Carlo Maria Giulini: le gioie, il dolore, la musica di Alberto Sinigaglia

Carlo Maria Giulini: le gioie, il dolore, la musica Incontro con i! grande direttore d'orchestra, che porta a Firenze il «Falstaff» con il quale è tornato alla lirica Carlo Maria Giulini: le gioie, il dolore, la musica Dopo il «Comunale», tornerà in tournée in Italia in maggio • Sessantotto anni, vive fra Svizzera e America e fa vita ritirata • «Non voglio dirigere continuamente, ma ora sogno un Don Giovanni» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE FlIiBNZE — Carlo Maria Giulini porta doni a Firenze. Per San Silvestro ha diretto al Comunale la Sin/orila In do maggiore K. 425 (Linei di Mozart e la Sinfonia In n. 9 In re minore di Bruckner. Ripete martedì questo trionfale concerto mentre prepara e rifinisce Falstaff col quale nel 1882 a Las Angeles è tornato a dirigere (Ioìki quattordici anni, un'opera in teatro. Protagonista. Renalo Bruson. Kui palcoscenico, tra gli altri. Katia Ricciarelli e Lucia Valenilnl Terranl. Grande attesa, prenotazioni intemazionali per la .prima- del 16 gennaio e per le repliche. Poi tornerà, durante la tournée con la sua Orchestra di Los Angeles, tra maggio e giugno, qui. a Milano e in varie citta d'Europa: in programma le sinfonie e I concerti di Brahms. Sessantotto anni, sangue veronese, nato a Barletta, residente in Svizzera, lunghi mesi in America, dov'è tra 1 direttori d'orchestra pia amali e popolari. Ogni suo disco è un evento, ogni concerto un'occasione. Tra I vertici di una carriera strepitosa, la Trattata con la Calla». DI Stefano e In regia di Visconti nel 55-'S6 alla Scala. Antidivo dalla vita .semplice ritirala. Capelli appena un poco grigi. La statura e 11 porlamento dell'ex ufficiale dei granatieri. Occhi grigi intensi e tristi, eppure capaci di dolcissimi sorrisi. Onori, trionll. un Immenso dolore: la moglie Marcella è maiala. La porla con sé. ovunque. SI divide ira il lavoro e lei. Parla plano, quasi sussurra, per non disturbarla mentre riposa nella stanza accanto. Dirigere un'opera... • E' rispettare l'unita di tre elementi: testo, musica e azione. Direttore e regista devono essere entrambi al servizio del compositore. Se un regista mette In scena l'Otello di Shakespeare, ha un lesto, lo Interpreta. 8c contribuisce alla messa in scena dell'oiciu, di Verdi, deve ricordare clic l'Interpretazione e già avvenuta nell'animo del musicista. Il suo lavoro deve consistere nel capire come Verdi ha visto II "Credo" di Jago e farlo recitare cosi.. •Falstaff» è un ritorno definitivo alla Urica? • No. Quella di Los Angeles e una straordinaria orchestra sintonica. In Falstaff, assoluto i apiiiavoro. c'* da suonare dalla prima all'ultima nota. Per questo l'abbiamo scella l'anno scorso, dopo quat lordici anni che non dirigevo un'oliera In teatro. Strumentisti, cantanti, coristi hanno lavorato a lungo con spirilo di amicizia e collaborazione. Alcuni cantanti, scenografo e regista sono ora qui a Firenze. Se si ricreeranno queste condizioni Ideali, tornei,, a dirigere un'opera. Volentieri. Per adesso, più che progetti, ci sono sogni». Quale sognoT •81 parla di Don Giovanni. sempre a Los Angeles. Ma e presto per dirlo-. E alla Scala? • Non voglio dirigere troppo, non voglio dirigere continuamente». Riluttante? Prudente? •Forse perché sono stalo vizialo alla Scala, avendo avuto la possibilità di lavorar* con Visconti. Eduardo De Filippo. Zef flrelll. e col tempo a disposizione. Il primo problema del teatro oggi t questo: manca il tempo di lavorare con gli artisti, non per alutarli a distin¬ guere una croma da una semicroma, ma per entrare a (ondo nello spirilo del iicrsonaggto». Nostalgia dell'Italia? •Nascere Italiani e una maialila inguaribile. Ma una malattia tanto bella*. Soddisfazioni? •La mia più grande gioia musicale è stala quando ho vinto 11 posto di dodicesima viola di fila all'Augusleo. Direttore era Bernardino Molinari. Mario Rossi era il suo assistente- E come direttore d'orchestra? •Quello che noi facciamo sparisce. Nel momento in cui si forma, il suono e già finito. Resta un Impegno: fare meglio domani. Non che un successo non mi faccia piacere, ma non mi lascia niente. Non porto niente con me •. Emozioni? - l'auraì Paura mentre aspetti di salire sul podio. Non ho odio per nessuno. Se odiassi una persona le regalerei le quattro, cinque ore prima di un concerto». E' tensione, oppure— •Tulio. E' dirsi: ma chi me lo la lare. E' voglia di andare via. Insomma, paura». Dolore? •Sono due anni che vivo nel dolore. Il male di Marcella si,um, sposali da quaranl'anni. e come se ci fossimo conosciuti ieri... Io sono credente, sono religioso, perciò accetto questa cosa e chiedo solamente a Dio di trasformare in bene per gli altri quello clic sottro-. Un musicista è anche uomo di cultura? Può esserlo? Deve Caserta? • Tuo e non può. Ho ammirazione per tulle le persone che hanno cultura. Ho avuto la fortuna d'essere amico di Alberto Ba vinto, un Leonardo del nostri tempi, sapeva tutto, faceva tutto. Pero ci possono essere grandi artisti Ignoranti». Anche tra 1 massimi interpreti'.' ' -SI E' istmi/., e una torma di genio. Abbastanza raro ma non Impossibile.. Che deve fare un giovane che voglia fare il direttore d'orchestra? •Studiare seriamente composizione e conoscere l'orchestra dal di dentro, lo ho suonalo In orchestra". Lo avevano (alto Toscanini. Antonio Guarnieri. Tullio Serafin. I Quando sento dire che l'orchestra e uno strumento, rispondo: no. Inni "■■•tra e un , Insieme di esseri umani che suonano uno strumento. OI- | tre al ritmi giusti, alle note,, giuste, occorre la partecipazione di ciascuno, la sua umanità, Il suo cuore-. Qual e II pensiero costante? • Neanche con la migliore fantasia si può immaginare I espei lenza che sto vivendo. Ecco II pensiero costante: per Marcella sarei pronto a rinunciare a tulio, a qualsiasi cosa. 81. anche alla musica-. Alberto Sinigaglia