Cultura chiusa per sicurezza

Cultura chiusa per sicurezza Il dilagare degli interventi preventivi ha imbavagliato la città Cultura chiusa per sicurezza Novelli: «La legge non sta in piedi, non si può andare avanti con provvedimenti tampone o rifare totalmente edifici del '600 e del '700» - Francesca Libertini, dell'Unione Culturale: «Perché non si denuncia come insicuro anche Palazzo di Giustizia?» - Balmas: «Occorre buon senso, va tutelato anche il vivere insieme» •Bisogna avere una inuma volta il coraggio di dire come stanno le cose: la legge sulla sicurezza degli edifici non sta in piedi. Non si capisce, per esempio, perché gli alberghi siano stati considerati in un certo modo e invece gli edifici pubblici in un altro: Diego Novelli di fronte all'allargarsi a macchia d'olio delle' chiusure che bloccano spettacoli, centri culturali, luoghi d'incontro, dice basta. Ma non può fare a meno di firmare le ordinanze, pena l'accusa di omissione d'atti d'ufficio. Il suo rammarico cresce ad ogni nuova chiusura, anche perchè si rende conto che di questo passo la citta va incontro ad un vero e proprio impoverimento del proprio tessuto culturale. In questi ultimi giorni, per esempio, sono stati colpiti, per mancanza dei necessari requisiti di sicurezza, il Movie Club e il Teatro degli Infernotti, in un'ala dell'Unione culturale, ospite di palazzo Carlgnano. Recentissimo, poi, il blocco delle attività del Palazzotto Le Cupole di via Artom-strada Castello di Mirafiori, proprio sabato scorso, quando stava per andare in scena un concerto del complesso «I Nomadi». E anche qui è stato un colpo inferto ad una struttura pubblica, utile alla citta, luogo d'incontro pure per lo sport, in una zona bisognosa di tutto. All'Unione culturale il sindaco è legato dall'affetto del «socio fondatore». Ricorda: 'Nel 1964, all'apertura, facemmo dare dall'allora ■ sindaco de, Grosso, un contributo una tantum, poi piii niente. Ora vedremo che cosa si può fare. Sono già d' accordo con il comando dei vigili del fuoco per un sopralluogo. Ma la strada vera da percorrere non è quella delle solueioni tampone, ma di una legge specifica, chiara e sema favori per nessu-no». Il i direttivo dell'Unione culturale ha lanciato un appello a Regione ed enti locali (Comune e Provincia) per risolvere una situazione insostenibile. Del resto, se le autorità preposte alla sicurezza degli edifici pubblici dovessero intervenire ad ogni manifestazione, probabilmente poche strutture rimarrebbero aperte. Lo am¬ mette lo stesso Novelli quando afferma: 'Tutti i grandi teatri monumentali d'Italia sono nelle stesse condizioni. Che cosa si vuole, fare moderne uscite di sicurezza, prese d'aria in edifici del 600 o del 700? Bisogna trovare correttivi alla legge, ovviamente senza dimenticare la sicurezza dei cittadini^. Ma che cosa possono fare 11 Comune e la Regione nell' immediato? «Non molto — risponde il sindaco —. Palazzo Carignano è dello Stato. Nello stesso tempo, però, è di proprietà pubblica, e gli interventi non dovrebbero essere poi tanto complicati. Basterebbe stanziare dei fondi per modificare il modificabile, senza deturpare le opere d'urte». L'Unione culturale ha chiesto interventi, ha spiegate che la sua attività non può essere resa monca dalla chiusura improvvisa del «Movie» e del «Teatro degli Infernotti» (sorte che potrebbe toccare al Club Turati o ad altri centri che hanno sede ih palazzi storici, belli Guanto ìnslcurl), -'Ripeto ^-prosegue il sindaco.:,r*AkW°btem «W affrontato ralla ^radice. E'- assurdo che queste cose accadano soltanto a Torino e non in altre città». Amaro lo sfogo di Francesca Libertini, segretario e responsabile legale dell' Unione culturale: -Abbiamo risanato ambienti del Palazzo Carignano che stavano andando in mano ai topi. Se ce ne ondiamo — e potremmo farlo — quest'ala dell' edificio probabilmente degraderebbe in frétta. Il pro■ blema vero, al di là del contingente, è la creazione di un palazzo della cultura che possa ospitare noi come tutti gli altri centri di ogni origine o ispirazione politica». La signora Libertini conclude con una frecciata polemica. 'Perché —■ domanda — si considera insicuro Palazzo Carignano e non Palazzo di Giustizia, che è in, condizioni ben peggiori?». E Novelli: 'Ovviamente non accettiamo la logica della città morta. Abbiamo realizzato il censimento'degli edifici municipali, per rendere tutto a norma di sicurezza sono necessari 130 miliardi: non sono una lira, ma faremo la nostra parte». Giuseppe Sangiorgio «Dire che II Movie rappresenta e ha rappresentato molto nello sviluppo di una cultura cinematografica non epidermica della nostra citta, è dire cosa ovvia, come ricordare fli avvenimenti culturali di grande rilievo del Teatro degli nfernottt negli ultimi anni». Questo II commento dell'assessore municipale alla Cultura, Giorgio Balmas, di fronte al dilagare delle chiusure di locali per ragioni di pubblica sicurezza. «Ci sono, pero, anche I problemi del Conservatorio, del P&laztetto dello Sport, delle Cupole di via Artom, di sale e cinema vari. Se osserviamo polemicamente che, al limite, anche altri ambienti di pubblica attività, di vita civile d'insieme, anche Istituzionali, sono forse In condizioni analoghe, non lo facciamo per auspicare masochlsticamente un black-out totale, ma per augurarci invece perentoriamente che, a livello legislativo e di regolamentazione di buon senso, vengano risolti non solo 1 sacrosanti problemi della pubblica Incolumità ma anche quelli della tutela, appunto, del poter vivere Insieme». Lorenzo Ventavo!!, presidente del Museo del cinema, evita giudici con un lapidarlo: «No comment». Poi spiega: ■L'anno scorso, quando chiusero numerosi cinema, rilasciai dichiarazioni. Accadde il finimondo. Non voglio ripetere l'esperimento». Massimo Salvador!, professore di Storia contemporanea alla Facoltà di. lettere: «La chiusura di centri culturali, coinvolti In problemi di sicurezza, e un danno per la città. Bisogna vedere che significato hanno queste misure di prevenzione. Se si tratta di eccessi, sono da deplorare; dovremmo quindi avere II parere equilibrato di un tecnico». Luciano Casadei, amministratore di Radioflash e RadioStuff: «Slamo l'unica città in queste condizioni e, personalmente, ritengo non sia solo una questione di pubblica sicurezza. Si rischia di mettere il bavaglio a ogni espressione culturale, con un atteggiamento intollerabile del comandante del Vigili del fuoco, il quale ha dichiarato pubblicamente di voler far applicare le norme nel modo più rigido possibile». Stefano Della Casa, programmatore del Movie club: «Di questo passo sarà impossibile lavorare e fare cultura. E' un ; problema generale della città: gli enti locali devono trova- i |>g SD&zl HOCÉTMfl11 **» Giulio Mattoni, responsabile di Arcimedla: «Le misure di sicurezza vanno rispettate, ma con un minimo di buon senso, se non si vogliono far chiudere pezzi significativi della cultura in una città già tanto martoriata». Molti i lavori necessari alla sicurezza a Palazzo Carignano

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