E ora sciopero dei finanziari di Mario Salvatorelli
Dopo commercianti e artigiani Dopo commercianti e artigiani E ora sciopero dei finanziari Per contestare il dtamento induttivo Dopo le serrate di commercianti e artigiani contro il «pacchetto» Visentin!, dopo gli scioperi indetti dai sindacati dei lavoratori dipendenti, in appoggio a quel «pacchetto» e per una distribuzione più equa del carico fiscale, avremo, dunque, anche l'agitazione degli stessi dipendenti del ministero delle Finanze, non tanto a favore o contro la riforma proposta dal ministro, «inalilo in difesa della loro immagine. Sembra, infatti, che la decisione d'incrociare le braccia, il sindacato autonomo. Salfi, al quale aderisce una buona parte dei dipendenti delle Finanze, e di cui è segretario generale Enzo Vigano, l'abbia presa dopo l'ultima riunione mensile degli ispettori compartimentali delle imposte, che si sono doluti per i timori, più o meno espliciti, espressi da numerosi parlamentari, in merito alle «bustarelle, che gli accertamenti induttivi, previsti nella riforma Visentini, avrebbero fatto circolare. Ufficialmente, lo sciopero è presentato come un richiamo alla necessità d'una riforma dei servizi che dovrebbero applicare la «riforma». Nelle attuali condizioni, di cono nel palazzo del fisco al l'Eur; non possiamo control lare più dello 0,6 per cento dei 23 i.-.'ilioni di dichiarazioni dei redditi annuali, e più del 3 per cento di quelle dei lavora tori autonomi, in pratica 140 mila denunce dei 4 milioni 400 mila presentate da com mercianti, artigiani, professionisti e lavoratori autonomi in genere. Ora, dobbiamo sentirci trattare come «ladri di polli», in vista degli «accerta menti induttivi» che, fra l'altro, esistono già nelle norme vigenti? Prima di discuterne, fino all'orlo del precipizio, cioè della crisi di governo, e di «Stampa Sera» di oggi 17 dicembre 1984 è uscita in 506.313 esemplari STAMPA SERA Michele Torre direttore responsabile Carlo Bramardo vicedirettore Editrice LA STAMPA SpA. Presidente Giovanni Agnelli Amministratori: Lupa Corderò di Montezemolo Umberto Cuttica Giorgio Fattori Giovanni Giovannini Carlo Masseroni Francesco Paolo Mattioli Sindaci Alfonso Ferrerò (presld.) Luigi Demartini Giovanni Peradotto Direttore Generale Paolo Paloschi A Stabilimento tipografico La Stampa Via Materico 32, Torino Stampa In fac-almile: O.E.C. SpA via Tiburt.na 1099, Home Stampa in tac-aimile: S.T.6. SpA Quinta strada 35. Catania 1984 Edtt. LA 8TAMPA S.p.A. Registrazione Tribunale di Torino n. 613/1926 £ncMi certificato n. M9 ubbio che I'accer favorisca tangenti farne addirittura un problema di «bustarelle', rendetevi conto che stale litigando davanti a un armadio, non pieno di scheletri, ma privo del benché minimo contenuto. Vent'anni fa. quando le entrate del fisco si aggiravano sui 10.500 miliardi di lire, i dipendenti del ministero delle Finanze erano circa 90 mi-la. Dieci anni dopo, nel 1974, le entrate tributarie erano salite a 34 mila miliardi, si erano triplicate, ovviamente anche a causa dell'inflazione che da strisciante si preparava a diventare galoppante, ma i dipendenti erano saliti appena a 98 mila, solo il 9 per cento in più. Nel 1984. con un totale di imposte, dirette e indirette, previsto in oltre 161 mila miliardi, i dipendenti del ministero delle Finanze sono meno di 110 mila, di cui 62 mila civili (personale non vincolato compreso) e 47 mila militari (leggi, Guardia di Finanza). In conclusione, il personale è aumentato del 22 per cento In vent'anni, ma I «mezzi» da amministrare si sono moltiplicati quindici volte. Allora, nel 1964, tanto per tornare al motivo del contendere, vennero registrale 859 mila dichiarazioni dèi redditi di lavoratori autonomi, e oggi, come s'è detto, ne arrivano 4 milioni 400 mila, cinque volte tante. Già Luigi Einaudi, ai tempi della neonata Repubblica Italiana, diceva che nessuna riforma delle imposte è pensabile, se prima non si riformano funzioni e funzionari. Molti anni dopo Einaudi, e parecchi prima di oggi, lo stesso Bruno Visentini, per la prima volta ministro delle Finanze, fece preparare un «Libro bianco» in cui si sottolineava la necessità d'una rN forma dell'amministrazione a lui affidata. In sostanza, in quel «Libro bianco» si affermava che un migliore, più equo e anche più sostanzioso prelievo tributario dalle risorse del Paese si poteva realizzare solo con una riforma tesa ad adeguare l'apparato amministrativo agli scopi, e a togliere 11 personale dallo stato di grave demotivazione nel quale si trovava allora, e ancor più si trova oggi. Non è pensabile che ogni dipendente delle Finanze, militari compresi, debba «amministrare» in media un miliardo e mezzo, e funzionare meglio di vent'anni fa, quando la media era di 116 milioni per dipendente. Quindi, se si farà, lo sciopero del fisco non sarà certo meno motivato delle altre agitazioni del genere. C'è, solo, un neo In questo quadro, e cioè che l'agitazione sia stata indetta in modo da assicurare, con cinque giorni di sciopero, il 22, 24, 27, 28. 29 dicembre, un lungo «ponte» che andrà da prima di Natale a Capodanno. Mario Salvatorelli
Luoghi citati: Catania, Repubblica Italiana, Torino
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