Ma chi era Anna Grimaldi?

Ma chi era Anna Grimaldi? Napoli, il processo per omicidio contro la giornalista Elena Massa Ma chi era Anna Grimaldi? La difesa smonta l'immagine della vittima e gli indizi dell'accusa - «Non si è cercata tutta la verità su moventi attribuibili ad altri» - «Non si può condannare con la sola forza della logica» NAPOLI — «Questo non è un processo indiziario, questo è un gioco al massacro ai danni di Elena Massa-. La voce è tonante, la toga svolazza, l'avv. Renato Orefice agita il promemoria di trenta pagine e inizia l'appassionata difesa di Elena Massa. Parlerà per quattro ore e mezzo. Elena è innocente: «Nel corso dell'istruttoria un complesso di omissioni censurabili ha portato all'occultamento del vero o del veri responsabili dell'assassinio di Anna Grimaldi-. Elena Massa è innocente. Il movente non è la gelosia, ma altro. La difesa legge le carte, tutte le carte, del processo: «Sono un omaggio al medievale principio del libero convincimento del giudice/-. L'arringa finale sarà, giovedì, dell'avv. Nicola Foschlni. Le altre «causali», gli altri moventi non sondati dal giudici. Leggerà una lettera del cantautore Franco Califano, ora nei guai per storie di camorra e cocaina. Lettera sui «giorni felici» con Anna. «Dall'hotel Cristallo, Conegliano Veneto, 12 dicembre 1974. — scrive Califano —. Non capisco chi sei, cosa vuoi dalla vita, se sei felice... Ho il desiderio di vederti... Non so se mi caccerò nel labirinto Anna Grimaldi... Vorrei ballare con te... Aspetto un tuo qualcosa... Cosa devo fare, adesso, se amo i cavalli?...-. Si erano conosciuti all'ippodromo di Agitano, Anna era presidente. Come questa di Califano, altre lettere arriveranno in aula, altri commenti. Perché questa scelta della difesa? Per dimostrare che — nel carteggio privato di Anna Grimaldi, trovato nella cassetta di sicurezza del Banco di Napoli — si trovano indizi e tracce di altri possibili moventi, altre possibili «causali». «Il pubblico ministero — ha insistito l'avv. Orefice — ci dice che in questa istruttoria Anna Grimaldi ha lasciato i fiori della sua dolcezza. Io affermo, invece, che Anna Grimaldi lia lasciato causali...-. Che sarebbero indizi di movente. Difficile il compito dell'avv. Orefice: ribattere alla requisitoria di Liborio Di Maio, il p.m. che ha chiesto la condanna a 14 anni e 6 mesi. «La procura della Repubblica si è innamorata di un proprio convincimento. Un faro puntato su Elena! E' un omaggio, ripelo, al medievale principio del libero convincimento del giudice-. Per la difesa non esiste movente, Elena Massa non aveva l'arma, il suo alibi resiste. L'inchiesta che subito punta su Elena Massa «ha avuto una falsa partenza-. L'alibi — Elena Massa, quella sera, esce di casa alle 20 e dice al figlio che va a comprare dell'acqua minerale. «Aveva giocato a tennis. Attività sportiva, perdita di liquidi, sete-. Perché la polizia trova poi le bottiglie chiuse, «Se, come sostiene l'accusa, l'acqua era l'alibi, certamente le avrebbe aperte-. Perché va nel negozio più distante a comprarle, esce con l'auto? «Perché sapeva che a quell'ora era l'unico aperto, quello sotto casa era già chiuso-. Gli orari — Il portiere di casa Massa dice che è rientrata alle 21, quindi avrebbe avuto il tempo di uccidere e tornare. «Siamo al valzer degli orari: tutti approssimativi, verso le ore tali, poco dopo le ore tali. Lei arriva nel ne-t gozto alle 20,15 circa. Il tempo di acquistare l'acqua, risalire in auto, risalire via Posillìpo con il traffico di quell'ora, arrivare davanti al box dove la vede il portiere. Saranno sta tele 20,40-. Anna viene uccisa alle 20,35. La pistola — Elcna Massa denuncia il furto quattro mesi prima del delitto. «L'accusa fa resuscitare la pistola come Lazzaro-, Perché butta via i proiettili che aveva in casa, due mesi dopo il delitto? «Se dite che lei ha architettato il diabolico piano, se dite che subito dopo il delitto Ita buttato via la pistola, allora avrebbe dovuto buttar via anche i protettili. La verità è che la polizia li ha sequestrati, controllati e restituiti: non servivano all'accusa-. Accusa e difesa sì misurano ad armi pari: l'interpretazione delle medesime carte istruttorie. Seguono «fi binario della logica-, più volte citato. L'accusa esalta Anna? La difesa smonta: «Bovary napoletana-, «sempre in compagnia di uomini diversi-, «amorosi sensi-, «amplesso ìche suggella il sentimento-, '••amanti ufficiali e non-, «borghesia che deve comprimere le sue peccaminose libertà-, «congressi carnali-. Elena? «Subisce in silenzio, ■convinta della malasorte-, L'avv. Orefice conclude con parole di conforto, per l'imputata. «La regola eterna della vita è che la ruota girl sempre in un verso. Alla sua rassegnazione i giudici lianno dato il volto della violenza. Noi l'aiuteremo a far girare la ruota in senso opposto. Abbia fiducia, Elena, nonostante le esperienze del passato abbia tanta fiducia nei suoi giudici Elvira, la figlia di Anna, è in aula e abbassa lo sguardo. Poi, però, con classe stringerà la mano all'avvocato. E si riprende giovedì. Giovanni Cerniti Napoli. In una pausa dell'udienza l'imputala licita Massa parla con i Tigli Fausto e Antonella

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