E i ferrovieri investirono in capolavori

E i ferrovieri investirono in capolavori COME IL SINDACATO INGLESE FA FRUTTARE PARTE DEI SUOI FONDI E i ferrovieri investirono in capolavori LONDRA — E' una donna alta Anna Maria Edelstcin, con i capelli e gli occhi castani, e un'abbondante dose di sangue triestino austro-ungarico. Lavorava a Londra come antiquaria di libri e si considerava una editrice quando, nel '74, la chiamò Peter Wilson. Questi era il presidente della Sotheby's e anche l'uomo che reinventava il concetto dell'asta trasformando la vecchia azienda in un impero: aveva scoperto la pubblicità, inventato l'investimento in opere d'arte. «Mi disse che il sindacato del ferrovieri aveva un direttore dalle idee moderne. Che aveva deciso di investire il tre percento degli introiti in opere d'arte-, racconta la signora Edelstein. I contributi dei lavoratori erano immensi, la cifra — segreta — poteva essere depositata in banche, ma si decise che investendola in opere d'arte avrebbe reso assai meglio, se chi comprava era bravo e sapeva come e dove acquistare. -Avevo il terrore. "Ma come faccio?", chiesi a Peter. "Comprare libri antichi e oggetti d'arte è la stessa cosa", mi disse. E aveva ragione. E venni molto ben consigliata da tutti, nel miei acquisti. Per anni ero in giro per il mondo, da un caveau di banca a una vendita all'asta-. L'idea, allora, era nuova. E controversa. Specie per un sindacato agguerrito come quello del ferrovieri, spesso in sciopero e — quasi quanto i minatori — vicino al cuore del pubblico. L'operazione venne tenuta segreta. Ma si sapeva che Anna Maria aveva a disposizione grosse somme di denaro. «£ quando è così, le cose vengono da sole. Come adesso con il museo Paul Getty: si sa che hanno fondi illimitati e tutti vanno da loro. Solo che non sono svelti. Perché bisognu essere pronti, decidere subito e farsi conoscere come buoni compratori-. Con una sola segretaria e in soli sei anni (nel 1980 il sindacato ha finito di acquistare), Anna Maria Edelstein comprò oltre 3500 oggetti. Quelli in mostra nella famosa galleria Agnew's, in Bond Street, fino a qualche giorno fa, non rappresentavano la crema della collezione bensì le opere che si trovavano più vicine, che erano pulite, in buone condizioni. Perché gran parte degli acquisti del Brltish Rail Pension Fund giace in prestito a musei nazionali e provinciali: il resto è in un magazzino a Doncaster. E i quadri in mostra alla Agnew's danno un' idea dei tesori che Anna Maria è riuscita ad accumulare: quel tre per cento è stato assai bene investito. Ci sono due grandi pastelli di Degas di ottima fattura; un paesaggio di Galnsborough con cavaliere, di grande bellezza; un Claude Mollet di Venezia (Santa Maria della Salute che brilla attraverso la nebbia). Una delle più famose tempere di Picasso, // ragazzo blu, è vicino al ritratto di Cézanne eseguito in pastello da Renoir. E per contrasto un Procaccini delizioso della Sacra Famiglia; e un altro Renoir galantissimo (la ragazza restia, ma non troppo, viene tirata da un impaziente braccio dentro ad un boschetto). Bellissima la tela non terminata di Gian Domenico Tiepolo che ritrae la famiglia Tiepolo, e stupendo lo schizzo di Van Dyck delle principesse reali. E c'è un Giambattista Tiepolo magnifico; e pre-raffaelllti e Lord Leighton. Questa stupenda ed eterogenea collezione è illustrata da un catalogo che di ogni tela ci dà provenienze impeccabili. «/ disegni sono sensazionali. E' un peccato che non siano stati messi in mostra-, spiega la signora Edelstein. «£ ci «ono collezioni come, per esempio, una di ceramica cinese che comprai intera. La notizia mi venne per lettera. Arrivano delle lettere da avvocati svizzeri e uno non sa neanche da chi compra. Ma si conosce la qualità e spesso la provenienza-. Nell'80, poi, 11 British Rail cambiò direttore. -Il guaio è, dice Mr. Joll,. della galleria Agnew's, che adesso che molti musei hanno questi oggetti in prestito, li considerano propri-. La galleria ovattata e lussuosa di Bond Street ha allestito questa esposizione per beneficenza — benché questo piccolo gruppo di capolavori che stimola l'immaginazione (chissà che altre meraviglie possiede questo sindacato) si disperda già il 14 dicembre. E siamo fortunati ad averli visti, perché il British Rail Pension Fund è gelosissimo del propri segreti. «51, molte di queste cose etano esposte in vari musèi, non si sapeva a chi appartenessero-, dice Joll. -Lo feci con molto entusiasmo-, continua Anna Maria Edelstein, che ora lavora per una banca francese investendo in opere d'arte. -E' impressionante quanta bella roba si poteva mettere assieme in così pochi anni. Avevamo comincialo nell'ottobre del '74-. Di quale oggetto sia più fiera, che cosa le piaccia di più, «é difficile dire. I disegni sono molto belli. Certo non avrei saputo come fare senza il ragioniere del sindacato ferrovieri; perdié in queste cose biéogna essere molto esalti, specie quando si comprano intere collezioni, come i disegni di -Tayllerand die mi erano arrivati chissà come,' per posta, anche questi, cioè con una lettera nella quale mi si diceva die erano in vendita. O un meraviglioso gruppo di Zuccaro-. Anna Maria Edelstein, che parla molte lingue, che conosce il mondo e lo ha viaggiato in lungo e in largo, investi anche in manoscritti, bronzi, tappeti. Aveva carta bianca, ma una volta deciso cosa comprare doveva discuterlo con il consiglio di amministrazione del sindacato. E delle volte non era facile convincerli a spendere cifre che allora sembravano immense ma che anche in cosi breve tempo si sono dimostrate ottimi investimenti. -Certo die ora vale molto di più: ìianno fatto un grosso affare, come tutti quelli che hanno investito con acume. Ma non è facile-. La cosa sorprendente in questa storia consiste nel fatto clie non solo le banche hanno investilo in opere d' arte, ma anche 1'«altra parte» e cioè i sindacati, usando massicci contributi dei lavo-'i ratori. Se il tre per cento è riuscito a mettere insieme una collezione di 3500 oggetti, alcuni di grande splendore e tutti comprati sul mercato libero (e cioè non a prezzi bassi), ci si domanda dove è andato l'altro 97 per cento e se il British Rail Pension Fund non si sia pentito di non avere investito una somma più larga in opere d'arte. L'etica di acquistare per investire capitale in un oggetto che rende ed è più sicuro che non una banca, ha fatto riempire pagine intere di invettive. Risponde la signora Edelstein: -E' vero comunque un fatto. Artemis è una società di persone di finanza die ha investito in questo modo. Molte banche lo fanno da tempo. I migliori oggetti, il Brltish Rail Fund li dà in prestito a musei e quindi sono esposti e goduti dal pubblico*. Gaia Servadio

Luoghi citati: Londra, Venezia