La Libera smentisce br «Lo conosceva bene»

La Libera smentisce br «Lo conosceva bene» Giordano aveva detto: sono estraneo al caso Moro La Libera smentisce br «Lo conosceva bene» ROMA — Tre personaggi in cerca d'autore, ognuno con la sua storia, le sue .verità», i suoi segreti, ieri, sulla scena del processo d'appello per la vicenda di via Fani e per il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro. I giudici del Foro Italico hanno interrogato in questa undicesima udienza due donne, Emilia Libera e Ave Maria Petrlcola, accomunate dalla qualifica giuridica di «pentite», ma completamente diverse nella personalità e per l'esperienza vissuta nel recente passato, e un uomo, Antonio Giordano, che proclama la sua totale estraneità alle Br ma se ne sta da anni in carcere accanto agli «irriducibili» e con loro divide l'ultima delle .gabbie» dell'aula. Giordano, che è stato condannato al termine del processo in assise a trent'annl di carcere, quando è stato chiamato dal presidente De Nictolis per deporre, dalla sesta «gabbia», si è limitato a confermare quanto scritto in una memoria difensiva già consegnata alla Corte, In essa sostiene di non aver mai commesso alcun delitto e di non aver mai aderito all'organizzazione eversiva. L'avvocato dello Stato Enzo Ciardulli gli ha chiesto se era disposto a spiegare perché abbia scelto di starsene nella gabbia di Gallinari, Seghetti e gli altri «duri». L' imputalo ha dichiaralo che non conosceva prima del suo arresto nessuna delle persone con cui si trova imputato. Giordano è slato però subito smentito dalla compagna di Antonio Savasta, Emilia Libera: .Certo die conoscevo Giordano. Era il "prestanome" della casa dove ci rifugiavamo io e Antonio fino a poco tempo prima dell'arresto». L'imputata, come Savasta condannata in primo grado a al 16 anni di carcere, rispondendo, poi, alle domande degli avvocati di parte civile e della difesa, ha confermato di aver partecipato all'assalto di piazza Nicosia contro la sede del comitato provinciale de e ha ribadito che a lei ed agli altri esponenti della «Brigata universitaria», durante 11 sequestro Moro, non fu detto a cosa sarebbe dovuta servire la Renault rossa che gli era stata affidata «in gestione» e che fu poi usata per trasportare il cadavere dello statista in via Caelani. Nonostante le insistenze dell'avv. Li Gotti, che assiste i familiari dell'appuntato Ricci, ucciso in via Fani e che, ad un certo punto, ha parlato di •inspiegabili reticenze» della «pentita», Emilia Libera ha confermato di non poter dire nulla a proposito delle tracce di sabbia e di bitume rilevate dalla polizia sui copertoni e sui parafanghi della Renault. Anche dalla Libera è venuta la conferma che Moriteci e la Faranda, durante la prigionia di Moro, si espressero più volte contro l'uccisione dell'ostaggio: .lo e qualcun altro avremmo voluto un sequestro sema quella strage, anche perché, con tutti quei morti, era logico che in seguito non sarebbe stato possibile intavolare alcuna trattativa». Il processo continua oggi.

Persone citate: Aldo Moro, Antonio Giordano, Antonio Savasta, Enzo Ciardulli, Faranda, Gallinari, Li Gotti, Moro, Ricci, Savasta

Luoghi citati: Emilia, Roma