Si chiama vodka ma si dice skol

Si chiama vodka ma si dice skol Si chiama vodka ma si dice skol sia distillato. Tale fu infatti all'inizio la materia prima che veniva usata e con quel nome venne data la prima licenza per vendere vodka nel lontano 1498 a Stoccolma. In seguito, pur rimanendo inalterato il nome, la materia prima cambiò sostituita dai vari cereali, in primis grano, e dalle patate, prodotti questi più alla portata di mano e infatti aumentò subito la diffusione della bevanda. \ Il vero brannvin, o come per comodità conviene chiamare adesso vodka, è il puro distillato, senza aggiunta alcuna di qualsivoglia sostanza o aroma. La palma va senza dubbio alla celeberrima «absolut vodka», vuoi per la sua venerabile età portandosi sulle spalle oltre cent'anni, vuoi perché riconosciuta internazionalmente come una delle migliori, tant'è che al giorno d'oggi negli Stati Uniti, ad esempio, si è collocata al secondo posto. Tradizionalmente, gli svedesi la bevono come snaps; ossia in minuscoli bicchierini a calice sposata generalmente a pietanze fredde, ma non mancano coloro che la usano come intercalare tre una bottiglia e l'altra di birre. Olà anticamente le massaie ereno dedite alla raccolta di particolari erbe che da sole o combinate insieme venivano usate per aromatizzare la vodka e specie alcune combinazioni che con l'andar del tempo sono diventate classiche, anche se in questi casi si preferisce spesso sostituirne il nome col.termine «akvavlt» dando orìgine ad una varia e prestigiosa famiglia: la CHE gli svedesi abbiano un rapporto tutto particolare con gli alcolici è cosa vecchia e stravecchia. Fin dal tempo del vichinghi quando ogni rapina andata in porto, festività religiosa, funerali, tutto veniva solennizzato con un banchetto ove non si faceva altro che tracannare fiumi di birra, cosi ai giorni nostri in cui, sebbene in modo meno orgiastico, la gente beve e parecchio a dispetto della montagna di leggi e regolamenti imposti dallo Stato per mettervi un freno. Basta far due passi al centro di Stoccolma il venerdì o il sabato sera per vedere quanti siano con la bottiglia in mano ad eseguire la danza delie-ombre e quanti, più tardi ormai cotti a dovere, cadano tramortiti lungo le viuzze della città vecchia. D'altra parte, non è facile resistere alla tentazione esercitata dai liquori svedesi quali la vodka e il suo derivato: 1' acquavite. Vodka a dire il vero, come termine nuovo, non ha più di cinque anni, da quando per ovvie ragioni di mercato internazionale venne sostituito al suo omonimo tradizionale svedese di «brannvin», letteralmente vino bruciato, os- Herrgaards akvavlt, che viene lasciata maturare in botti di legno di ciliegio e aromatizzata con cumino, whisky e sherry. Con cumino, anice e semi di finocchio per quanto riguarda la «O. P. Anderson» specialmente usata con pietanze a base di aringhe o col «Janssons fresterlse», letteralmente tentazione di Jansson, una gloria della cucina svedese. Esiste una varietà più aromatica e lievemente dolce quale la «Overste brftnnvin» oppure la «Skaane», che 11 più delle volte accompagna piatti salati o particolarmente saporiti. Oltre a queste già menzionate vanno aggiunte altre che utilizzano più audacemente i prodotti che la natura ci offre quali il ribes presente nella «Svart-vinbàrs-braannvin» o le arance amare nel caso della Aarsta ed infine l'assenzio dal passato biblico che si usa nella confezione della «Baska droppar». Ovviamente, queste sono' solo alcune delle vodke e derivati fra 1 più noti per tradizione e qualità immessi nel mercato, ben poco invece sappiamo circa le distillerie casalinghe, ufficialmente proibite e quindi a maggior regione diffuse specie come hobby per ammazzare il tempo nelle lunghe e buie serate invernali. Qui la combinazione di spezie, erbe e aromi è infinita e con pazienti lavori di. alchimia a volte dà luogo a prodotti altamente raffinati, ma questi sono destinati ad essere centellinati nella ristretta cerchia degli amici. Luigi Berliocchi «V

Persone citate: Jansson, Luigi Berliocchi, P. Anderson

Luoghi citati: Stati Uniti, Stoccolma