«Con lui un ciclismo che non tornerà più»

«Con lui un ciclismo che non tornerà più» «Con lui un ciclismo che non tornerà più» Gino Bartali, classe 1914, aveva ventlsei anni quando Fausto Coppi, classe 1919, gli vinse sotto gli occhi, da suo gregario nella Legnano, Il Giro d'Italia 1940. Poi ci fu la guerra, Il soldato Coppi parti per II fronte africano dopo aver battuto al Vigorelli (1942) 11 record mondiale dell'ora, fu fatto prigioniero In Tunisia dagli Inglesi, tornò In Italia e venne battuto da Bartali nel primo Giro del dopoguerra, quello del 1946. Fra f due fu grossa rivalità sino al 1954, quando Bartali si ritirò. Alla fine del 1959 venne annunciato che, per l'ultimo anno in bicicletta, Coppi sarebbe stato guidato, diretto da Bartali, In una squadra chiamata San Pellegrino e forte anche del ragazzo definito troppo in fretta «nuovo Coppi», cioè Romeo Venture!!.. Furono pure scattate le foto del due, tornati dopo vent'annl a Indossare gli stessi colori. Coppi mori e Bartali per un po', specie alla televisione, «corse» ancora contro 11 grande rivale. Poi il ricordo si è Ingranditole intanto stemperato, dentro Bartali, in affetto profondo. Adesso, settantanni compiuti, Bartali parla di Coppi con grosso, vero amore. «Fausto non è morto, finché lo sono vivo vado In giro a raccontare la sua grandezza. Fausto morirà soltanto quando morirò anch'io. Bartali In una delle feste per II suo settantesimo anno ha incontrato Giulia Occhini, con la quale ebbe contrasti profondi. «Mi ha fatto gli auguri, l'ho ringraziata. Quella donna ha cambiato la vita di Fausto in maniera inquietante: quando non la conosceva, Fausto poteva passare sui vetri e manco forava; dopo, bastava una caduta qualsiasi e gli si sbriciolavano le ossa». Battali dice queste cose senza nò astio nè denuncia, occupato e preoccupato dal grande mistero che per lui divenne ad un certo momento la vita di Coppi.

Luoghi citati: Italia, Tunisia