Che scrittore sei se non scrivi un giallo?

Anche Citati ha tentato la via del «thriller». E gli altri? Sentiamo Arpinor-C§mon? Del Giudice e Francesca Duranti Anche Citati ha tentato la via del «thriller». E gli altri? Sentiamo Arpinor-C§mon? Del Giudice e Francesca Duranti Che scrittore sei se non scrivi un giallo? buoni e no, insomma. Adesso ne sto scrivendo addirittura uno: l'ho promesso al mio ex editore, La Tartaruga, prima di annuirmene. Sarà un racconto (o due?) italiano, provinciale, di rara perfidia. A me piacciono t gialli "veri"; senza malavita, perso■. ne ineccepibili. Sono pazza per tutto quello che è inglese, l'umorismo di chi non si prende troppo sul serio. Non mi piacciono i ■gialli francesi; nemmeno Simenon: quella noiosa saggezza scarpe grosse cervello fino». Alla fantasia romanzesca di Giovanni Arplno i gialli funzionano? «Jo», dice, «sono uno scrittore "tramoso". E Un'anima persa è quasi un giallo. Ho un gran rispetto per i polizieschi, rileggo Chandler e c'è sempre qualcosa che non avevo capito. Sono un pianista mancato: non lo dico con ironia, ma con infinito orgoglio. Mi sarebbe piaciuto, insomma, calarmi in un genere che ha raggiunto la perfezione, con tutti i meccanismi dell'orologeria, con o senza essenze di squisitezza stilistica». •Il fatto é», seguita Arplno, «c/te un romanzo giallo buono è un buon romanzo. Ci son grandi scrittori, Chandler, Hammet; c' è Dùrrenmatt: Requiem per un romanzo giallo, viene voglia di farne un altro. Le Carré? E' un manierista, come Garda Mdrquez; inventano una cifra, non scappano più di II I gialli attuali? Quelli letteraria Non sono gialli. Veraldi è un giallista, Scerbanenco lo era. Gli altri hanno sbuffato al muro, ma senza rispettare certi ritmi. Il vecchio direttore dei "gialli", Alberto Tedeschi, mi diceva: da vecchio lei scriverà un giallo. Era un complimento. Ma un giallo va molto premeditato, e io invece sono ancora adesso stupidamente passionale. Non so premeditare, credo nella trama, mi occorrerebbe una super trama. Il giallo dev'essere tutto scritto nella testa, una pianificazione assoluta. Credo non ne sarei capace, al cento per cento. Io rispetto i miei personaggi secondo la loro natura. Il grande giallista è al contrario un grande burattinaio, ne fa quel che vuole. «Ci vogliono dei grandi manovratori: ecco perché in Italia delle tante trame di " giallo" della cronaca, non si riesce a decifrarne nemmeno una: perché siamo del burattini, non dei burattinai. I nostri Grandi Vecchi, sono solo dei Nani. Ma il nostro è anche un paese senza fiabe (a parte l'anomalia di Pinocchio;; di storie di briganti ma non di assassini. Si ricorda la faccia 'del Fenaroli? E sarebbe quella di un "delitto perfetto"? Era una faccia da nessuno, una faccia da comparsa, al massimo. Se lo vede, uno così, in Nero Wolfe, o in Truf< faut? Al massimo in una sceneggiata di Merola: Ecco qua, siamo partiti dalla Cina e torniamo come sempre in Italia. Signori, si scende. Claudio Savonuzzi vero. Ma sarà filtrato qualcosa, senza intenzione. Per me comunque non è letteratura minore; Chandler, Hammett, sono grandi scrittori. Leggo ancora? Qualche iMcBain. Ma i "gialli" sono tutti libri degli' Anni Quaranta, è come leggere Hemingway. Oggi è diverso. Le Carré? E' molto raffinato: Ancora, un altro piccolo viaggio. Quello di Francese» Duranti alla ricerca di un testo letterario perduto in La casa sul lago della luna (Rizzoli), recente vincitrice del Bagutta. La Duranti, toscana, 1 gialli li frequenta abbastanza: «So distinguere naudi). La storia era anche la ricerca della «realtà, di un famoso lettore di libri altrui, Bobl Bazlen. Perché non scrisse mai in proprio? E' una inchiesta e il narratore naviga a vista fra Trieste e Londra cercando di ripristinare verità insabbiate in sbiadite testimonianze: come un privateeye californiano da venticinque dollari al giorno, più le botte in testa. Del Giudice lo ' trovo a Venezia, sta scrivendo un secondo libro e «I gialli», mi detta, «sono libri dove un lume, una sedia, una chiave inglese diventano importanti, con storte costruite attraverso oggetti, dettagli, particolari:^- •Io-, continua Del Giudice, 'preferisco quelli con meno geometria di trama, e più comportamento. L'importante non è il delitto ma la situazione e l'ambiente; il delitto è una lente di ingrandimento che esalta le figure, le rende piti tese, e più marcate le situazioni. L'indagine, come il viaggio, é solo un modo di dilatare la percezione. I 'gialli hanno una luce particolare e del resto è l'unica letteratura che viene definita sinteticamente attraverso un colore e non un concetto: ■■■ Ma lui sapeva che il suo Stadio di Wimbledon è un percorso alla Ohandler? «Si, è dia. C'è chi, quésti anni, li ha chiamati «di piombo: ma bisognerebbe anclie aggiungere: di solitudine. La signora Ginzburg risponde di sì: «anni di solitudine, si, nei quali ognuno cerca rapporti, si confessa. Ma sono rapporti 'stracciati. Cesare Garboll, che ha letto il libro, ha detto che è scritto in stile stracciato». Ricerca di rapporti, ma anche, in «La città e la casa», una ricerca di •nonamore' in cambio di pace, di tranquillità. Non è così? «C'è l'amicizia che ha sostituito gli amori che ci sono stati. Ci sono i sentimenti, ma sono In forma diventata povera, che non mandano, apparentemente, luce: mandano una sorte di luce». Non è là prima volta che Natalia Ginzburg .parla della morte, mar in questo libro larnedttaztone che ne fa è più accentuata, più diretta. Perché cosi è avvenuto in questi anni di tragica' morte quotidiana à è un fatto: personale? «E' perché ci sto riflettendo, riflettendo sulla vecchiaia, sulla morte». Lo dice-•sottovoce', che .è lo stesso tono delle parole che riempiono questo suo nuovi libro, una storia di storie ihe Ammalia per il pudore di'? confessioni minime ae spaurite, per i gesti rallentati, perla dolcezza cofi'cuiipno inseguite le trarne al quella ragnatekvèheèfivita. Ì del nuovo romanzo

Luoghi citati: Cina, Italia, Londra, Trieste, Venezia