Le lettere della domenica

Le lettere della domenica Le lettere della domenica Quando l'evasione è vergognosa : Sono uh ex impiegato dell' Ufficio delle Imposte Dirette di Biella, sono in pensione da 3 anni. Attualmente mi trovo à Piacenza, ma abito a Biella, citta dove sono nato. ; Devo dire con cognizione di causa (ho esaminato migliaia di Modelli 740) che l'evasione fiscale da parte delle categorie che non svolgono lavoro dipendente, è semplicemente vergognosa. Tante volte, sia io che i miei colleghi abbiamo provato un senso di disgusto, di nausea. . L'evasione fiscale dei commercianti, che tanto sbraitano, è anch'essa vergognosissima. C'è gente che da anni non paga una lira, altri cifre ridicole. Non mi sento di fare di ogni erba un fascio, non sarebbe giusto, ma quelli che si salvano (si fa per dire) sono pochissimi. Che l'accertamento induttivo comporti dei rischi, non abbiamo bisogno che lo dica l'on. Rubbi de o D'Onofrio, oppure l'on. Longo. , Comunque la mia natura e la mia cultura non mi consentono di considerare gli impiegati e 1 funzionari degli uffici delle Imposte come del potenziali indiscriminati corrotti. Conclusione, 11 ministro Visentini ha ragione, la sua legge è un atto di giustizia per tutti quelli che come me pagano sino all'ultimo centesimo. Lo ammiro, signor Plranl, per quello che scrive, bravo. Guido Becchio, Piacenza Giocatori stranieri ma fuoriclasse Trovo giusto ingaggiare giocatori di calcio all'estero, ma che le nostre squadre Ingaggino invalidi e veterani, pagandoli suon di miliardi, secondo me, fanno ridere i polli. Guido Graspugli, Milano I petrolieri e i prezzi La Stampa del 28 dicembre 1984 riporta un comunicato della Faib (la Federazione dei benzinai aderente alla Confesercenti), secondo cui «"11 metodo" di determinazione dei prezzi petroliferi funziona assurdamente come una scala mobile per i petrolieri Vorrei precisare che «11 metodo» in vigore per la determinazione del prezzi petroli- feri non è stato Inventato dai ' petrolieri, che lo considerano unicamente una fase di passaggio verso la liberalizzazlo- ' ne dei prezzi, come già in vigore nei principali Paesi industrializzati (Usa, Gran Bretagna, Repubblica Federale Tedesca, ecc.); il «metodo» ha funzionato cosi bene da scala mobile, tanto da non impedire l'imponente perdita per l'industria petrolifera italiana di circa seimila miliardi di ' lire negli scorsi quattro anni. Il che ha comportato una grave crisi del settore ed 11 crescente disimpegno delle Compagnie, con serie ripercussioni nel settore degli investimenti e della occupazione Achille Albonetti presidente dell'Unione Petrolifera, Roma Non è meglio «la centrale» La nostra esperienza (pratica) della centrale nucleare del Garlgllano ci consente di dissentire, prove alla mano, dalle rassicuranti (teoriche) affermazioni, esposte nella lettera di due professori torinesi. L'effetto biologico delle radiazioni (cancri, leucemia, mostruosità), si verifica, spesso, negli uomini, dopo decenni. E' perciò assai problematico risalire alla causa. La centrale del Garigliano, oltre ad emettere nell'ambiente radio-attività imprevista a causa d'incidenti (esplosioni del filtri alla base del camino nel 1972 e'76), ha rilasciato nel normale esercizio (14 anni), 91 curie di liquidi nel fiume e quindi nel mare, mentre nell'aria ha emesso la spaventosa cifra di un milione e mezzo di curie di gas radioattivi. Anche se la maggior parte della radioattività prodotta si decompone rapidamente, alcuni elementi (esempio: ceslo-137) restano attivi per secoli, altri (plutonio-239) per 500.000 anni... ed 11 nettunio237 addirittura per l'eternità: dieci milioni di anni! Un vasto locale