Ciappina, «tuta blu» di via Osoppo cervello del furto da 50 miliardi di Marzio Fabbri

Ciappina, «tuta blu» di via Osoppo cervella del furto da 50 miliardi Arrestato a Milano, ha ideato il colpo alla Banca Popolare Lombarda Ciappina, «tuta blu» di via Osoppo cervella del furto da 50 miliardi MILANO — Ugo Ciappina, 56 anni, una delle «tute blu» di via Osoppo, ha di nuovo varcato la soglia del carcere fti San Vittore, anche questa volta per un «colpo grosso», ma al passo con i tempi: non più mitra e passamontagna, ma trivella insonorizzata e alimenti energetici sono stati le armi vincenti che il 20 maggio scorso hanno permesso ad una banda dì' ladri di entrare nella stanza blindata della Banca Popolare Lombarda e depredare le cassette di sicurezza realizzando un bottino ancor oggi imprecisato, ma che probabilmente è di una cinquantina di miliardi. La banda, ad eccezione di uno dei «cervelli» (Adriano Rancati, l'altro sarebbe proprio Ciappina), è ormai tutta in prigione. La polizia è riuscita a recuperare soltanto un centinaio di milioni. Il ri¬ schio, e i vecchi «professionisti» lo sanno bene, è di trequattro anni di galera; poi, potrebbe esserci una pensione dorata: di che vivere negli agi per il resto della vita. A tradire Ugo Ciappina (26 anni fa furono le famose tute blu) sono stati questa volta dei jeans. Li ha lasciati nel sotterraneo della banca con una buona dose di superficialità, senza avvedersi cioè dell' etichetta di una lavanderia con il nome ben chiaro scritto a mano. Era la prova che avvalorava il sospetto venuto alla polizia visionando le riprese degli «uomini d'oro» fatte da una telecamera a raggi infrarossi, nascosta in banca. La polizia ha ■ preso Ugo Ciappina venerdì scorso dopo averlo pedinato mentre andava a far visita alla moglie. In questura Ciappina ha protestato la sua innocenza con ostinazione. Si è lamentato di1 una presunta «persecuzione ai miei danni», poi ha fatto presente, riacquistando la sua calma professionale, che essendo accusato di furto avrebbe dovuto essere condotto dal pretore, come impone la nuova procedura giudiziaria. Gli è stato spiegato che non l'avevano ancora arrestato, ma fermato, messo a disposizione del magistrato e che quindi la nuova procedura cui faceva appello non poteva essere applicata. Solo più tardi, interrogato dal p.ni. è scattato l'arresto per furto pluriaggravato. Dopo la guerra, ancora giovane, fece parte della famosa •banda Dovunque» che mise a segno «colpir, come dice il nome, un po' dappertutto. Ma l'avventura criminale fu interrotta nel '48, quando per la prima volta entrò a San Vittore e fu 11, come raccon¬ terà poi, che gli venne in mente l'idea della rapina di via Osoppo. Lui come «stratega», Enrico Cesaroni come «ideologo». Eros Castiglioni come tecnico: gli altri solo manovali. Ciappina divise il denaro c raccomandò al compagni di non spenderlo per almeno due mesi. Invece, nei locali notturni due suoi complici commisero imprudenze, si fecero, notare e fu la fine per tutti. Anche in carcere Ciappina è stato «personaggio»:; simulazioni di follia, scioperi della fame. Quando nel 1970 usci, sembrava si fosse lasciato tutto alle spalle, tanto che dopo il diploma di geometra aveva trovato un impiego. Troppo facile, ma molto vero, ricordare come «il lupo perda il pelo, ma non il vizio» e la polizia lo ha sempre pen- sat0 Marzio Fabbri

Persone citate: Adriano Rancati, Ciappina, Enrico Cesaroni, Eros Castiglioni, Ugo Ciappina

Luoghi citati: Milano