«Se Reder fosse pentito aspetterebbe in carcere»

■ Marzabotto non sarebbe disposta a perdonare il nazista ■ Marzabotto non sarebbe disposta a perdonare il nazista « Se Reder fosse pentito aspetterebbe in carcere» é ' ■ i Mentre mancano sette t dovrà decidere - Molti DAL NOSTRO INVIATO MARZABOTTO — Giovanna Benini, 2 anni; Zaira Sugane, 6 anni; Claudio, Lul; gì e Maria Parellì, di 2 anni il ; primo e 101 due fratelli maggiori e ancora, Mirella, Francesco, Arrigo, Franco e Gior! gio Laffi, di 1, 2, 3, 6 e 7 anni. Sterminati nel cimitero di ; Gasaglla U 29 settembre del ' ;j<M' con altri bambini, donne, vecchi. Ne hanno raccolto 1 ; corpi dalle fosse comuni, riunendoli nel Sacrarlo al cen; tro del paese. - I piccoli sepolti qui sono 189 ;;e non sono tutti, Sull'altipia\ ; no le SS del maggiore Walter • Reder ne falcidiarono 215, senza risparmiare nessuno. Nemmeno Walter Cardi. ; Aveva 14 giorni di vita. Il sln, daco di Marzabotto, Dante Criuechi, 64 anni, comunista, ; guarda sù. verso Monte Sole, indicando jcon la mano tesa 1 . 'luoghi dell'eccidio: Sperticano, San Martino, Caprera, Casaglla, dove della vita di intere comunità sono restati ,1 muri sbrecciati di case e .chiese, 1 silenzi del bosco, 1 clmiteri. Lassù, per 8 giorni, i .nazisti ridussero l'esistenza di tanta gente a tiro al bersaglio, violentarono le donne superstiti, si ubriacarono e continuarono a sparare. .E ora — si inalbera il primo cittadino — Reder parla di errori. Ditemi voi se questo è vero ■pentimento. Doveva scrivere ai pochi sopravissuti e ai familiari delle vittime. Doveva 'chiedere perdono direttamente a loro: ■ '■ Ieri alle 11 il Comitato per le onoranze ai caduti si è riunito in Municipio per preparare l'assemblea del 30 dicembre, in cui 1 superstiti "della strage e un componente eli ciascuno dei nuclei familiari .colpiti, dovranno espri- ' mere il loro parere al governo sulla liberazione anticipata di Reder. Il possibile no, dicono oggi, non è vincolante, ma lo diventerà nei fatti fra sei giorni, quando nella sala 'Consiliare rleccheggerà articola- sdegnato, come si intuisce subito, pere 1. no di «respira» nell'aria, arrl. vando a Marzabotto. '.' In occasione del referendum del 1967, allorché l'ufficiale delle SS chiese la grazia, i no furono 256, gli astenuti 2 e appena 41 si. Da alloca molti sono morti e toccherà al figli e ai nipoti a pronunciarsi. Sono sparsi per l'Italia. Il Comitato lancia un 'appello e consegna un numero di telefono alla stampa (051/932.803) per averli tutti domenica a Marzabotto. " Chi della prima generazione della strage è cresciuto ed è restato da queste parti non ha perdonato; Bruno lubini ha 36 anni. A Casaglia ha perso almeno 10 parenti, tra nonni e zìi. Sulla porta del suo negozio, nella frazione di Pian di Venola, racconta una storia di atrocità che a sua volta lui ha ascoltato come un rosario sgranato dal giorno In cui, in casa, gli hanno messo i calzoni lunghi. La racconta senza acrimonia, pia con la fermezza di chi è venuto dopo e non ha àncora appagato 1 propri bisogni di giustizia. Anna Dainesi, invece, era là, a Cerpiano, quando piombarono le SS e sua madre la prese per mano, per scappare nel bosco. .Avevo 8 anni e mezzo — comincia tutto d'un flato — Ci nascondemmo per tre giorni mentre, a poche decine di metri, nell'oratorio, i nazisti ■mitragliavano e lan- . Piavano bombe. Ogni volta che un ferito si lamentava, giù un'altra raffica per finirto. Rimanemmo in quel nascondiglio per altri tre giorni e quando alla fine ci rifugiammo nella cantina del nostro casolare, mia madre fu costretta, con altre donne, a salire dalle SS ubriache». 