Tanti problemi, qualche paura
emi, qualche paura emi, qualche paura I conti tornano ad Enzo Bearzot soprattutto per fiducia negli uomini e nel suo lavoro, ma il commissario tecnico in cuor suo sa che attorno alla Nazionale c'è ancora molto da lavorare, da limare e da rivedere. La presenza nelle squadre di club degli assi stranieri — la cui Importanza è sottolineata dal et. in relazione allo spettacolo ed alla popolarità internazionale del nostro campionato — in realtà è un grosso handicap. Lasciamo da parte i «posti di lavoro; ovvero le possibilità di fare esperienza, che Platini, Falcao è colleghi tolgono al giocatori di casa (e consideriamo pure V esemplo sicuramente utile che offrono alle giovani leve), ma resta il fatto che la fisionomia delle nostre squadre è notevolmente sconvolta dalla presenza degli assi d'oltre confine, i quali nelle stesse occupano punti chiave: se non sono'uominl-gol, sono 'registi' del gioco. Bearzot, uomo saggio e sincero, non ha mal negato quanto sia stato utile alla Nazionale il blocco-Juventus, e quanto gioverebbe almeno un altro blocco per offrire la spina dorsale alla squadra azzurra. Adesso è costretto a comporre un mosaico, e non può nep-. pure ricorrere al Verona (pur aprendo le porte del Club Italia a Fanna, DI .Gennaro e Tricella) perché in un posto chiave in maglia gialloblù c'è Brtegel. Che il Verona abbia vinto anche senza il tedesco è un segno di salute, ma una lunga assenza del mpanzer» si farebbe sicuramente sentire. Da anni (dal ritiro di Benetti, tanto per intenderci) il centrocampo azzurro I h4 sofferto, e soffre ancora di più adesso che lo stesso Platini (più Boniek), Falcao (quando c'è) e Cerezo, Brlegel. Junior, Brady, Wilkins, Souness sono gli organizzatori delle loro squadre. E non può confortarlo che Marini sia in questo momento l'uomo-chiave dell'Inter. Marini, appunto, con Tardelli ed Orioli costituì in Spagna il reparto base del trionfo azzurro (se non ci vogliamo, fermare alle goleade irripetibili di Pablito Rossi), ma al momento in proiezione Messico '86 il solo juventino è ancora ipotizzabile, sia pure con prudenze motivate dalla sua usura fisica. L'evoluzione di Dossena, la limitata crescita di Sabato, hanno aiutato Di Gennaro a trovare spazio, al di là del suol meriti nel Verona. Bearzot adesso aspetta con ansia la verifica, nella con¬ tinuità, del rientrato Ancelotti. Un motivo in più di speranza. Ma non solo dai giocatori, il commissario tecnico ha bisogno di aiuto: è la Federazione a dovergli offrire possibilità di lavoro e programmi (anche lottanto con Lega e club) per superare questa lunga fase di rodaggio verso il Messico, verso il campionato del mondo che sin d'ora Enzo si pone come traguardo sulla panchina azzurra, se non termine definitivo del suo lavoro nel football (azzurro o altro). Il bilancio che il et. traccia è fatto alla vigilia di un anno difficile, proprio perché privo di incontri di qualificazione. Le amichevoli lasciano il tempo che trovano, e sotto questo profilo non comprendiamo la resistenza di Bearzot a partite con Francia e Argentina, due rivali che lui stesso definisce molto valide. Il coraggio nell'affrontare test duri deve partire da Bearzot, se vuole forzare la mano alla Figo. La Nazionale non è un pugile in ascesa che per arrivare lontano deve graduare gli sforzi. E' un complesso con grosse responsabilità sulle spalle che non può tirarsi indietro, se non vorrà trovarsi in Messico di fronte ad amare sorprese. Bruno Perucca
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