sotterraneo, destinato a custodire le scorie «schermate e stagne», è periodicamente invaso dalle acque di falda, quando questa s'Innalza, a c^.usa di fessurazioni delle pareti; Da ciò, non risulta proprio che è meglio il nucleare!, Alfredo Petteruti, Sessa Aurunca Se il cittadino si sente «indio» Al lettore genovese che vi scrive di sentirsi come un indio quando riceve offerte di libri per corrispondenza o visite di propagandisti religiosi vorrei chiedere: non si sente forse più indio quando la Tv gli propina una valanga di pubblicità, per non parlare delle concloni di uomini politici o delle ossessive esibizioni clericali? Non si sente più indio quando, acquistata a caro prezzo una rivista, si accorge che contiene 1 tre quarti di pagine pubblicitarie? Non si sente più indio dinanzi alle sfavillanti luminarle natalizie che egli pagherà sugli acquisti? Ben vengano le offerte di libri per posta o a domicilio, offerte che si possono sempre rifiutare, la propagazione di porta in porta di idee, che si possono sempre discutere. Giovanni Peiretti, Torino Quello spettacolo poco decoroso Vorrei intervenire sulla vicenda dell'indecoroso- spettacolo che la Tv ci propina in merito agli arrestati, che vengono esposti al ludibrio. Perché la nostra Italia che copia una infinità di cose dall'America e dai Paesi del Mec, non ha mai pensato di imitare il modo di ammanettare gli arrestati americani, (cioè i polsi legati dietro alla schiena) Oberdan Sorace, Cagliari La sezione sarda nata a Bologna In merito a quanto comparso alla pagina 6 della Stampa dell'8 dicembre a proposito della sezione «Su Dlsterru» del Partito Sardo d'Azione, vogliamo precisare: 1) Nel corso dell'intervista del vostro inviato Sapegno, nessun membro della sezione ha connotato negativamente l'esistenza o l'operato dei Circoli degli emigrati sardi presenti in Italia e in tutta l'Europa. Sarebbe stato strano data l'appartenenza di membri della sezione anche alle strutture direttive dei Circoli. - Se qualche appunto c'è stato, non aveva certo 11 tono che ha assunto sul giornale. 2) LÌ sezione è nata a Bologna e non a Imola. Marco Piras, Bologna Vicesegretario della sezione sarda Non ho scritto che la scalone è nata a Imola. Per il resto ho riportato fedelmente le dichiarazioni. Non capisco che cosa abbia da precisare il signor Piras visto che non ho riferito nell'articolo alcuna sua opinione, (p.s.) Non condannate San Patrignano La Lenad di La Spezia, formata da' genitori e familiari di tossicodipendenti e volontari, ha cinque ragazzi ospiti della Cooperativa di San Patrignano, diretta da Vincenzo Muccioli. I nostri-ragazzi, alcuni da più di un anno, vivono a San Patrignano. Vincenzo Muccioli è riuscito là dove tutti i medici, le cliniche e i medicamenti hanno fallito. Del resto è ormai accettato universalmente che la tossicodipendenza non è una malattia, ma un comportamento che può essere modificato da personalità particolarmente dotate. Vincenzo Muccioli rappresenta per i nostri figli l'aspetto, positivo di questa Società. Noi genitori abbiamo accettato di buon grado che 1 nostri ragazzi fossero «ristretti» a San Patrignano: quasi tutti avevano già esperienze di carcere e fallimenti in altre Comunità. Nessuno di essi si è mài lamentato di trattamenti coercitivi che, secondo l'accusa, sarebbero adoperati a San Patrignano: indubbiamente noni! può pensare di usare nel confronti dei tossicodipendenti le stesse modalità di comportamento che si hanno con gli altri ragazzi. Il tossicodipendente è una persona debole e deve anche essere «obbligato» a fare certe azioni che, successivamente, al momento della riflessione, diventeranno sue scelte. Specifichiamo inoltre