Contatti con la Francia per ottenere l'espatrio dei terroristi rifugiati

Contatti con la Francia per ottenere l'espatrio dei terroristi rifugiati Il ministro dell'Interno a Parigi Contatti con la Francia per ottenere l'espatrio dei terroristi rifugiati ROMA — Nei prossimi giorni il ministro dell'Intorno, Oscar Scalfaro, incontrerà probabilmente a Parigi il suo omologo Pierre Yoxe per convincerlo ad affrontare il problema dei 148 presunti terroristi italiani rifugiati in Francia. Se il governo Mitterrand mostra su questo tema qualche disponibilità a discutere (ma i collaboratori di Yoxe si sono affrettati a definire l'incontro «un'ordinaria riunione di lavoro»), Berna invece è irritata per le polemiche dichiarazioni di Scalfaro sul mancato arresto in Svizzera del faccendiere Pazienza, e replicherà; la .politica estera» del Viminale sta perciò vivendo una fase calda. Ottenere una collaborazione più incisiva dalla Francia per Scalfaro non sarà facile, dato che da tempo, malgrado le proteste e le censure espresse dalla nostra magistratura, il piccolo esercito di latitanti continua a godere Oltralpe di una certa tolleranza. Quest'anno, delle 38 domande di estradizione presentate dall'Italia, solo 2 sono state accolte, contro le 22 respinte (per le altre 14 si deve ancora decidere). Ma i recenti arresti di italiani legati all'eversione francese e i rapporti operativi instaurati dai servizi segreti dei due Paesi potrebbero indicare che Scalfaro abbia più sperante dei suoi predecessori. Secondo i servizi di sicuressa italiani, dei 288 latitanti di .sinistra, ben la metà è in Francia (143. cui vanno aggiunti altri 5 terroristi di destra, per un totale di 148). Quella schiera di .reduci, non avrebbe deposto le armi, né avrebbe ritirato la propria presenza in centrali dell'eversione internazionale localizzate in Francia. La conferma di questo ruolo «attivo» verrebbe anche dalla scoperta di contatti tra le basi francesi e il minuscolo drappello di terroristi, cinque in tutto, andati in Nicaragua, dóve avrebbero partecipato a campi di addestramento alla guerriglia (l'ambasciatore nicaraguense a Roma ha precisato che i 5 sono stati invitati a lasciare il Paese). Martedì mattina al Viminale, nel vertice tra Scalfaro e i responsabili dell'ordine pubblico e dei servizi di sicurezza, è stato rilevato il buon livello di collaborazione con gli 007 francesi, in passato criticati per l'atteggiamento verso le centrali del terrorismo italiano a Parigi, apparso non lineare, o addirittura sospetto. Ma a questa considerazione si è affiancata l'irritazione verso i servizi di sicurezza svizzeri, e anche il dubbio sulla loro lealtà. Motivo: il «caso Pazienza» e la sua cronologia. Alla fine della settimana scorsa, a Roma, si è riunito il segretissimo «club di Berna». E' il Rotary degli 007 di rango, vi partecipano i capi di tutti i servizi di sicurezza dell'Europa occidentale. Per l'Italia, i direttori del Sismi, Martini, e del Sisde, Parisi. Martini e Parisi ne approfittano per incontrare il capo dei servizi segreti svizzeri, cui mostrano le fotografie di Pazienza in un aeroporto elvetico. L'arresto sembra possibile, gli italiani chiedono collaborazione, e la ottengono, almeno a parole. Cosi sulle tracce di Pazienza si mettono funzionari dei nostri «servizi» e dell'Interpol. Pazienza è arrivato in Svizzera da Nairobi, dopo essere sfuggito ancora una volta alla cattura nelle Seychelles. E i suoi movimenti sono controllati dagli 007 italiani, che lo attendono al varco all'aeroporto di Lugano. LI, però, a finire in cella sono i funzionari del Sismi, arrestati dalla polizia perché, pare, i loro movimenti avevano insospettito. Un incidente fortuito oppure qualcosa di diverso?, si chiedono i nostri servizi segreti. Scalfaro probabilmente non avrebbe polemizzato se la magistratura elvetica non avesse annunciato l'arresto del due del Sismi con un comunicato che suonava come protesta contro l'Italia. Cosi martedì sera il ministro ha voluto sottolineare con durezza, anche senza lanciare accuse, l'antefatto di Roma. E la Svizzera? 'Certamente risponderemo-, ci ha detto ieri da Berna un protavoce del ministero degli Interni elvetico, Hermann. g. r. Il ministrò Scalfaro ' essere sfuggito ancora

Persone citate: Mitterrand, Oscar Scalfaro, Parisi, Scalfaro