Case popolari Quale futuro?

Case popolari Quale futuro? Aspra polemica sull'Istituto Case popolari Quale futuro? Dimissioni al vertice, deciderà la Regione La delicata vicenda Iacp (dimissioni della presidenza e bilancio di previsione con un deficit, per il solo 1985. pari a 70 miliardi) sta suscitando numerose polemiche. 8u questo piccolo pianeta, il cui patrimonio di alloggi è in gran parte eroso da pesanti oneri finanziari (saranno 300 miliardi a fine '85) pesa l'incognita di un.futuro incerto, reso ancora più drammatico dal fatto che l'Istituto è rimasto senza guida. - Per risolvere il problema, almeno dal punto di vista amministrativo, la Regione, che è organo di controllo, può seguire tre vie: accettare o meno la decisione del presidente Bosco (psl) e del suo vice Costanzo (pel), nominare un commissario straordinario, attendere il responso delle prossime elezioni. Ma intanto si è dato fuoco alla miccia delle responsabilità, si è aperto un tiro incrociato di accuse e controaccusc. I consiglieri Renacco (pri) e Craveri (psdi), per esempio, sollevano un problema di ordine formale: «E' quantomeno curioso che un presidente e un vicepresidente facciano approvare un bilancio e nello stesso tempo diano le dimissioni dalla carica dichiarandolo ingestibile». Aggiunge Renacco: «Sarà comunque molto difficile che la Regione approvi un bilancio che sfon- do del SO per cento il tetto programmato del 7 per cento». Il consigliere Fiammotto (Cisl), invece, rileva una grave mancanza di organizzazione interna dell'Iacp, i cui vertici «non conoscono neppure l'attività dei vari uffici e servizi. Eppure il progetto di ristrutturazione, avviato nell' 81, si è ben presto arenato». Ma tutti, indistintamente, criticano il disinteresse mostrato da governo e enti locali nel dotare l'Istituto degli indispensabili mezzi finanziari. Il Comune, rileva Fiammotto, è debitore di circa 10 miliardi ma «da 6 anni rinvia la stipula di una convenzione per sanare il passivo». La Regione, aggiunge Craveri, ha impiegato quasi 3 anni per approvare la legge di adeguamento dei canoni. Quanto al governo, sostiene la Federazione torinese del partito comunista, continuando a non intervenire per consolidare il deficit e riformare l'Istituto '«persegue il progressivo smantellamento dell'edilizia pubblica». In un documento concordato con il proprio partito, il presidente Bosco (psl) afferma di «avere ottemperato a due obblighi: il bilancio per garantire la continuità amministrativa dell'ente e la regolarità delle funzioni, e le dimissioni (con il suo vice Costanzo, comunista) per rendere indilazionabile un chiarimento di fondo sul ruolo e sulle prospettive dell'ente». Insomma, non è più pensabile condurre un ente già «difficile da gestire in condizioni normali per il particolare universo sociale a cui rivolge la propria azione, ingestibile quando si aggiungono ritardi, omissioni, inadempienze nazionali, regionali e della stessa città capoluogo». Carlo Novara

Persone citate: Carlo Novara, Craveri, Fiammotto, Renacco