Il «Times»: due secoli di grande giornalismo di Paolo Patrono

Il «Times»: due secoli di grande giornalismo LI COMPIE MARTEDÌ' TRA FESTEGGIAMENTI Il «Times»: due secoli di grande giornalismo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Fra tre giorni, il primo gennaio, il Times compirà duecento anni. É i festeggiamenti per questo compleanno, memorabile non solo per la stampa anglosassone, saranno all'altezza della ricorrenza! esposizioni, una serie speciale di francobolli, documentari in tv, libri commemorativi,.un concerto alla Royal Festival Hall diretto da Georg Solti, un party ' di gala nella regale Hamilton Court. Perfino una cuvée speciale di champagne verrà dedicata al compleanno fra i brindisi di quanti quotidianamente lavorano alla fabbricazione, del giornale, che è diventato in questi due secoli uri punto di riferimento obbligato, anzi una vera e propria «istituzione.. E come qualsiasi altra istituzione anche 11 Times ha subito l'affronto del tempo, ha lottato duramente per sopravvivere, per serbare 11 proprio prestigio. Ha superato crisi che avrebbero schiantato altri fogli meno solidi: non è uscito, per un anno a causa di una durissima vertenza interna, ha subito cinquanta miliardi di perdite nel ■78-'79. Ma quando è ritornato in edicola, dopo un intervallo cosi lungo, ha ritrovato tutti l suoi fedeli lettori e negli ultimi anni ne ha conquistati di nuovi, oltre 400 mila in tutto, riprendendo un cammino ascendente che si era soltanto interrotto. Il suo numero Inaugurale fu stampato il primo giorno dell' anno 1785: allora si chiamava The Daily Universql Register e'voleva essere il 'registro dei tempi: Ma tre anni dopo abbreviò 11 suo nome, cambiandolo nel più semplice The Times. Il suo pruno editore-proprietario fu John Walter, ex mercante in carbone e assicuratore alla Lloyd's Coffee House. Il suo motto era «Pubblica e sii dannato», la sua ambizione era di fare del nuovo giornale un quotidiano di larga diffusione e pubblicità. E per raggiungere il suo traguardo, John Walter I non guardava In faccia a nessuno: accusò perfino i duchi della famiglia reale di essere stati «insinceri» nell'accogllere il ritorno di Giorgio IH reduce da una malattia mentale. Si buscò sedici mesi di carcere che sopportò senza, batter ciglio e senza rivelare la fonte della sua informazione, forgiando la robusto tradizione d'indipendenza verso i potenti del giornale che pur si fregia del titolo di quotidiano dell'establishment britannico. Cosi, dunque, è stato il Times ed è rimasto in questo lungo arco di storia, della quale ha colto, spesso per primo, 1 momenti più importanti. Pubblicò infatti per primo 11 rapporto del viceammiraglio Collingwood sulla morte di Nelson durante la battaglia di Trafalgar, 11 7 novem¬ bre 1805. Dieci anni dopo, il 22 giugno, annunciò la vittoria di Waterloo pubblicando il dispaccio originale del duca di Wellington. Ma il suo scoop più clamoroso è rimasto la -pubblicazione del testo ansora segreto del Trattato di Berlino del 1878, per merito del suo corrispondente Henri Di Blowtltz che trasmise la notizia da Bruxelles dopo un'avventurosa corsa in treno dalla Germania. Insomma, spigolare fra le sue pagine vuol dire rivivere gli avvenimenti principali degli ultimi decenni che hanno avuto tra gli inviati del Times degli osservatori esclusivi, dalla guerra di Crimea fino alla conquista dell'Everest. Sempre, 11 quotidiano londinese è riuscito a stare miracolosamente al passo del tempi, a sacrificare al momento giusto la forza .della tradizione più salda, come quando nel '68 rinunciò alla prima pagina costruita esclusivamente di annunci pubblicitari e si rassegnò a dar subito ai suol lettori 11 succo dell'attualità, anche a costo di guastar loro il piacere del break-fast. E adesso, piegandosi alla moda, si è rassegnato ha stimolare l'interesse del lettori anche con un gioco a premi. Ma non il solito, sfruttatlssimo «Blngo»: il suo si chiama «Portfolio», si basa sul corso delle azioni in Bórsa Rende ed è più chic: noblesse oblige. Paolo Patrono

Persone citate: Collingwood, Georg Solti, Giorgio Ih, Hamilton Court, Henri Di Blowtltz, John Walter, John Walter I

Luoghi citati: Berlino, Bruxelles, Crimea, Germania, Londra, Wellington