. Le critiche arrivano principalmente dalle forse culturali pia fedeli a una concezione severa del parca Anzitutto viene ritenuto eccessivo 11 peso degli edifici. L'area dell'ex ' s Autodromo dovrebbe essere il I cuore verde di un parca zen- za l'aggiunta di costruzioni, di attrezzature che sottraggono spailo agli alberi e al prati, senza artifici di terrazze e la- ghetti o •fUiuioni di paesaggio inglese', estraneo all'ambiente e alla storia. •Solo verde» è U motto di •Italia Nostra* che critica anche la sproporzione tra le risorse finanziarie destinate al verde e quelle destinate alle strutture artificiali. Jelllcoe prevede Invece una ondulazione artificiale (la cosiddetta collina. In realtà alta dieci-dodici metri), la trasformazione del corso d'acqua esistente In un canale con due laghetti, inserisce grandi parcheggi. Inserisce una piscina coperta, palestre, altre attrezzature sportive e culturali nel cuore del verde. E* Indubbia la forte caratterizzazione Inglese. Jelllcoe e la paesaggista Harrieit Philips hanno anzitutto valorizzato l'acqua facendone la spina dorsale del parco (ma .lu¬ Nostra* dubita che l'acqua sia sufficiente e U suo pom-1 paggio dalie falde comporte- reobTuno spreco A ene^ | hanno usato 11 linguaggio da loro ben conosciuto per manipolare lo scenario esistente. L'Immenso prato su cui spicca una tenda a forma di conchiglia (vengono in mente 1 tendoni della siracrdinaria mostra del fiori a Londra, ma anche le modernissime strutture leggere di Piano», la scenografia della collinetta e del boschi, la deposizione di querce, carpini, pini, frassini, pioppi, per ottenere prospet Uve e creare effetti di colore, Nasce un nuovo paesaggio che in parte si alimenta di piante e arbusti tipici dell'E- mina, in parte produce elementi esotici a fini decorativi ma anche a fini didattici: qualcosa di slmile a un giardino botanica che provoca altre durissime critiche. La pista d'asfalto dell'Autodromo viene smantellata, nel bosco e sul prati si snodano per chilometri percorsi pedonali e ciclabili. Ma la sezione modenese di dice : • sinché" non ci dimostrano che fanno qualcosa di meglio, conserviamo la pista d'asfalto cosi com'è. E' un segno del tempo, appartiene all'archeologia industriale'. A questo punto la discussione rischia di diventare accademica. Porse l'episodio di Modena sarà utile per introdurre nella cultura delle città italiane un soffio di elasticità e di pragmatismo, per mettere in luce la necessità di con- [J™^ *,J,t*nU 000 el^di_**/,__l Finalmente un Comune !^ *-«f. £ Italia Nostra* |grande parco e lo affida a un maestro Inglese. Ma. dopo anni e anni di discussioni teoriche, a) monv-nto di passare al fatti ci accorgiamo che In un caso significativo come quello di Modena non esiste pieno accordo tra i sostenitori del parchi. Nulla di male, purché la diversità di idee non sia scambiata con una guerra di religione. Mario Fazio

Persone citate: Inglese, Leonardo Benevolo, Mario Fazio