Troyat: il mio Cechov dice la verità ma a voce bassa

Lo scrittore di origine russa svela il suo «mestiere di biografo» Lo scrittore di origine russa svela il suo «mestiere di biografo» Troyat: il mio |Cechov dicela ma a voce bassa T ii ma a voce bassa.. / T fhi) I Itli dbbe i ll' Henri Troyat, lo scrittore di origine russa membro dell'Académle Francaise, è conosciuto, oltre che per I suol romanzi storici, soprattutto per le sue biografìe, tra cui •Caterina la grande» e «Pietro il grande», tradotti In Italia da Rusconi. La sua ultima opera è una vita di Cechov, appena pubblicata a Parigi da Flammarion (416 pagine, .. i , a , 120 franchi). In Italia dovrebbe uscire nell' autunno del 1985 dall'editore Rusconi, che ha già chiesto 1 diritti di traduzione per il' libro e ha In catalogo le precedenti biografie di Troyat Nel. presentare il suo «Cechov» al lettori francesi, Troyat ha colto 1* occasione per «svelare» metodo e segreti del suo «mestiere di biografo». e e.) DI solito, il bisogno quasi fisico di scrivere una biografia mi prende allo stomaco non appena ho finito un romanzo. Dopo essermi azzuffato per mesi con personaggi immaginari, dopo aver provato a rendere plausibile la finzione e commovente la menzogna, dopo aver sudato d' angoscia sui possibili scioglimenti di un intreccio, dopo aver maledetto cento volte 1' eccesso di liberta per cui tutto è permesso al creatore di miti, provo all'improvviso il desiderio di riprendere contatto con la realtà, di ubbidire a documenti autentici, in breve, di passare dal sogno alla vita. Allora entro in una fase di quiete e di studio. Sento di nuovo la terra sotto i piedi. Il mio eroe è davvero esistito. Montagne di lettere, memorie, diari, attestano il suo passaggio sulla terra. Tutte le tappe del suo destino sono stabilite. Nulla dipende più dalla mia volontà, dalla mia ispirazione. Posso Interpretare, ma non posso inventare. A questo punto scatta un'operazione di osmosi molto particolare. A forza di informarmi su colui che ho' l'ambizione di raffigurare, a poco a poco sento che respira, si muove, parla nella mia testa. Mi identifico con lui, scivolo nella sua pelle, tento di scoprire la sua vita, passo passo. Senza dubbio qui c'è ancora un riflesso del romanziere. Ma io non posso resistere al fascino che su di me esercita il mio modello. Sarei incapace di osservare la sua avventura dall'esterno, come un commentatore freddo e lucido che conosce in anticipo tutte le linee del percorso. Io non procedo di verifica in verifica, ma di sorpresa In sorpresa. Certo, in questo gioco non 6 consentito allontanarsi di un millimetro dalla verità storica. MI proibisco di avanzare la rninima ipotesi che non sia basata su un documento degno di fede. Dando via libera alla mia fantasia, avrei l'impressione di commettere un sacrilegio verso colui che ho scelto per Mq tramandarne la memoria. No. secondo me - Ih' una 'biografia tutto' deve essere esatto, ' ma tutto deve anche essere sentito, rivissuto nella propria carne dall'autore. Non si tratta di raccontare, ma di risuscitare. In questa singolare impresa, mi guardo bene dall'emettere una sentenza sul fantasma che mi sforzo di richiamare in vita. D'i istinto, non concepisco la biografia né come un'arringa in difesa né come una requisitoria dell'accusa. Scrivendo, io non cerco di dimostrare, ma di mostrare. L'equità è la mia regola, non nascondo nessuna debolez¬ " Cechov in una caricatura di Levine (Copyright N.Y. Review of Books. Opera Mundi e per l'Italia .La Stampa.) za del mio personaggio. Qualunque sia la mia ammirazione per lui, mi rifiuto