Jesse il barbone morto di freddo sepolto con gli eroi di Arlington di Ennio Caretto

Hanno scoperto troppo tardi il suo passato di valoroso nella guerra in Francia Hanno scoperto troppo tardi il suo passato di valoroso nella guerra in Francia lesse, il barbone morto di freddo sepolto con gli eroi di Arlington Non ha retto al gelo di una notte passata nel parco Lafayette, davanti alla Casa Bianca - Poteva andare al ricovero, ma non ha voluto lasciare solo l'amico - Reagan ha ordinato la sepoltura nel cimitero del milite ignoto e di John Kennedy - Diseredati e alcolizzati con ufficiali e funzionari del governo, durante la salva di fucili e l'ufficio funebre NEW YORK — Venerdì scorso un eroe e stato sepolto al cimitero di Arlington di Washington, dove riposano il milite Ignoto, 1 caduti delle grandi guerre, 11 presidente Kennedy. 81 chiamava Jesse Oarpenter, aveva 62 anni, era stato decorato con la medaglia di bronzo al valore militare in Francia, nel '44. Davanti all'urna cineraria coperta dalla bandiera a stelle e strisce, 11 cappellano Harwell ha pronunciato l'orazione funebre. Quando è risuonato l'estremo saluto — 21 colpi di fucile — la figlia, Mildred Hamilton, di 32 anni, e 11 figlio James, di 22, sono scoppiati in lacrime. Un assurdo picchetto d' onore ha'fatto ala all'urna. Lo componevano barboni vestiti di stracci, vecchi e vecchie senza soldi né famiglia né casa, ubriaconi e drogati. In testa a tutti, su una carrozzella a rotelle, c'era il miglior amico di Jesse Carpente r, il paralitico John Lamm, anch'egli un vagabondo. Piangevano In silenzio, la testa bassa, una miserabile armata Brancaleone senza speranza, che dal parco si era trascinata sul ponte fino al cimitero. Per ventldue anni, Jesse Carpente!- era stato uno di loro, un alcolizzato e un reietto, staccatosi a poco a poco dalla moglie e dai figli. La storia l'ha raccontata il cappellano Harwell. Jesse Carpenter è morto assiderato la notte del 5 dicembre, trascorsa all'addiaccio nei giardini Lafayette, di fronte alla Casa Bianca, uno del santuari dei barboni della capitale. ficato perché nell'ostello del poveri non accettano gli Infermi, ed egli non voleva entrarvi lasciando fuori John Lamm. Per tutta la sua vita, Jesse Carpenter ha anteposto gli altri a sé stesso». Come New York, Washington è una citta crudele, ma conosce il pentimento. Quando, poco prima di Natale, si è saputo chi era Jesse Carpenter e perché era morto, nelle chiese sono piovute le offerte per le sue esequie. Alla Casa Bianca, dalle cui finestre si vedono, subito al di là della Pennsylvania Avenue, i giardini Lafayette, Nancy Reagan non è più riuscita a dormire. E' stato 11 Presidente ad ordinare la sepoltura di Jesse Carpenter nel cimitero di Arlington. La moglie dell' ex soldato, abbandonata nel 1962 con un bambino appena nato e una figlia di 10 anni, non ha voluto assistervi. Tutta l'America ha visto alla televisione e ha letto sui giornali le immagini e la storia del «forgotten nero». I' eroe dimenticato di Washington. Rigidi nelle orgogliose divise o negli abiti eleganti, gli ufficiali e i funzionari governativi formavano un contrasto stridente con I disperati che per quasi un quarto di secolo erano stati la famiglia, la casa e il mezzo di sussistenza di Jesse Carpenter. La guardia d'onore ha consegnato la bandiera alla figlia, e l'urna è stata deposta nell' ossario. Il suono del •Riposo» ha accompagnato le ceneri del soldato-barbone nella sua estrema dimora, come in una triste, bella favola natalizia. •Questa vicenda commovente», ha detto anche 11 cappellano Harwell, «nasconde due tragedie, una personale e una collettiva. Ritornato dalla guerra, Jesse Carpenter non è più riuscito a inserirsi nella società. A 23 anni, 11 suo passato gli sembrava piti importante del futuro. Aveva un lavoro modesto, una moglie e due figli, e si sentiva inadeguato al suoi compiti, infelice, fuori di posto. Quando beveva, non. ragionava piti. Era ammalato, ma alla famiglia mancavano i mezzi per curarlo. Invano i figli hanno tentato di Ravvicinarlo, li ha sempre respinti. Cosi, 11 suo senso del dovere e il suo altruismo anziché la sua fortuna sono stati la sua condanna». «Ma i Jesse Carpenter — ha continuato il cappellano Harwell — in America non sono uno, né mille, né centomila, sono milioni. Li vediamo aggirarsi ogni giorno nelle strade, e ogni notte rifugiarsi nelle stazioni della metropolitana, nel parchi. Per noi sono ombre, statistiche. Eppure' ciascuno di essi è 11 prodotto di un trauma: una guerra, com'è 11 caso di questo morto, la disoccupazione, una sciagura, un grande dolore. Se in noi vi fosse anche una sola scintilla della devozione per i diseredati e i deboli che bruciava nel cuore di Jesse Carpenter, questa nostra America oggi sarebbe infinitamente migliore». Natale, anno nuovo: l'orazione funebre per l'eroe dimenticato ha un valore universale. In un inverno mite, quella è stata l'unica notte gelida. Come tutte le sere, l'ex soldato è giunto ai giardini ebbro, spingendo John Lamm nella sua carrozzella, più ebbro ancora. Come tutte le sere s'è fermato ai piedi della statua per ripararsi dal vento, e ha coperto bene l'amico. Come tutte le sere si è addormentato gonfio di alcol, impossibilitato a muoversi. La mattina 11 hanno trovati cosi, il cadavere di Jesse Car¬ penter col capo appoggiato alla carrozzella, John Lamm sull'orlo del congelamento. «Jesse Carpenter era un vagabondo — ha detto il cappellano Harwell — perfino John Lamm ignorava i suoi trascorsi: vedeva in lui solo un compagno di sventura. In realta era un autentico eroe. Nella seconda guerra mondiale, aveva rischiato la vita per portare In salvo — sotto il fuoco nemico — i camerati feriti. Il 5 dicembre s'è sacri¬ Ennio Caretto