Questa seconda Belle Epoque

Questa seconda Belle Epoque CHE COSA SI NASCONDE DIETRO IL REVIVAL DELLVART NOUVEAU»? Questa seconda Belle Epoque Rinasce l'interesse per lo stile che vide la luce dopo il terrìbile 1870, con il crollo dell'impero francese e la Comune di Parigi L'improvviso entusiasmo, che coinvolge studiosi e collezionisti, favorisce la speculazione commerciale - Ma c'è ii dubbio che nasca dalla nostalgia, in un tempo di problemi e incertezze, per la prima celebre epoca di ricchezza e splendore industriale Sin,, al i960 circa nei vari Paesi d'Europa st faceva a gara a chi demoliva, distruggeva. Imbrattava t prodotti di quello stile detestato (già in voga tra il 1880 e II 1920 circa) che in Francia si chiama Art Nouvcau. In Italia Liberty. Jugcndsill in Germania. Così, mentre a Montecarlo ci si accaniva a imbiancare affreschi e dorature dell'atrio del/•Hotel de Paris, trasformandone la sontuosa architettura romanico-sottomarina in uno sterile e gessoso relitto, a Roma venivano annientati autentici capolavori come linterno del Villino di Ettore Ximenes in piazza Galeno o la splendida Casa Grassi sul Lungotevere delle Armi. La rinascita dell'interesse verso un linguaggio figurativo cosi odiato è avvenuta alItnizio degli Anni 50. e dieci anni dopo era già divenuto un fatto comune, sollecitando numeri appositi anche in riviste non certo specializzate (come il 27 di Blzarrez o le decorazioni esterne degli autobus di Manhattan, inventate da Peter Max. Allo stesso tempo, mobili e oggetti, che sino allora si trovavano a prezzi vili dai minuti rivenduglioli nel pressi dell'Hotel Drouot di Parigi, salivano verticalmente sino a toccare cifre inaudite (vasi Galle, mobili Majorette), mentre iniziava un autentico diluvio di mostre, cataloghi, monografie, che non e ancora cessato. La recente ristampa di quello che e forse II testo più approfondito e Intelligente su quello stile. Art Nouveau di Robert Schmuttler. edito dal Saggiatore, va di pari passo con Itnve'stigaztone regionale, che spesso in Italia è stata molto fruttuosa. Accanto a Trieste Liberty di Ettore Campania (Edizioni ìtalo Svevoi, a II Floreale a Napoli di Renato De Fusco /Edizioni Scientifiche Italiane), a Due momenti del Liberty a Pesaro, di Luisa Fcutebuoni (Edi- 'ioiv ài'iil). per non citare die alcuni titoli, sono molto singolari le ricerche nel cuore del Piemonte apparse presso le Edizioni de L'Arciere di Cuneo: dopo aver edito il catalogo della mostra Asta liberty organizzata l'anno scorso dal Comune di quella citta. L'Arciere presenta ora Art Nouveau a Cuneo, dovuto alle ricerche di Adriana /Ioidi Sassone. Riccardo Nelrae Bruno Signorelli E' un libro che. soltanto a Sfogliarlo, prova di quali soprendenti scoperte sia ricca l'Italia (e direi l'Europa) coslt i'f fa minore, e a quali interpretazioni di alta qualità, ma locali, sia stato piegato il repertorio formale di quello stile. Ma rileggendo il volume .dello SchUUltMUU. Inrintn*!- mente apparso n Stoccarda nel 1962) viene alla mente una serie di domande, che si possono concentrare in due. essenziali quesiti: come vanno interpretate la nascita dell'Ari Nouveau e la sua fulminea diffusione? Cosa significa la sua attuale fortuna? Nessun dubbio che st tratta di un movimento internazionale: precisamente di una di quelle ondate figurative che. a distanze di varia ampiezza cronologica, si sono periodicamente diffuse attraverso l'Europa. Storicamente, /'Ari Nouveau Va messo in rappor¬ to con il Gotico Internazio- naie che furoreggiò tra la fine deJ Tre e i primi decenni del Quattrocento, con «Manieri- smo Internazionale de! tardo rt~~~,.- '-r*T' rr- settecentesco nococi : a guardare f-"ne, esistono, al fondo di questi stili, delle comuni affinità di struttura. tila prevalenza del disegno di contorno, nel ritmo quasi vegetale, nell'annullamento i dello resa psicologica individualtzzata a favore di una comune espressione di anodino significa to. Chi poi posseopa una benché minima infarinatura di marxismo non mancherà di notare come stili del ijcnere nascano sempre quando a pe| rlodi di crlii sociale succedono decenni di ?nt>!<,-!<.