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Una storia del «dopo Vietnam» in «Democracy» di Joan Didion Una storia del «dopo Vietnam» in «Democracy» di Joan Didion In un'America confusa e senza mete non resta che l'amore certo con intenzione, la voce di altri scrittori; in portico-. lare, quella di Hemingway, che viene quasi parodiato in attacchi come il seguente: «Vedetela cosi. Vedete 11 sole che sorge quel mercoledì mattina del 1975 come lo vide Jack Lovett. Dalla sàia controllo dell' aeroporto di Honolulu. La pioggia calda sulle piste. L'odore di carburante». O in'una chiusa di capitolo come: «MI viene da pensare che il comportamento di Inez Victor la notte In cut volò a Hong Kong non fosse poi del tutto legato alle circostanze. Doveva avere con sé il passaporto, no? Che cosa suggerisce questo? Ditemelo voi». La storia che da questi appunti, «a parte» goldoniani, ventriloquismi, finti reportages hard-boiled, finisce comunque per emergere con grande autorevolezza, si svolge per la parte principale nel 1975, all'epoca cioè dello sgombero di Saigon, e tocca le Hawaii, New York e . varie località dell'Est asiatico. Il personaggio principale su cui l'autrice cerca di far luce, ma che a differenza di altri più persuasivamente sbozzati rimane abbastanza inafferrabile fino alla fine, è la ricordata Inez -Victor, epgpcPIgpI p'■pp.\pmf■ Robert De Miro nel film «Il cacciatore» esclusi l'appartamento a Central Park West (nel palazzo dove abita Mick Jagger) né la collaborazione a Voguè. Ha due figli teenager con i tipici problemi della prole di gente importante ed egocentrica: lui, Adlai, è nervoso, convenzionale, vel■ Iettarlo; lei, Jesse, è dedita nata Christian, da una ricca e influente famìglia amerl-cana a Honolulu. Quarantenne nel 75, Inezè da venfannl la moglie del ' fatuo Harry Victor, candidato' alla presidenza degli Slati Uniti, e ha percorso le tappe fatidiche di una bella dama' del suo rango, non