Prorogata la cassa per la Gepi di Emilio Pucci
Prorogata la cassa perla Gepi Prorogata la cassa perla Gepi ROMA — Torna a farsi esplosiva la questione siderurgica, anche se a livello ufficiale si tende a sdrammatizzare. A Cornigliano e a Bagnoli si rivivono momenti di tensione, come nei giorni più neri dell'acciaio. La minaccia del blocco dei finanziamenti Cce e l'uscita, annunciata da Lucchini, del pool dei privati da Cornigliano rischiano di far saltare i piani di ristrutturazione dei due impianti messi faticosamente a punto nei mesi scorsi. Il sindacato è in allarme, ma dàll'Iri e dalla Finsider si assicura che i problemi sono superabili e che si andrà avanti. Il caso più urgente è quello di Cornigliano e ieri stesso la Finsider e la Nuova Italsider hanno ufficialmente comunicato alla delegazione della Firn che se i privati si ritireranno dall'operazione Cornigliano, si procederà ugualmente "alla riconversione dello stabilimento per produrre blumi e billette secondo le linee generali previste dal progetto Cogea» (che è quello elaborato dai privati, ndr). A rassicurare ulteriormente i sindacati c'è la dichiara¬ zione del presidente dell'Iri, Romano Prodi: «Se salta il consorzio dei privati per Cornigliano, la situazione non catnbia. La soluzione indii'iduata per l'assetto produttivo si regge in modo serio ed equilibrato. Se i privati, usciranno, Viri e la Finsider procederanno autonomamente, sema alcun pericolo di estendere l'area dcll'assistetizialismo». Prodi ha comunque lasciato le porte aperte ai privati se in futuro si mostreranno interessati ad entrare nell'operazione. Semmai il fatto preoccupante è che nel settore siderurgico si è aperto di fatto un conflitto tra l'impresa pubblica e l'industria privata che potrebbe portare ad altre negative conseguenze. Per Cornigliano in particolare si apre ora il problema del finanziamento che dovrà essere necessariamente rivisto. Nessuno al momento ha avanzato richieste ufficiali ma già si parla di un costo di circa 250 miliardi per mandare in porto il rlavvlo dello stabilimento genovese senza il «pool» Lucchini. E si dovrà trovare la copertura per un'operazione che dovrebbe essere portata avanti dall'Italslder, la Dalininc e la Piombino. A Cornigliano, intanto, c'è un ulteriore slittamento delle prove tecniche della colata e si teme altra cassa integrazione per un numero imprecisato di lavoratori. Attualmente, nell'area a caldo i cassintegrati a rotazione sono circa 1100, concentrati soprattutto nei servizi. La Finsider ha comunque fissato con i sindacati un nuovo incontro ni gennaio per un esame più completo della situazione e per «la definizione dei percorsi operativi per il riavvio degli impianti previa definizione degli organici». Più lontana nel tempo, ma non per questo meno insidiosa, è la questione del blocco dei finanziamenti Cee. Le conseguenze maggiori ricadrebbero sull'attività di Bagnoli, ma il governò italiano è fiducioso di trovare al più presto un compromesso con Bruxelles, perché l'impuntatura della Cee è legata ad alcuni aluti statali per il rottame e ai tempi di chiusura del secondo forno di Bagnoli (con uno scostamento di soli quattro mesi). Anche Prodi si è detto convinto che «a Bagnoli non accadrà nulla». Resta da dire che il Consiglio dei ministri ha approvato ieri un decreto presentato dal ministro dell'Industria Altissimo per la proroga della cassa integrazione a favore dei 12 mila lavoratori Gepi, fino al 31 dicembre 1985. Il provvedimento interessa soprattutto gli stabilimenti siderurgici. Emilio Pucci
Persone citate: Lucchini, Prodi, Romano Prodi
Luoghi citati: Bruxelles, Cornigliano, Roma
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