di costruirgli un monumento. Quando si cancellano tutte le verruche da un volto, se ne fa ' una mascherai liscili; rigida, la cui stessa perfezione suggerisce l'idea della morte. Credendo di onorare un defunto illustre, sovente, per un eccesso di lodi, lo si disumanizza e lo si- disonora. Evidentemente, in quest'ottica, la scelta del protagonista è essenziale. Alcuni mi s'Impongono per la violenza selvaggia delle loro passioni, altri per la complessità nascosta del loro stati d'animo, Altri ancora .per il lacerante divorzio tra i loro pensieri profondi e il loro comportamento. Mi sembra non sia necessario avere con essi delle'evidenti affinità per poterli evocare. La caratteristica del romanziere non è forse saper saltare da un carattere all'ai-tro. indossare di volta in volta tutti gli abiti, cambiare, à piacere, cuore e sesso? ' Cosi; non ho avuto alcuna difficoltà a trasformarmi in Caterina la Grande, in Pietro ' 'il Grande, in Alessandro n, in Ivan il Terribile, con cui non avevo il minimo punto in comune. Certo fo avevo più familiarità con i problemi dei 'grandi scrittori russi, cui pure ho dedicato delle biografie. Tuttavia né Puskln né térmontov né Gogoi né Dostoevskij skin né aerrnontov né Uogol né Dostoevskij rré^^jq^ierafié^lni i^Mtttflàrtf1"*Diverso*tl-easo di Cechov. Da molto tempo io desideravo evocare in un libro la sua discreta e misteriosa figura. Ma ero trattenuto dalla difficoltà dell'impresa. Infatti mentre la maggior parte dei grandi autori russi hanno avuto vite movimentate, folgoranti, l'esistenza di Cechov può sembrare a •prima vista piatta. ' Sottolineo «a prima vista», perché quando si guarda più da vicino, si rimane ammaliati dalla ricchezza'che stnasconde dietro queir apparente grigiore. o n i e Cechov e Tolstoj nel 1901 In Cechov ammiro insieme l'uomo e l'artista. L'uomo mi affascina per la sua modestia, la sua dirittura; la sua fermezza, il suo stoicismo sorridente. L'artista mi sconvolge per il suo affanno di verità, di sobrietà, di imparzialità e per la sua tenera ironia. Cechov s'affaccia dietro i suol personaggi senza mai commentare le loro azioni. Secondo la sua teoria, lo scrittore, se interviene durante il racconto, esce dal proprio ruolo e tira 11 lettore per la manica. Invece, afferma Cechov; bisogna lasciare il lettore da solo In faccia alla storia. Cosi pure egli si vieta ogni presa di posizione politica, filosofica, religiosa, nelle novelle e nelle commedie. Egli lotta per una maggior giustizia sociale, non con le arringhe ma con l'esatta raffigurazione della realtà russa. La sua arte, fatta tutta di sfu-. mature, allusioni, dettàgli di una precisione sconcertante, isfida ogni analisi Quando leggo Cechov, ho l'impressione che un carissimo amico mi parli a voce bassa. Per tutto 11 tempo che ho lavorato alla sua biografia mi sono sentito in stretta comunione con lui. Forse non avevo mal provato davanti a uno scrittore l'impressione di un'Intesa cosi profonda con là sua concezione dell'arte e della vita I i u*,,'! ' ìnwwwi w*^. '^Wwcii «ech«* è-'c«lftwflki»<IWJ»it»na i i a o i r tutto per le sue commedie. In Russia, i suol racconti, le sue novelle,- hanno commosso generazioni di lettori. Pubblicando quest' opera, mi auguro di stimolare il maggior numero possibile del miei compatrioti a scoprire gli splendidi racconti di Cechov. Possa diventare per loro, come per me, un compagno di strada, la cui fòrza morale, abnegazione, tolleranza, illuminano il cammino, davanti a noi. „ ■ ™, . Henri Troyat. Copyright «Le Monde» e per l'Italia «Li Stampa»

Luoghi citati: Italia, Parigi, Russia