che, dal punto di vista economico, nessuno di noi, a nessun titolo, ha mai versato alcuna quota a San Patrignano. Anna Rosini, La Spezia Lenad (lega nazionale antidroga) Riproduzioni e patacche Desidero rispondere allo scritto di Francesco Vincitorlo, dal titolo «Grafica e patacche», apparso su «Tuttolibrl» dell'8 dicembre '84. Occorre innanzitutto dislinguere l'artista serio da quello disonesto. Se l'artista è serio, la numerazione apposta sulle riproduzioni in genere (anche quelle tratte da fotoincisioni) è scrupolosa e precisa: è quindi assurdo affermare che si possa «ripetere all'infinito». A parte sempre il fatto che al pubblico non interessa sapere come si giunga alle copie riprodotte, interessa bensì la riproduzione esatta del disegno originale (eseguito il quale l'artista ha già terminato il suo lavoro), l'autenticità della firma, e la sincerità della numerazione. Per quanto riguarda le riproduzioni «ortodosse», Vinci torlo dovrebbe sapere che oggi, col moderni mezzi tecnici, un artista disonesto può riprendere 11 ciclo produttivo partendo da una copia qualsiasi... facendo pure scomparire la presenza del «retino») Domenico Seren Gap, Torino Quell'energia che non inquina Con estrema concisione, vorrei far notare al signor Fancello (lettera del 23 dicembre) che gli Impianti nucleari sono effettivamente «paladini della sicurezza» in virtù delle molteplici misure costruttive (triplice contenimento) che non hanno riscontro, per esemplo, negli impianti chimici; ma sono soprattutto «paladini del non Inquinamento» perché sono 1 soli grandi Impianti di energia che non si basano sulla combustione, e non modificano l'ambiente. Domenico Garelli, Milano Solidarnosc non è violento Vorrei ricordare al 6lgnor Sergio Ferrerò (lettera del 23 dicembre) che Solidarnosc è un sindacato non violento. Non attua picchettaggi duri, né interrompe le vie di comunicazione e non distrugge auto o vetrine e, per tutta risposta, riceve carcere, manganellate e docce non certo piacevoli in una stagione gelida. I sacerdoti di Solidarnosc (sono tanti?) sono da paragonare al Mahatma Gandhi, un indù di provata fede religiosa, il quale attuò la protesta non violenta in India. Sarebbero da deprecare solo se accettassero poltrone nei Palazzo, .come avviene in Nicaragua, ove a una dittatura ne è subentrata un'altra. Dante Lo Piano, Bologna Oro verde in Campania SI sente parlare sempre con maggior insistenza dei mail arrecati dall'uso del fumo e degli stupefacenti, oggi consumati indlscrlmlnamente da persone più o meno giovani e di ambedue i sessi. II problema è di una vastità mondiale e per poterlo risolvere ci vogliono l'impegno e la collaborazione di tutti 1 Paesi (produttori, trasformatori e consumatori), dimostrando più rigore legislativo e penale. Prima di tutto, occorre tenere sotto controllo non solo la lavorazione di quei prodotti ricavati dalle piante incriminate (tabacco, coca, oppio, canapa e papavero indiano) o per via sintetica dalle industrie chimiche, ma soprattutto occorre censire e sorvegliare la coltivazione di tali piante e tenere sotto stretto controllo quelle industrie chimiche' con caratteristiche produttive morflnoslmlli, al fine di evitare che parte del raccolto o del prodotti stupefacenti di sintesi vengano immessi sul mercato nero e smerciati clandestinamente. In Italia una volta, chi voleva coltivare piante di tabacco doveva inoltrare domanda, agli organi competenti del Monopolio di Stato ed ottenerne la prescritta licenza, oggi Invece si vieta il fumo e si fa propaganda dissuasiva da una parte e dall'altra ma si liberalizzano la coltivazione e il commercio del tabaccò- -, Vincenzo Crisci, Maddaloni (Caserta)