Volti e lacrime d'un massacro

Volti e lacrime d'un massacro Volti e lacrime d'un massacro Nell'Ospedale Maggiore di Bologna si rivivono i drammi di domenica notte - Una donna piange: «Come farò a dire ài miei figli che il loro padre è morto?» - Amputata la gamba a una sessantenne, subisce un collasso, il cuore si ferma, poi la rianimano - Il pianto del piccolo Ivan DAL NOSTRO INVIATO BOLOGNA — Anna è la più grave. La portano subito in camera operatoria. Le amputano la gamba sinistra. Il cuore non resiste, si ferma. Un collasso. I medici cercano di rianimarla. Anna torna In vita, anche se le sue condizioni sono disperate. «Se si salva è un miracolo», dicono 1 sanitari dell'ospedale Rizzoli. Anna Greco ha 60 anni. Proviene da Agnone Cilento, un paese in provincia di Napoli. E' lei 11 simbolo di chi lotta per sopravvivere. Una storia tragica come tutte le storie di donne, bambini, uomini ricoverati negli ospedali di Bologna dopo la tragica esplosione sul treno. ' Nelle corsie s'incrociano volti devastati dalle schegge di vetro, diventate terribili proiettili. Claudio Tumatis, 33 anni, è uh bancario di Cagliari, ricoverato all'ospedale Maggiore. Ha le sopracciglia bruciate, il viso segnato da piccole ferite. A fianco c'è suo figlio Ivan, 9 anni, che ha 11 cuscino macchiato dal sangue che continua a uscirgli dalla nuca. Un bambino allegro che mostra il suo enorme orologio da polso, ricevuto in regalo per Natale. L'ostenta, lia desiderio che glielo notiamo. Non ricorda che cos'è successo, «solo un gran colpo, poi si è spenta la luce». Il padre continua 11 discorso, parla nervosamente, è ancora sotto choc: «Andavamo a Bologna per passare le feste in casa di parenti. C'era anche mia moglie Paola, 31 anni, e l'altra figlia, Francesca di 6. Loro stanno benissimo, non un graffio-. Anche quest'uomo ricorda poco o nulla: 'Un attimo prima detto scoppio ho cambiato posto con mia moglie. Volevo fare le parole crociate con Ivan... Una botta tenibile, mi sono trovato a terra con il treno che continuava a correre. Il vento che entrava dai finestrini spaccati e dal tetto sfondato, non riusciva a sopraffare le urla. Poi ho senato che le ruote cominciavano a frenare e quando il convoglio si è fermato, sono saltato sulla massicciata. Ho cominciato a chiamare i miei figli; mi hanno risposto quasi subito, ma prima che mi arrivasse alle orecchie la loro voce mi è sembrato fosse passato un' eterniti. Ho,preso al volo i miei cari che si gettavano dal finestrino, siamo corsi tutti e quattro verso la luce-, • Al piano terra, vicino al pronto soccorso, c'è disperazione. Un dolore straziante, una giovane donna che piange il marito morto: «Cosa dirò ai bambini — urla mor(tendo il fazzoletto —. Non ho il coraggio di dire che il loro papà non c'è più: . La bomba ha dilaniato Abramo Vastarella, 29 anni, di Poggioreale. 'Neanche il volto gli ha risparmiato, non ho nemmeno potuto 'baciarlo», si lamenta la moglie. Patrizia Rummo, 25 anni. Àbramo, sei mesi fa, era emigrato a Monza, con Patrizia e 1 tre figli: Daniela, 6 anni; Marco, di 3 e Davide, nato a luglio, « Voleva guadagnare un pezzo di pane onestamente, adesso non c'è più» fa eco nel dolore la sorella Giovanna, 32 anni, Venerdì Abramo era sceso al Sud per salutare 1 parenti e comperare i regali per i bambini. Si era fermato un solo giorno e domenica alle 12,55 aveva preso il treno per Milano. Forse si era seduto accanto alla bomba e lo scoppio lo ha ucciso all'istante, Dice la sorella Giovanna: 'Gli avevo regalato un orologio e gli avevo detto: ogni volta che lo guardi, pensa a me. Ma si rende conto? Mio fratello è morto, non lo vedrò mai più. Aiutatemi Si alza 11 padre di Abramo, Vincenzo, 55 anni. Parla In stretto dialetto napoletano, Allarga le braccia e urla: 'Dio ha perdonato sulla croce e per la fede che ho, perdono anch'io. Ma quelli sono mostri dentro e uomini fuori... Si, perdono perché la mia fede vuole che mi comporti cosi. Sono un pastore evangelico: E stringe i pugni. La fede è un freno al suo istinto.' «Vorrei averli tra le mani...' No, non volevo dire cosi: Gli infermieri sono abituati al dolore ma anche loro hanno gli occhi lucidi di lacrime per questa scena straziante. Un inserviente che sta passando lo spazzolone sul pavimento ascolta la disperazione dei Vastarella e mormora a se stesso: 'Oggi Ito visto piangere anche Pertini, hanno pianto Crawl e Lama... Ma perché dobbiamo sempre piangere?» e dà un colpo con' la spazzola contro la porta Davanti alla camera mortuaria del Maggiore non c'è più nessuno. Gli ultimi a lasciarla sono stati i familiari di Vastarella. Sulle barelle ci sono dieci corpi. All'ospedale Rizzoli sono arrivati dodici feriti, uno è stato dimesso altri lo saranno tra oggi e domani. Ne restano degenti almeno la meta. Nello stesso reparto di Anna Greco c'è anche un bambino di dodici anni, Gian Pasquale Ferino, di Mugnano, Napoli. Ha 11 gomito fratturato e l'arteria omerale lacerata. Ha rischiato di morire dissanguato. E' grave ma per lui c'è speranza. Anche Gianni Luca Tagliatatela, 14 anni, di Ischia è nel reparto rianimazione, ha ferite e ustioni, c'è rischio che perda la vista. Sua madre, Rosanna, 40 anni, e suo padre, Gioachino di 47, sono all'ospedale Maggiore. Sua sorella, Federica, 11 anni, è all'obitorio. Il bambino si lamenta ma non per il dolore. L'ultima sua immagine è della madre e della sorella che 'Volavano via dal sedile: _ AldoPopa» San Benedetto Val di Sembro. Sul marciapiede della stazióne è rimasta una bambola amputata dallo scoppio; era il dóno di Natale di una bimba che viaggiava sul treno. (Telefoto Associated Press)

Persone citate: Abramo Vastarella, Anna Greco, Gian Pasquale Ferino, Gianni Luca Tagliatatela, Lama, Mugnano, Patrizia Rummo, Pertini