Nella fabbrica delle frottole Ranieri inventa un gran circo

Nella fabbrica delle frottole Ranieri inventa un gran circo Il vitale «Barnum» all'Alfieri con Ottavia Piccolo Nella fabbrica delle frottole Ranieri inventa un gran circo TORINO — Questo Barnum di Bramble-ColemanStewart (quattro allestimenti in contemporanea negli States da oltre cinque anni, e, ad un anno dall'esordio al Sistina di Roma, dall'altra sera all'Alfieri) è la storia di un simpatico venditore di bugie, un sognatore-truffatore che trova sempre un allocco disposto a prestargli fede, che riesce sempre a tramutare in successo le proprie smanie attivistiche. E' insomma, la storia di Phineas Taylor Barnum che, sullo sfonùiftìfill'America bonaria e puritana di metà Ottocento, ascende da imbonitore di false meraviglie umane (la balia centosessantenne di George Washington) a impresario di stelle internazionali (la soprano svedese Jenny Limi) e; infine, creatore del circo più grande del mondo. Le vicende pubbliche di questo cultore dell'arte della frottola s'alternano a quelle private: il profondo affetto per la moglie Charity, tutta schiettezza e concretezza; una pallida digressione adulterina di lui col succitato usignolo svedese; il ritorno nei ranghi, l'inattésa morte della moglie, il gran tuffo ripagatore nell'universo rutilante del circo. Il copione, a ficcarci il naso con deliberato puntiglio, è certo molto esemplare e un tantino moraleggiante; la storia «interiore» di Barnum vi è trattata con una certa spicciatlvità; e il suo. temporaneo ravvedimento (all'inizio del secondo tempo) detta qualche momento ■ di stanchezza, s'impiglia in qualche nesso narrativo non perfetto. Ma qui siamo nel musical (che è, si badi, tutt'altro genere di spettacolo dalla commedia musicale) in cui conta, più che la sostanza drammaturgica, la sua resa espressiva: le scene, i costumi, la direzione registica, la tenuta degli interpreti nella recitazione, nel canto, nella danza, e — in questo caso — anche nell'acrobatismo.. Sotto quésto molteplice'angolo visuale il Barnum prodotto da Rotùnho-GhizzoMontanart è di ottima fattura e di Immediata presa sul pubblico. La storia di Barnum è fusa tutta in unico contenitore, un largo spiazzo circense ideato da David Mitchell, dal larghi tendaggi rosa che pendono rigonfi dall'alto, con due palchetti di teatro ai lati del boccascena: e II dentro, con un agile gioco di siparietti m^mm^m^m tocèrmscti;my/mlté^edahe e carri, le sequenze si succedono a vista, senza soluzione di continuità. Anche t costumi di Theone Àldredge, tra rosa e belge, con delicate sfumature a pastello, un occhio alle stampe americane, uno alla pittura impressionista francese di pagliacci, sonai mdsrcmcstuconp, H mólto suggestivi. La regia di Buddy Schwab e del giovane Ennio Coltortté sul piede di un'ilare, uri poco ribalda speditezza, alla racconto popolare da fiera; e molto scattanti, vitali, ginniche sono le coreografie-dello stesso Schwab, sempre attento alla logica dell'insieme, ad una combinatorietà d'effetti che non esclude, anzi implica ordine e razionalità: come nella sequenza della costruzióne del 'Museo Americano (la più felice, a mio avviso, dell'intero spettacolo) dove i vedici ballerini (quasi tuta italiani) danzano e cantano con impetuosa gioia di vivere, e si rivelano al tempo stesso giocolieri di raro tempismo. Hanno, per la verità, per maestro e guida, nell'impeto e •nel vitalismo, quello straordinario attore-cantante-ballerino-acrobata che è Massimo [Ranieri nel ruolo di Barnum. Il trentaduenne napoletano Vive questo spettacolo come una specie di sfida: è concentrato e scattante, nervoso e ilare, si prodiga sino alto spasimo, schiumante d'agonismo, salta da una, pedana sino al palco di'proscenio, passa da un palco all'altra su un filo teso a due metri d'altezza: e carità, con quella voce calda sino alla commozione. Al suo fianco, dolce, severa, serena c'è Ottavia PiccoloChaley: gli òcchi fondi sgranati-a rimprovero sul viso, tóndo di madre-bambina, Ottavia infonde alla serata- un toccò di classe in più,, un sapor d'altro teatro che 'sta con questo in tenera affettuosa complementarità.. La sera di Nàtale pubblico non folto, ma applausi continui, e caldissimi sul finire. . Guido Davico Bonino Oliavi» Piccolo c Massimo Ranieri: i signori Barnum'

Luoghi citati: Roma, States, Torino