Uomo o scimmia l'origine è comune

Nuovi studi sull'evoluzionismo Nuovi studi sull'evoluzionismo Uomo o scimmia, l'origine è comune Nel libro del «Giudici, la Bibbia racconta che «1 figli d'Israele fecero ciò che è male agli occhi di Yahvè e si fecero servi di Baal. Abbandonarono Yahvè e si fecero servi di Baal e di Astarte». Ma chi sono queste divinità straniere che gli Ebrei veneravano a dispetto di tutte le prescrizione canoniche? Paolo Xella nel volume 'Gli antenati di Dio. Divinità e miti nella tradizione di Co-' naan* (Essedue, 237 pagine, 12.000 lire) fornisce la prima traduzione italiana, dalla originale. lingua ugaritlea, del più significativi poemi mi-, tologicl di Canaan. Le traduzioni sono introdotte dal commenti del-1 l'autore che illustrano l'incidenza socio-religiosa ed 1 valori che tali miti Intendevano aftermare immettendosi e radicandosi nell'antica cultura Siro-palestinese. fl).bj ; DOPO 125 anni — tanti sono passati dalla comparsa dell'opera, di Darwin, L'Origine delle Specie (1859) — si è spento lo scandalo ch'essa aveva subito prodotto, rinfocolato, dodici anni appresso, dall'altro libro, L'Orìgine dell' Uomo. Una contesa ideologica su questi temi non era ancora sopita del tutto, quando chi scrive questa Dot a era studentello del ginnasio. Oramai ci siamo dovuti rassegnare a quegli antichi progenitori. Essi, d'altra parte, sono davvero molto antichi. Oli studiosi che, scavando qua e là, .cercano tra i fossili le origini della nostra specie, sono costretti a risalire sempre più addietro nel tempo. Impronte di piedi umani, trovate in Tanzania dalla famosa Mary Leakey, avrebbero la bella età di tre milioni e sciceli toni il a anni. Era. già un Homo erectus la creatura che allora lasciò camminando quei segni di sé su un sottile strato di cenere vulcanica, solidificatosi poi. Al paragone, Omero è nostro contemporaneo. L'antichità storica è insignifi¬ Quei piccoli' cambiamenti casuali,- trasmissibili con l'eredità, che già Darwin aveva ipotizzato, e che oggi si conoscono come 'mutazioni (e se ne conosce altresì il meccanismo), hanno avuto tutto il tempo necessario per produrre da un ceppo comune le, due specie divergenti. I tempi lunghi rendono più accettàbile l'evoluzione. Di questa ascendenza animale ci siamo fatti persuasi un po' tutti e abbiamo imparato altresì a non provarne vergogna. Anzi si infittiscono gli inviti a portare maggiore rispetto agli animali, studiando i quali, come fanno gli etologi (e la televisione ce ne informa con le più suggestive delle sue trasmissioni), ci capita di !. conoscere un pò' meglio noi stessi. cante rispetto alle migliaia di millenni d' una umanità senza storia. A chi ritenesse se stesso di più antica o nobile stirpe o razza o famiglia, rispetto a uh altro uomo, viene dall'indagine sulla evoluzione umana una salutare lezione (si veda l'ottimo libro di Sii. L. Washburn e R. Moore. Dalla Scimmia all'Uomo, Zanichelli, Bologna). Ai primi del secolo scorso si stimava 1' età della Terra sui centomila anni ; un secolo, dopo, la stima si spostò verso i quaranta milioni di anni. Oggi abbiamo attendibili orologi retrospettivi: si misura, secondo un' suggerimento di Rutherford, i la proporzione di sostanze, derivate l'una dall'altra per radioattività, presenti in una roccia: inoltre carbonio, trizio, uranio, potassio radioattivi, ci aiutano ai datare oggetti di varia antichità, L'età della Terra si stima sui 4500 milioni di anni. Al tempo di Darwin la radioattività non era ancora stata scoperta; neanche le leggi di Mendel (1865) sulla ereditarietà dei caratteri erano state formulate; il Mendel stesso, di cui ricorre quest'anno il centenario della morte, nulla sapeva di cromosomi e geni, né delle molecole portanti: Molte altre scoperte sonò intervenute, nessuna delle qu'ali valse a inficiare l'ipotesi di Darwin. Venne avanzata e accettata l'ipotesi della deriva dei continenti (1910); ma questo evento non potè interferire sulle vicende umane e preumane. Quando comparvero i primi uomini (e co-. Ionizzarono tutto il pianeta) già da circa ccntottanta milioni di anni i continenti, distaccatisi da una primitiva Pangea, si stavano allontanando gli uni dagli altri. Al tempo di Darwin soltanto la forma esterna del viventi poteva suggerire la loro appartenenza a questo o quel gruppo. Oggi sono possibili altri ben più sottili raffronti: tra un gene umano e il corrispondente dello scimpanzè si trova un. minimo grado di disaccordo, e di differenza (rispetto a confronti con altre specie); cosi è per le proteine (catene di aminoacidi) finora analizzate. Conferme analoghe Si hanno con prove immunologlche. Didimo . Sri. !.. Washburn e R. Moore, «Dalla Scimmia all'Uomo», Una Indagine sulla. Evoluitone umana. Trad. dall'inglese di' Fr. Giusti e G. Venuti, Zanichelli, 151 pagige, 17.000 lire.

Luoghi citati: Bologna, Israele, Tanzania