Indagine sui giudici di Torino per le accuse contro Andreotti di Ruggero Conteduca

Indagine sui giudici di Torino per Se accuse contro Andreotti E* stata promossa dal Pg della Cassazione, Tamburi-ino Indagine sui giudici di Torino per Se accuse contro Andreotti Il Csm non riesce a trovare un accordo sulla vicenda e rinvia ad oggi ogni decisione ROMA — il tema era senza dubbio fra 1 più delicati: ma il Consiglio superiore della magistratura non ha superato la difficile prova e, ancora una volta, si è spaccato. Nella maniera più prevedibile: con I componenti togati da una parte e i «laici» — i membri, cioè, eletti su designazione dei partiti — dall'altra. Hanno fatto eccezione i comuni-' stl. Ed anche questo era scontato dal momento che il Consiglio, su invito dell'Associazione nazionale magistrati, era stato chiamato a dare un giudizio sulla polemica riaccesasi negli ultimi tempi fra potere giudiziario e potere politico e, in particolare,' sul caso Andreotti-gludlci di Torino. Dopo un'intera giornata di discussioni, 11 plenum ha rinviato tutto ad oggi non avendo trovato un'intesa su un testo unico su cui votare. Il procuratore generale della Cassazione, Tamburrlno, ha dato intanto notizia di aver aperto un'indagine preliminare di carattere disciplinare sui magistrati torinesi che a più riprese hanno richiesto al Parlamento l'autorizzazione a procedere nei confronti del ministro Andreotti e dell'ex ministro Tanassi, accusati di aver favorito, nel 1974, la promozione del generale Raffaele Giudice (poi arrestato per la vicenda dei petroli) a comandante della Guardia dì Finanza. Anche la prima commissione del Csm (quella che si occupa dei procedimenti disc!-' pllnarl) ha già acquisito agli atti una richiesta ufficiale di procedere avanzata dallo stesso ministro Andreotti, un'interpellanza presentata in Parlamento dal senatore Bonifacio e da altri parlamentari de e le fotocopie dei verbali della seduta in cui Andreotti, nel corso della sua autodifesa, accusò i giudici di Torino di aver strumentalizzato lo scandalo dei petroli per colpire la sua persona. Il consigliere Ombretta Pumagalli (de) ha avanzato anche un'altra proposta: l'acquisizione agii atti dì una recente intervista rilasciata dal giudice torinese Cuva all'espresso» In data 21 ottobre 1984 (prima, quindi, del dibattito a Camere riunite), dal titolo «7o lo voglio processare-. Ed è stato questo il pretesto concreto avanzato dai membri laici per opporsi a qualsiasi documento di solidarietà nei confronti dei giu- dici torinesi proposto dai componenti togati delle tre correnti della magistratura. •■■Qualsiasi adesione a documenti o dichiarazioni — è stata la posizione comune dei democristiani, socialisti e repubblicani — potrebbe influenzare il giudizio dell'accertamento disciplinare affidato alla prima commissione del Consiglio». I tre testi erano stati presentati da Giovanni Verucci (di Magistratura indipendente, la più moderata delle tre correnti dell'Associazione magistrati), da Wladimiro Zagrebelsky (di Unità per la Costituzione) e dal tre rappresentanti di Magistratura democratica (la frazione più a sinistra dell'Anni). Nel documento illustrato al plenum da Verucci si sottolineava come ml'attuale momento è caratterizzato da un elevato grado di tensione tra l'istituzione giudiziaria e quella politica manifestatasi più volte anche con proposte di riforma die denotano insofferenza nei confronti di un pieno esercizio della giurisdizione». E che, quindi «Il Csm non può non denunciare le gravi conseguenze che possono derivare da una conflittualità sempre più accentuata tra questi poteri dello Stato» in una fase delicata per la tenuta dell'ordinamento democratico, alla quale «fa magistratura sta offrendo un contributo decisivo nella lotta al terrorismo, alla mafia e alle altre forme di criminalità organizzata». «D'altro canto — era detto ancora nel docu mento — la crescente sovrae¬ sposizione della istituzione giudiziaria è anche la logica conseguenza di non chiare scelte a livello legislativo». DI tono analogo, sia pure molto più conciso, il documento presentato dal consigliere Zagrebelsky. Più incisivo e più chiaramente a favore del potere giudiziario e dei giudici di Torino quello sottoscritto da Edmondo Bruti Liberati, Salvatore Senese e Franco Ippolito, i tre di Magistratura democratica. In sostanza, una difesa, sia pure con toni diversi, dell'indipendenza della magistratura dall'attacco della classe politica e dalle intenzioni. Un tentativo, però bocciato dai rappresentanti dei partiti che lo giudicano prematuro sino a che l'inchiesta sull'operato del giudici torinesi non sarà conclusa. Ruggero Conteduca

Luoghi citati: Roma, Torino