Dimissioni al vertice lacp
Dimissioni al vertice lacp Il presidente (psi) e il vice (pei) lasciano l'incarico Dimissioni al vertice lacp L'annuncio è stato dato da Bosco e Costanzo al termine del consiglio di amministrazione - Approvato ieri il bilancio di previsione per l'85 che presenta un deficit di 70 miliardi - «Rimettiamo il mandato per sollecitare e rendere possibile un chiarimento» Il presidente dell'Istituto autonomo case popolari, Carlo Bosco, socialista, e il suo vice, ing. Carlo Costanzo, comunista, hanno rassegnato le dimissioni dall'incarico. La decisione è stata annunciata, ieri alle 14, ai consiglieri d' amministrazione, al termine della riunione durante la quale si è approvato il bilancio di previsione per l'85. Il documento presenta un deficit di 58 miliardi (70 se si considerano ammortamenti e accantonamenti, con un disavanzo di cassa pari a 20 miliardi) a fronte di una spesa di 165 miliardi. I soli oneri finanziari rappresentano un «buco» di circa 44 miliardi. «.Una situazione veramente tragica — si legge nella relazione introduttiva — ette produrrà entro breve tempo la paralisi dell'Iacp*. : Lo hanno approvato, oltre a presidente e vicepresidente, il consigliere anziano Utempergher (dimissionario per motivi familiari), i rappresentanti sindacali Cgil e Uil e quelli degli artigiani e del 8unia. In totale 6 voti favorevoli. Contro, si sono invece pronunciati i consiglieri di nomina de, psdi e pri (quest'ultimo, l'ing. Renacco, è anche in veste di esperto del ministero dei Lavori Pubblici) e il sindacalista Cisl, 4 voti. . A tutti i presenti è poi stata distribuita copia della lettera con la quale Bosco e Costanzo «rimettono il proprio mandato nelle mani del presidente de''a giunta regionale per sollecitare e rendere possibile un chiarimento che affronti alcuni dei nodi strutturali dell'Istituto'. La colpa è degli enti locali e del governo che non hanno «preso le necessarie misure finanziarle' e del Collegio sindacale i cui «rilievi critici sono stati ispirati, amiche dall'urgenza degli interventi, al vaglio burocratico-formale'. La decisione è subito rimbalzata nelle aule dei Consigli comunale e provinciale. La democrazia cristiana ha diffuso un comunicato nel quale afferma che la decisione «sigilla in modo grottesco e inglorioso dieci anni di governo della maggioranza di sinistra che ha portato l'Jacp al tracollo economico, finanziario e sociale'. Dopo aver ipotizzato un deficit globale a fine '85 di 300 miliardi, raggiunti a causa della «politica clientelare del partito comu¬ nista', la de conclude chiedendo alla Regione «i provvedimenti necessari per assicurare la continuità della gestione e l'accertamento di eventuali responsabilità'. I capigruppo pli, Santoni, e pri, Ravatoll, in Consiglio comunale ritengono l'episodio «conseguenza della ricerca degli equilibri interni del pei da un lato, dall'altro unico sistema per sfuggire i problemi che si annunciano con l'adeguamento dei canoni: Da gennaio,.elaboratore elettronico dell'Istituto permettendo, dovrebbero infatti partire le bollette con l'adeguamento dei canoni che la Regione ha approvato con 2 anni e mezzo di ritardo (si è calcolato un danno per l'Iacp tra i 20 e i 30 miliardi), elevando l'introito da 8 miliardi e mezzo a 16-18. In sostanza pli e pri, ma anche, sia pure in modo meno esplicito, la de accusano i due partiti al vertice dell'istituto di non voler «gestire» gli aumenti, troppo impopolari in periodo preelettorale. Un'accusa «assurda; secondo il vicesegretario cittadino psi Nebiolo. Afferma: «Non è un tentativo di fuga, ma una strada obbligata dopo le incomprensioni verificatesi con ti Collegio sindacale-. Anche il consigliere Cisl Fiammotto ritiene «puerile e strumentale' l'accusa: «Da due anni chiedevo le dimissioni della presidenza, l'Iacp è assolutamente ingestiblìe a causa delle troppe inadempienze di Comune e Regione'.
Persone citate: Carlo Bosco, Carlo Costanzo, Nebiolo, Renacco, Santoni
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