Nel giallo di Bernhard l'assassino è il male di vivere

Tutto libri Tutto libri Letteratura e saggi «La fornace», nuovo romanzo dello scrittore austriaco Nel giallo dì Bernhard l'assassino è il male di vivere VENEZIA — Sarà H. M. Enzensberger a concludere domani, con un intervento dal tìtolo .Le stanchezze*, il convegno su mll tempo morente-, aperto ieri a Co' Dolfin e organizzato dal Comune, dall'Istituto Gramsci, dal Goethe Institut, dalla Freie Unlversitat di Berlino e dal Max Planck Institut. Sono stati invitati a partecipare studiosi italiani e stranieri di diverse discipline, filosofi, biologi, fisici, storici, politologi per discutere come sia mutata la concezione del tempo nelle diverse discipline. Oggi sono previste relazioni di Marramao, Toraldo di Francia, Wulf, Kamper; domani interverranno, tra gli altri, Paolo Rossi, Haken, Budinich, Jmhof, Lethen. A. Soldi Sassone, R. Nolva, B. SI- Rnorelll • ART NOUVEAU A CLIEO. ARCHITETTURA E ARTI DECORATIVE (prefazione di A. Cavallari Munì), pp. 192, 215 mutuazioni • colori • In b.n,, "ormato cm 24x10, lì 30.000. La acoperta dal Liberty In provincia nel periodo 1900-1S2S. Edizioni L'Arciere - Cuneo. no ucciso la moglie di' Konrad mettono fine anche alle nostre aspettative. Non Chandler o Le Carré ci stanno di fronte; c'è piuttosto uno scrittore 1 cui percorsi allucinanti e contorti si snodano lungo i labirinti dell'anima in una polarità di forze che assistono al tramonto di ogni Individualità assetata di autentico e di vero. Konrad viene ritrovato nascosto, dopo poche pagine, in un pozzo di liquame. E' lui l'omicida, reo confesso. Il giallo, appena iniziato, è cosi già alla fine. Di qui muove la storia, il resoconto degli antecedenti in cui si frammischiano schegge di follia e di alienazione, la vita-in'ferno di Konrad e signora, inabissata nell'odio e nell' indifferenza, aperta su subitanei e ipocriti gesti affettivi e travolta, subito dopo, dal più plumbeo torpore e da sadiche schermaglie. Dal romanzo precedente, La partita a carte, implacabile monologo di un medico, che Bernhard stesso ha definito «spartito della follia», cogliamo a caso una delle tante orazioni che servono da premessa alla sua narrativa: «Che uno esista è infeliciti, non c'è che infelicità a questo mondo». Ma attenzione, non si tratta di rituali e caduchi pessimismi, che talora, come nella Fornace, volgono casualmente in tragedia. Bernhard è il più lucido e coe¬ FORSE è vero: ogni' romanzo è un giallo almeno nella costruzione. Ma La fornace dell' austriaco Thomas Bernhard, uscito nel 1970 e presentato ora da Einaudi nella intensa lucida traduzione di Magda Olivetti, sembra esserlo ancora di più. Almeno all'inizio, con quei classici ingredienti che lasclan ben sperare: un'anziana signora paralitica trovata morta in una fornace-fortilizio la notte della vigilia di Natale. Del marito, Konrad, nessuna traccia. Il lettore non crede ai propri occhi: Bernhard, classe 1931, figlio scapigliato di una cultura austriaca talora piuttosto permalosa (un suo libro, quest'anno, è stato denunciato e proibito), l'autore ossessivo e maniacale di romanzi come Perturbamento (Adelphl. 1983). La partita a carte (apparso pochi mesi fa da Einaudi), il grande scrittore di teatro osannato dai più importanti palcoscenici, si è convertito all'Intreccio; al giallo vero e proprio. C'è da pregustare un divertimento senza fondo se si pensa a quella sua calcolata inclinazione per cadaveri d'ogni genere (con netta prevalenza di suicidi), al gusto sadico che ribolle in molte scene, all' Immagine di un'umanità perversa e straziata che tortura sé e gli altri. Ma in realtà quel due colpi di carabina che han¬ rente nichilista che la letteratura europea oggi conosca. E dunque La fornace non è un giallo né 1' epicedio sul fallimento della vita coniugale, ma una delirante litania sulla impossibilità del vivere contemporaneo, sulla insanabile dlsarmonia tra singolo e società. Fin troppo consapevole di ciò, Konrad si è Isolato dal mondo: la fornacecarcere, come tutti gli Interni nell'opera di Bernhard, intende esorcizzare la realtà, ma non può difendere da essa. Diventa, anzi, il luogo reale e simbolico in cui pare compiersi l'atto definitivo; ogni finzione è smascherata e la vita esterna ritorna come inganno supremo e atroce beffa. Essa filtra nella mente di Konrad scompigliando e dissolvendo quell'unica idea perseguita lungo tutta l'esistenza: scrivere un saggio suir udito. Conosciamo già l'assassino Konrad, ora veniamo a sapere dello scienziato, del ricercatore. Il presunto giallo prende una piega non del tutto Inedita per i lettori di Bernhard; si fa romanzo sulle aporie dello scrittore, dell'artista; certo anche sull'impossibilità dell'intreccio. Non a caso 1' autore si serve quasi do. vunque della variazione musicale del tema (qui: il saggio bell'e pronto in testa, ma mai scritto) con effetti di maniacale, magmatica fissità.

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