Killer di Popieluszko: Sapevo che un viceministro approvava di Roger Boyes

Killer di Popieluszko: Sapevo viceministro approvava m Al processo di Torun drammatico racconto dell'assassinio del sacerdote Killer di Popieluszko: Sapevo viceministro approvava m NOSTRO SERVIZIO' TORUN — Per la prima volta da quando l'assassinio di padre Jerzy Popieluszko ha sconvolto la Polonia, uno degli uomini accusati del delitto ha pubblicamente coinvolto nel caso un politico, un viceministro, anche se non ne ha fatto il nome. Muovendo di continuo, nervosamente, la testa l'ex tenente della polizia segreta Leszek Pekala ha detto nell'affollata aula del tribunale di Torun che un viceministro aveva parlato di 'interrompere' l'attività politica dell'abate di Solidarnosc e che questa 'indicazione » era stata interpretata, sia pure a torto, come 'il via per un'azione illegale» contro Popieluszko. Il tribunale di Torun, Ieri alla seconda udienza del processo, sperava di sapere qualcosa di più sulla «catena degli ordini», sulle complicità che stanno probabilmente dietro al crimine, ma Pekala è stato deliberatamente vago nella sua testimonianza. Secondo gli atti dell'inchiesta, Pekala quando fu interrogato dalla polizia, dopo l'arresto, il 24 ottobre, disse che l'organizzatore dichiarato del rapimento, il capitano Orzegorz Piotrowskl, aveva assicurato che «la missione aveva l'appoggio di un viceministro». Ieri ha fatto una parziale marcia indietro: 'Nego — ha dettò -r che Piotrowski ci abbia mai detto che esisteva il placet di un viceministro per l'assassinio di Popieluszko... Uno del viceministri aveva parlato di interrompere le attività politiche del sacerdote e io interpretai, sbagliando, che questa fosse l'autorizzazione ad azioni illegali». Il ruolo del viceministro — del quale non è mai stato fatto il nome — è decisivo per la linea di difesa di Pekala. L'ex tenente della polizia segreta, in sostanza, afferma che pur avendo partecipato al rapimento di Popieluszko non intendeva spingersi sino all'assassinio e, comunque, obbediva agli ordini di Piotrowski che, a sua volta, aveva una copertura ad altissimo livello. Nel tentativo di dimostrare la credibilità dell'ordine di uccidere il sacerdote, Pekala è finito nelle sabbie mobili II viceministro, le cui parole in 'ogni caso arrivarono all'ex tenente di seconda mano, parlò di 'interrompere» l'attività politica di Popieluszko. Il vicedirettore della divisione «affari religiosi» della polizia segreta, il colonnello Adam Pietruszka (che siede al banco degli Imputati come complice del delitto), aveva approvato un'azione contro 1' abate che 'mettesse in pericolo la sua integrità fisica» ma non disse di ucciderlo. Pekala ha poi fatto un drammatico racconto del rapimento del 19 ottobre ed ha spiegato come, secondo lui, questo fini in un assassinio. Subito dopo il sequestro, Popieluszko fu gettato a terra, legato e rinchiuso nel bagagliaio dell'auto che era guidata da Pekala. Il sacerdote tentò piti volte di liberarsi, di fuggire. Cercò di aprire 11 cofano del bagagliaio a calci. Riuscì a scappare per qualche metro quando l'auto si fermò In un bosco. Ma ad ogni tentativo di fuga seguirono bastonature selvagge. Ha raccontato Pekala: 'Dopo il primo tentativo il capitano Piotrowski gridò che avrebbe strangolato Popieluszko con le sue mani se non fosse rimasto fermo». E dopo la disperata fuga nel bòsco, Piotrowski picchiò il sacerdote con un bastone lungo mezzo metro avvolto in uno straccio. Una corda fu poi stretta attorno al collo di Popieluszko per impedirgli i movimenti all'interno del bagagliaio dell' auto. E quésto potrebbe anche avere provocato la,morte del sacerdote. Ha continuato Pekala: 'Quando arrivammo nel boschetto ai margini del lago artificiale vicino a Wroclaw si accese una discussione tra noi su che cosa fare. Watdemar Chmielewski (il terzo ufficiale che prese parte al rapimento, ndr) disse che il sacerdote era stato picchiato abbastanza, chela lezione po- teca bastare. Ma Piotrowski insisti: no, deve finire nell'acqua». Qualche giorno più tardi, 11 24 ottobre. 1 tre si incontrarono in un bar di Varsavia, vicino al ministero degli Interni, e Piotrowski assicurò di nuovo i suoi complici che •sarebbero stati protetti». A questo punto spetterà, al capitano Piotrowski dire ai giudici se ricevette ordini superiori o se li millantò soltanto per convincere 1 due tenenti ad agire con lui. Finora l'ufficiale è rimasto in silenzio. Nella prima udienza si era dimostrato quasi spavaldo contestando alcune affermazioni della Corte sulla sua carriera. Ieri sudava e, a un certo punto, ha chiesto una sospensione di 15 minuti dell'udienza che è stata negata. Secondo alcuni avvocati 11 capitano Piotrowski potrebbe cambiare la sua linea. Invece di tacere (negli interrogatori della polizia è stato il più reticente) sperando che «qualcuno» in alto lo protegga, potrebbe rendersi conto che per lui è meglio parlare, dire tutto. Ma sono soltanto ipotesi. Il processo è stato aggiornato al 2 gennaio: continuerà la sua deposizione l'ex tenente Pekala. Roger Boyes Copyright «Times New&papere» e per l'Italia «La Stampa» i e per l'Italia «La stampa»

Persone citate: Adam Pietruszka, Chmielewski, Jerzy Popieluszko, Leszek Pekala

Luoghi citati: Italia, Polonia, Torun, Varsavia, Wroclaw