ù'itu. ai- ' meno per la classe dirigente. ' dopo cioè che una grande paura * finita grazie alla re i staurazione dell'ordine codi ; tutto, annullando le esigenze. - Sri tiVitf iiKitiù9\\i\rìfr~ sto" ci „1 ; 1 | \ ' 1 ; j A Firenze (che ne fu uno dei centri di massima invenzione j e diffusione/ Il Gotico Inter- ( nazionale nacque dopo il cu! : po di Stato della Famiglia Aljtzi. del 13S2. dopo cioè la ' sconcertante esperienza del tumulto dei Ciompi (1378) \ quando il popolo minuto ! (cioè i lavoranti e i poveri) attua osato ribellarsi. Il Manierismo Internazionale e 7'espresrione. nel Parsi cattolici (anche se poi si di/-1 fuse in parte, per ragioni di moda, anche presso quelli ; protestantii. del ritorno alla tranqulllttà per gii anstocra- ; tici, lanuta meno l'ipotesi che la Riforma (con i suoi in- «uietanfi risvolti di carattere \ sociale ed egalitaria) avesse a diffondersi anche in Italia, in Austria, in Baviera e in certe partì dell'Olanda e della Francia. E cosi l'Ari Nouveau ride la luce dopo /'annee tcrrible dei 1870, con lì erotto dell'Impero Francese, e quell'episodio terrificante che fu la Comune di Parigi (finita con uno dei piti spaventosi massacri di insorti che abbia mai insanguinato l'Europa). E non è azzardato affermare che fu lo stile della Borghesìa trionfante, del suo rivestirsi di panni aristocratici, del suo modo cioè di intendere la douceur de vivre. considerando i im•rimeut: socialisti I ' • | dj (che serpeggiavano e progre- divano neJU classi inferiori) ■ alta stregua di fastidi c nullo più Ma a un'interpretazione del genere si può contrapporre tutta una serie di obiezioni. I. Eu i o;u. ha prodotto siili internazionali (non meno diffusi di quelli citatt) che, net rapporti sociali, stanno in modi del tutto ditersi. Il più significativo é il Neo-classico, che nacque come stile rivoluzionario antiaristocratico, di opposizione a/i'ancien drancitvstnsregime: fu tostile della Rivo- \ tluztone Francese, di iiobespierre. della ghigliottinaper trasformarsi poi nel leicolo pubblicitario della tirannide napoleonica, nel più sfrontato repertorio retorico che si sia mai risto, rotto a glorificare un regime di ladroneccloedi rapina. Inoltre, come espressione della douceur de vivre. /'Art Nouveau rappresenta un fatto positivo (perche-vivo, nuovo, attuale) nei confronti del bolso neo-settecenttsmo di cartapesta con cui amava circondarsi Napoleone III. con 1 suol mobili Emilie falsi, ritrattisti nel genere di H'Inferhalter, paccottiglie in porcellana g in bols de rose. Tanfo tiro e attuale fu l'Art Nouveau che In esso vengono ravvisate le radici dell'architettura e del design fmErrpFsglrmasaB che dovevano poi portare alla nascita dei moduli archttettonleo-funzionali. alla nascita delle produzioni di massa, alla fabbricazione cioè di oggetti e utensili propri alla società che escono dai modi dell'economia agricola per entrare in quelli dell'industrializzazione. Ce poi da dire clic, in tempi più flctnl a noi. sono fioriti stili internazionali comuni alle società borghesi (e anche a quelle di dichiarata ideologia reazionaria) e alte società socialiste, nate dalla Rtvoi.ii «ione di Ottobre, basti pen„ sare, alclaistasmntmali-r. Vi Le porzioni della Bibliote ca Lenin di Afosca raoalunfe in quel periodo al vecchio Palazzo Rumiantzeff) stanno a fianco della Città Vnlversita- j ( : ria di Berna, di Marcello Piacentini, o a certe soluzioni del Rochefeller Center di New York. Lo itile Anni 30 è dunque qualcosa tipico dell'epoca e avulso dal genere di consorzio che lo esprime? Oppure furono reazionarie tutte le società che produssero quello stile? Lascio la risposta ai lettori (io sono per la seconda). Ma cosa dire del revival dell'Art Nouveau dep(f Anni 60 del nostro secolo e della passione di studiosi e collezionisti per t suoi oggetti? Non Ci dubbio che un motivo di speculazione commerciale i ^conoscibile in certe manifestazioni di questo improvviso entusiasmo: e può anche darsi che si tratti di un au pls aller. quando oggetti di altre e più importanti epoche sono introvabili. Ma viene il sospetto che la motivazione sia anche di sapore nostalgico, per il contrasto tra i nostri giorni, cosi irti di problemi sociali, rivendicazioni, incertezze del futuro, mentre buona parte del mondo i retta da regimi che st dicono socialisti. Oppure c'è il fatto che l'Occidente sta vivendo una seconda Belle epoque, onorando quindi t lepnl della prima e più celebre epoca di ricchezza e splendore industrializzato? Sull'Ari Nouvcau potrebbe essere istituito un dibattito simile a quello, di straordinario interesse, che lo storico olandese Pieterj Geyl produsse nel suo Napo-' Icon For and Againsl. pubblicato da Jonathan Cape nel 1949 a Londra 1 Pro e i Contro re/at(t?i a Napoleone vt sono analizzati ; affrawso gli scritti degli \ stona e biografi che lianno ! trattato di lui dal 1*14 al i 1935. ed i una lettura che | con/erma (per ripetere un l fuoco oramai comune) che la nella cronaca, ma nell'angolatura secondo cui fatti e cronaca vengono selezionati e Interpretati. Federico Zeri m mi ■ jrsm \ - -WJ ... •è >. ' 'J * A Bj!«h.V' He f •V " \ VK. Il 1 ' •'*«>'; - gol Ferdinand HikIIct: «lai prinuicm.. 1901 (dal volume < Art Nouvcau■■ di Robert Schmul/lcr. edizioni II Saggiatore) d Li