Vaticano: niente scandalo però

A colloquio con le autorità religiose cattoliche e protestanti A colloquio con le autorità religiose cattoliche e protestanti Vaticano: niente scandalo, però... «E' una realizzazione CITTA' DEL VATICANO — La moschea nella «città dei'Papi- non fa scandalo. «Macché schiaffo alta cristianità...-. Cosi in Vaticano si respingono timori e paure. «Anzi un segnale di speranza in più-. Però quel progetto fa discutere: c'è chi scuote la testa, chi analizza, chi scruta, chi approva. Cerimonia storica, senza dubbio, quella d'una settimana fa sotto la bianca tenda da beduini, il freddo di dicembre, molti mullah, il futuro Iman di Roma, principi, ambasciatori e Sandro Pertini. Una scena schea «Omar») di Catania e di pace tra Occidente e inusuale e basta? No. La prova di rapporti nuovi tra Occidente e mondo islamico. Troppe volte, nel passato, guerre, diffidenza, ignoranza li hanno rovinati. «Ora la presenza di una mosdica — dice monsignor Rossano, vescovo ausiliare nella capitale — va vista andie come realizzazione e auspicio di pace-.Le crociate sono lontane. Remotissime. E poi non ci sono solo quelle nella cronaca dei contatti tra Cristianesimo e Musulmani. L'Islam ha certo rappresentato dei problemi per la cristianità dal Medio Evo all'assedio di Vienna del 1683, ma non ha avuto soltanto diffidenza. Anzi. Ecco perché il giudizio dei cattolici sul primo tempio a Maometto in Italia è sostanzialmente positivo. «Ora — spiega padre Giacomo Gras-? so, teologo alla Pontificia Università San Tommaso D'Aquino — avendo una moschea si ha la presenza visibile delle tre grandi religioni monoteiste: di tutte quelle che in qualche modo discendono da Abramo, l'ebraica, quella cristiana da Isacco, quella islamica da Ismaele. Inoltre il Vaticano II dice parole molto belle sui musulmani-. «...Il disegno di salvezza — si legge nella Lumen Gentium — abbraccia anche coloro die riconoscono il Creatore e tra questi in particolare i musulmani, i quali professan¬ mondo islamico» - Ma il do di tenere la fede di Abramo adorano con noi un unico Misericordioso che giudicherà gli uomini nel giorno finale'. Gli Ordini religiosi e in particolare quello domenicano hanno attribuito sempre molta importanza al rapporto con l'Islam. Già alla metà del 1200 San Raimondo di Penafort istituì una scuola di studi arabi per avere migliori rapporti con quel mondo; nella basilica romanica di Santa Maria del Castello a Genova già nel 1050 furono murate due lapidi che in alfabeto «cufico« (arabo antico) propongono due «sure» del Corano. Al Cairo funziona l'Istituto di studi islamici in cui svolse grande attività il domenicano padre Anawati. Anche dai protestanti tanti si. «Ci auguriamo che questa moschea possa offrirci l'occasione per conoscere più da vicino l'Islam dopo le incomprensioni e le guerre che nel passato hanno caratterizzato i rapporti tra cristiani e musulmani'. «Qualche anno fa — confessa Giorgio Bouchard, moderatore della Tavola Valdese — lessi il Corano. Fu una delle emozioni più profonde della mia vita perché vi trovai intatto il monoteismo del profeti d'Israele. Un passo oscuio dell'Antico Testamento diventava di colpo attuale. Ismaele non era andato invano nel deserto. Martedì ho rivissuto quell'e¬ progetto fa discutere mozione quando con Aurelio Sbaffi ho sentito pronunciare nel nome di un.miliardo d'islamici la formula del Corano: 'Nel nome di Dio mlsercordioso". Certo mancava e manca totalmente la mediazione crìstologica senza la quale non c'è, per noi, accesso alla pienezza dello spirito. Ma Ismaele era davanti a noi. Eravamo ' costretti e anche contenti di riprendere il dialogo con lui: E continueremo-. «Non sono necessarie né chiese, né moschee per pregare Dio. Ci si può trovare anche in uno stadio affittato. Tuttavia — precisa Alberto Bertone dei Testimoni di Geova — non vogliamo criticare nessuno. I locali sono utili, non indispensabili-. La moschea a Roma è per i seguaci di Geova «il segno della liberazione da un sistema eie-. ricale concordatario che per anni ha condizionato l'Italia'. «Non c'è nulla di straordinario — conclude il professor Sergio Sierra, rabbino di Torino —. Una mosdiea a Roma non deve provocare tensione, servirà a farci superare preconcetti di esclusivismo religioso. La costruzione, in qualsiasi parte del mondo, di un locale'di culto monoteistico non può lasciare nessuno indifferente. E' un 'occasione in più di contatto e di comprensione tra credenti'. Gian Mario Ricciardi

Persone citate: Alberto Bertone, Aurelio Sbaffi, Gian Mario Ricciardi, Giorgio Bouchard, Sandro Pertini, Sergio Sierra, Tommaso D'aquino