Binda dice «AI Tour fu inimitabile»

Binda dice «AI Tour fu inimitabile» Binda dice «AI Tour fu inimitabile» Alfredo Binda è del 1902. Ha smesso di gareggiare nel 1936, dopo avere raggiunto una popolarità colossale. Rimase nell'ambiente, nei Giro d'Italia del 1940 conobbe quel ventunenne di cui si diceva un gran bene, Fausto Coppi. Quel gregario della Legnano, quel ragazzino irrispettoso che vinse il tìiro beffando il suo capitano Bartali. Il grande Binda fece i suoi auguri al giovane Fausto. «Poi ci fu la guerra, lo persi di vista. Coppi si impose subito, nella prima Milano-Sanremo dopo la Liberazione, una grande vittoria per distacco. Nel 1948 mi offrirono di fare il commissario tecnico al Tour de France, non accettai. L'anno dopo dissi di si, esordiva in quella corsa Coppi, vinse subito, e aveva già vinto in quell'anno il Giro: primo al mondo capace della doppietta. Uh fenomeno». Binda rimase a lungo commissario tecnico: guidò Coppi in un'altra doppietta (1952) e nella conquista della maglia iridata (1953). Binda stava al Tonale, a far dello sci, con moglie e figlie, quando seppe di Coppi morto: «Stavo mettendomi gli sci, qualcuno mi riconobbe e mi disse che Fausto quel mattino se n'era andato. Tornai subito a Milano, a casa mia. e da 11 mi portai a Castellania, per 1 funerali. Ero inebetito, distrutto». Sovente Coppi venne paragonato e addirittura opposto, in Quei confronti teorici che piacciono assai alla gente, a Binda: «Io sono l'ultimo a poter parlare di dò. Dico che Coppi fu grandissimo, e probabilmente ineguagliabile in certe sue imprese al Tour de France. Non aveva quel che si dice un grande fisico, ma evidentemente aveva 11 fisico adatto per andare in bicicletta, e per andarci poi alla sua specialissima maniera». Pagina a cura di Gian Paolo Ormexzano

Persone citate: Alfredo Binda, Bartali, Binda, Coppi, Fausto Coppi, Gian Paolo

Luoghi citati: Castellania, Italia, Milano, Sanremo