Una questione fra svizzere di Giorgio Viglino

Una questione fra svizzere Figini e Walliser favoritissime nella libera in Valfurva Una questione fra svizzere OAL NOSTRO INVIATO S. CATERINA — Si fila giù veloci da questa nuova pista di libera tracciata in Valfurva e se ci fosse necessità alzando un poco la partenza potrebbe venir fuori anche un discreto tracciato per una discesa maschile. C'è tutto! Dalla pendenza iniziale molto forte,'al falsoplano centrale, a una prima breve picchiata, seguita da una «esse» verticale, quindi da altri due cambi di pendenza e salto finale. Far correre più o meno dipende molto dal tracciatore, che dispone di una larghezza mai inferiore ai sessanta metri e quasi costantemente intorno ai cento. Ieri per le prime prove, e oggi per la gara, lo svizzero Bartsch ha mandato le concorrenti da un lato all'altro della pista, ma nonostante questa prudenza persino esagerata, Michela Figini, diciottenne di Val Lcvenlina nel Canton Ticino, ha chiuso a 91 chilometri e mezzo di media. La velocità è decisamente sostenuta, tanto più che molti passaggi sono decisamente tecnici: imboccare senza guai ÌB"''«StóàT perder' tétrlpo* la,! «essev sullo schuss'Tipidissl-' nio di centroplsta non è da tutti, e il fatto che non ci siar no state cadute testimonia quanto sia migliorato il livello tecnico generale. La Figini è indubbiamente la miglior discesista del lotto mondiale che ripropone a soli due anni di distanza l'invidia che provavamo per Doris De Agostini, italiana come lingua e cultura, ma inserita in quella minoranza etnica elvetica che popola il Canton Ticino. La Figini è l'esatto con¬ trario della bella Doris: solida là dove l'altra era sottilissima, statura media Invece che altissima, un viso sempre sorridente ma non proprio da madonnina. La Figini è venuta in evidenza l'anno scordo, .saltando» Maria Valllser che dopo il ritiro della De Agostini era convinta di restare al comando indisturbata. Maria, che è piuttosto bella e giustamente vanitosa, ha accettato persino di prendere qualche chilo in più per battere la rivale, ma i risultati non sembrano darle ragione. Le due ragazze svizzere sembrano un gradino al di sopra delle tedesche (Kiehl, Gerg, Moesenlechner), delle canadesi (Graham e Haight rimaste dopo il ritiro di Gerry Soerensen causa matrimonio) e delle austriache (Wlglinde Wlnklcr sopra tutte, ma anche Valllnger, Eder, Vitzthum). Il • resto sembra conti poco, vista l'involuzione delle francesi, la sparizione delle americane e l'aftievolimento delle individualità sparse che emergevano dalle altre squadre. In chiave italiana la discesa da anni non dice più nulla, dai tempi ormai remoti di Giustina Demetz. Abbiamo bruciato almeno un paio di leve da quando lo sci femminile è stato elevato di dignità e affidato alla guida sicura di Daniele Cimini. Adesso slamo alla terza e al nuovo responsabile Flavio Roda e qualcosa si incomincia a intravedere, anche se la più anziana in'gara non arriva ai }.ma non ^esaustivi, i ragguagli, tecnici (Carla- Delago quattordicesima in una prova, Miki Marzola prima addirittura in una classifica intermedia), conta molto anche il fatto che queste velociste affrontano la discesa con allegria e spensieratezza, invece che con cupo terrore, come accadeva fino a poco temi» addietro. Per questi mondiali non c'è tempo, ma per i prossimi che Incalzano con In scadenza biennale, potremmo riparlarne. Giorgio Viglino

Luoghi citati: Canton, Valfurva