'Tornò nella notte, svestita, e si nascose sotto dei Uhi con le altre. Più tardi venne Reder ih persóna a cercarla. Si, ■ io l'ho visto Quel bestione e non dimenticherò mai la sua ntano di legno ■ nero ohe mi spingeva, per terrà mentre la voce, comandava in tcn meteo italiano «dimmi dov'è tua madre!.. Figurarsi se lo dimenticherò, campassi cento anni. Non fosse stato per me, ?disse la mia povera madre, sarebbe fatta ammassare quella notte,. '.. Nemmeno in questa donna di mezza età c'è odio. •Perché ci tormenta a sette mesi dalla sita scarcerazione? Se fosse veramente pentito aspetterebbe in silenzio il 14 luglio*, sbotta indignata e su; a Pian dj Venola, Enzo Grilli, che allora aveva 13 anni, rincara: frante parole fanno male. ■ 1 1 ■ 1 e mesi alla scarcerazione dei ricordano i 189 bambini Danno fastidio. Ha un bel coraggio l'arcivescovo di Bologna a venire a dire dal di fuori che si deve perdonare tutto.. Nelle chiese della - zona, press apoco alla stessa ora, 1 sacerdoti leggono il messaggio di monsignor Giacomo Biffi. Nella sua cappella, a Marzabotto, il parroco don Angelo Serra, al quale si attribuì per molto tempo una dichiarazione di don Luigi Tommassini (11 prete partigiano che nel '67 disse In tv «Come religioso lo perdono, ma come uomo preferisco che rimanga dov'è»), legge con voce pacata davanti ad una cinquantina di fedeli: 'Ogni discepolo del Signore crocefisso non può non perdonare, se vuole continuare a dirsi vuole continuare a dirsi] so non può non perdonare, vuole continuare a dirsi vorrei comunque, dono degli ultimi 7 mesi della Alberto Galno ,orientato a processare Negri g ggli stessi negli interrogatovuole continuare a dirsi] dono degli ultimi 7 mesi della] Alberto Gaino ] orientato a processare Negri I gli stessi negli interrogate ———^ . .! , . ———————— 1 1 . n i ell'ufficiale delle SS, si pre uccisi • Nasce una comunicon coerenza cristiano... la Chiesa di Bologna inctfa i suoi figli a liberarsi da ogni risentimento e da ogni pensiero, amaro». Don Serra, che a quei tempi fu messo al muro dai nazisti, spende qualche parola in più: .11 cristiano migliore perdona e condona». In Municipio, il sindaco ribadisce la sua convinzione: •Il presidente Periini ci ha inviato un illuminante messaggio, due mesi e messo fa. Parlava delle responsabilità storiche del nazismo... a quanto mi risulta, Reder non ha abiurato. Poco fa mi ha telefonato un prelato annunciandomi un'altra lettera di pentimento del maggiore. Io non vorrei comunque, che il condono degli ultimi 7 mesi della sGmpnSvspcpvlcAercmtDus dono degli ultimi 7 mesi della] i ii. epara l'assemblea che nità con don Dossetti sua custodia cautelativa a Gaeta si trasformasse in cedimento della ragione». Poi porta 11 cronista in pellegrinaggio tra i silenzi di Monte Sole, dove, dopo 40 anni, «si vuole riportare la vita, ricostruire le case, realissare un parco ed aprirvi una 'fabbrica' della pace». Su questi pendii, dove caddero bruciati vivi o mitragliati in 1830, poco lontano dalla casa di un vecchio emigrante tornato dall' Australia, padre Dossetti, 1' ex leader storico della de ritiratori in Palestina, sta edificando una piccola comunità monastica. -E' stata una scelta sua e della Chiesa — dice Dante Cruicchi — per dare un senso al futuro di questo silenzio.