India, oggi il vincitore Rajiv Gandhi annuncia i ministri del nuovo governo

India, oggi il vincitore Rajiv Gandhi annuncia i ministri del nuovo governo India, oggi il vincitore Rajiv Gandhi annuncia i ministri del nuovo governo La Pax, i ribelli arresi Duramente sconfitti gli altri partiti, in particolare i due leader dell'opposizione Vajpaiee e Shekhar - Decisivo, secondo tutti i commentatori. l'«effetto Indirà» NEW DELHI — I risultati definitivi delle elezioni per 1' ottavo Loie Sabha, la Camera dei deputati dell'India, confermano la vittoria assoluta — un vero e proprio plebiscito—del primo ministro Rajiv Gandhi e del partito del Congresso. Proclamati ieri sera, indicano infatti che il partito di Rajlv Gandhi ha conquistato 397 dei 508 seggi messi in palio nelle elezioni che si sono svolte in due tornate, lunedi e giovedì della scorsa settimana. Per valutare la portata di questo successo elettorale, va ricordato che 11 Pandit Jawaharlal Nehru, nonno di Rajlv, quand' era all'apice della sua popolarità, nel 1957, era riuscito ad ottenere una maggioranza attuale del nipote. Indubbiamente due fattori hanno giocato un ruolo cruciale in queste elezioni: il cosiddetto «effetto Indirà» e shington per install cioè l'ondata emotiva di rimpianto per la tragica fine di Indirà Gandhi, assassinata da dite guardie del corpo lo scorso 31 ottobre, ed il totale fallimento dell'opposizione nel suo tentativo di coalizzarsi in un fronte unico. Come conseguenza immediata 1 principali partiti di opposizione sono stati praticamente spazzati via. Il trionfo del partito del Congresso ha fatto sparire dalla scena due prestigiosi capi dell'opposizione storica, l'ex ministro degli Esteri Vajpayee, leader del Bhratlya Janata Party (BJP). e Shekhar, leader del Janata Party, duramente sconfitti dopo una intera vita trascorsa da protagonisti nell'agone FShekhàrS gli altri principali oppositori di Rajlv hanno pagato a caro prèzzo il fatto che per presunzioni, invidie ed egocentrismi non erano riusciti ad are una base perman accordarsi su una unica personalità da contrapporre a Rajlv Gandhi. I comunisti-marxisti (Cpmm) filosovietici che nel precedente Parlamento avevano avuto 36 seggi ed erano stati il secondo partito per importanza, sono scesi a 22 seggi e gli altri comunisti, i filocinesi del Cpl, che avevano 13 seggi, ne hanno persi più della metà conservandone soltanto sei. Queste elezioni, d'altra parte, hanno dimostrato in modo convincente che il regime indiano è ancora vivo e vitale nonostante le tre terribili sciagure che l'hanno messo alla prova nel corso dell'anno che sta per finire: i 2500 morti della comunità sikh al Tempia.*o»d^TOrjU esèrcito di Indirà, l'uccisione della stessa Indirà Gandhi e 1 2700 morti per la nube tossica di Bhopal provocata dalla fuga di gas allo stabilimento ente nel cosmo Adesso il capo dell'esercito è il generale Leyton, fedele al presidente LA PAZ — n comandante in capo dell'esercito boliviano generale José Olvis Arias ha accettato la sua destituzione decisa sabato dal presidente Hernan Slles Zuazo mettendo cosi fine a una crisi durata 23 ore. Il generale Olvis Arias, accusato dalla confederazione dei sindacati boliviani «Cob» di preparare un colpo di Stato contro 11 governo di Siles Zuazo aveva rifiutato di essere sostituito dal generale Raul Lopez Leyton e si era asserragliato con alcuni militari a lui fedeli negli uffici del suo Stato Maggiore a La Paz, facendo temere un possibile scontro con l'esercito che aveva Invece accettato la nomina del nuovo comandante. Raggiunto telefonica- della americana Union Carbide. I 31 morti e 180 feriti nel vari episodi di violenza che hanno funestato queste' elezioni divengono cifre quasi trascurabili a paragone delle ecatombi precedenti ed In considerazione di questo 1 portavoce hanno in qualche modo ragione quando dicono che le elezioni sono state «tranquille». La maggioranza governativa, inoltre, è destinata ad aumentare ancora tra breve, dopo che saranno stati attribuiti anche i 39 seggi del Punjab e dell'Assam, dove le elezioni non hanno potuto svolgersi per motivi di ordine pubblico, ma che con tutta probabilità Vjjswno' ' luogo jj Maggiore dell'esercito in ottobre,, aveva detto, poco prima di accettare le decisioni del presidente: 'Voglio rotticurare il presidente; il mio ct- reso noto < oggi, ultimo giorno dell'anno, la formazione 'del suo -governo. I nuovi ministri giureranno subito. I ; L'uomo che vive con il cuore artificiale teggiamento è democratico. Tutto ciò che chiedo è il rispetto del regolamento militare e non intendo perciò far nulla per sconvolgere la già fragile democrazia*. In base alle norme militari, Arias sarebbe dovuto rimanere In carica per due anni. Il governo, e la nomina del generale Raul Lopez Leyton a Capo di Stato Maggiore dell'esercito 10 conferma, s'è dimostrato, dal canto suo, deciso a non piegarsi alle minacce. Durante il pronunciamento, la presidenza aveva più volte ribadito: -Non siamo disposti ad accettare la situazione creata dal generale Arias e difenderemo con tutte le nostre forze 11 processo democratico...*. Durante le ore della crisi, il generale Lopez Leyton, sosti; tuto di Arias al vertice dell'esercito, aveva temporeggiato. L'alto ufficiale aveva fatto sapere che soltanto nel prossimi giorni avrebbe deciso come muoversi per stroncare la ribellione. Di fronte alla pericolosità della situazione c'è stata, comunque, l'immediata risposta delia 'Central Obrera Boliviana* (Cob), la potente organizzazione sindacale che ha dichiarato lo . stato di emergenza in tutto il Paese decisa a difendere la democrazia e la sopravvivenza del governo del presidente Siles Suazo, al quale garantisce piena solidarietà per superare la crisi politica, sociale ed economica che 11 Paese vive ormai da tempo. Fonti governative sostengono che a sollecitare l'allontanamento del generale Olvis Arias è stata proprio la «Cob.» ritenendo l'ufficiale personalmente implicato nel fallito golpe attuato lo scorso marzo contro il presidente che venne rapito e quasi immediatamente rilasciato. Le più importanti divisioni dell'Esercito avevano dato il loro appoggio al comandante in capo dell'esercito Arias. Tuttavia, dopo l'accettazione di Arias della destituzione da parte del Presidente, tutte le divisioni della piazza di La Paz che avevano appoggiato 11 «ribelle» sono tornate tranquille. missione d'inchiesta

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