Yen e dollaro dal Giappone l'autocritica
Yen e dollaro dal Giappone l'autocritica Yen e dollaro dal Giappone l'autocritica DAL NOSTRO CORRISPONDENTE TOKYO — Il governatore della Banca del Giappone, Haruo Mayekawa, lascerà lunedi l'incarico, avendo compiuto 73 anni. GII succede 11 vicegovernatore, Satoshi Sumlta, l'uomo destinato a sovrlntendere al «disgelo.: del sistema bancario e finanziarlo giapponese, oggi ancora legato a schemi conservatori, a interessi corporativi fortemente radicati e al controllo dei burocrati del ministero delle Finanze. Ma se questi ostacoli saranno superati, cosa assai probabile dato che il vento della «deregulation» già sta soffiando tra I grattacieli delle più potenti banche nipponiche e si insinua anche nelle stanze del ministero delle Finanze, Tokyo diventerà al massimo entro un decennio il centro finanziario dominante dell'Asia, la Londra dell'Estremo Oriente. Haruo Mayekawa, che per cinque anni è stato governatore della Banca di Tokyo, nel suo discorso di commiato si è dichiarato favorevole alla «deregulation» purché avvenga gradualmente e con «certe regole». «Sono problemi che dovrà affrontare il mio successore, ha detto; Il mio problema invece doveva essere quello di riuscire a fare dello yen una valuta forte internazionale. Non ci sono riuscito. Nel 1979 un dollaro Usa era pari a 239,6 yen, oggi invece a 248». Si può dire che lo yen ha tenuto bene (si pensi alla vertiginosa ascesa del dollaro rispetto a altre valute) tuttavia Mayekawa si è sentito in dovere di fare un'autocritica, anche se ha tenuto a sottolineare che la causa principale di questo relativo indebolimento dello yen sta nella differenza fra i tassi di interesse praticati in Giappone e negli Stati Uniti. Fino a quando sussisterà questa differenza, che attualmente 6 del 5%, i capitali continueranno a abbandonare il Giappone per affluire verso gli Stati Uniti, indebolendo cosi sempre più lo yen. La questione è per 11 momento difficilmente risolvibile, perché gli Stati Uniti non sono disposti a diminuire il loro tasso d'interesse; né il Giappone può aumentarlo' senza provocare scompensi nell'economia nazionale. Tuttavia uno yen forte sarebbe di grande giovamento al Giappone, dato ehe l'economia del Paese dipende dall'importazione di materie prime che verrebbero a costare meno. Una commissione di esperti di finanza americani e giapponesi è al lavoro dal febbraio scorso per discutere misure atte a rafforzare lo yen. A maggio le due parti si sono accordate su alcuni passi per l'apertura del mercato finanziario giapponese e la conseguente internazionalizzazione dello yen che perù ha continuato a perdere punti rispetto al dollaro. La liberalizzazione sarebbe ovviamente di beneficio al Giappone, aumentandone l'efficienza economica, però Mayekawa ha sottolineato che liberalizzazione e internazionalizzazione dello yen vanno benissimo, a patto ehe venga mantenuto un «ordine finanziario». Renata Pisa
Persone citate: Haruo, Haruo Mayekawa, Renata Pisa, Satoshi Sumlta
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