La locomotiva Usa ricomincia a tirare di Ennio Caretto

La locomotiva Usa ricomincia a tirare Dopo due mesi di ristagno l'economia americana ha ripreso la propria espansione La locomotiva Usa ricomincia a tirare Tutti i dati di novembre, dicono alla Casa Bianca, fanno pensare ad un eccellente 1985 - Il mese scorso la produzione industriale è cresciuta dello 0,4 per cento, i consumi sono aumentati dell'1,8 e la disoccupazione è diminuita dello 0,3 DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Dopo due mesi di ristagno, l'economia americana ha ripreso la propria espansione. Tutti I dati di novembre puntano »ad un eccellente 1985», come ha detto 11 portavoce della Casa Bianca, Speakes. Il mese scorso, la produzione industriale è salita dello 0,4 per cento, i consumi sono aumentati dell'i,8 per cento, c la disoccupazione è scesa dello 0,3 per cento. I timori di una recessione stanno scomparendo: nonostante la paralisi del governo e del Congresso sul deficit del bilancio, sembra certo che la «locomotiva Usa» continuerà a tirare per un po' il treno occidentale. La schiarita dovrebbe fare rientrare sia la polemica sull'.lnsubordlnazione. della Riserva federale scatenata dal ministro del Tesoro Regan che le voci delle imminenti dimissioni del governatore Paul Volcker. Irritato dal rifiuto dell'istituto di emissione di relazionare l'economia In un periodo di stasi, Regan l'ha ammonito che potrebbe chiedere al Congresso di porre fine alla sua indipendenza e darne il controllo al governo. Una misura del genere scatenerebbe una tempesta sui mercati dei cambi, dove la Riserva federale e la persona di Paul Volcker sono considerate una garanzia di equilibrio. Più che la «reaganomlcs» e la condotta dell'istituto di emissione a dare, fiducia agli operatori internazionali. Il consulente economico della Casa Bianca, Allan Greenspan, già braccio destro del presidente Ford, e candidato alla reggenza deliaRiserva federale se Volcker rassegnerà le dimissioni, quantifica cosi le prospettive americane: -Nell'ultimo trimestre di quest'anno, il prodotto nazionale lordo salirà di circa il 3 per cento in termini reali, purché si registri a Natale quel boom delle vendite che finora non si è realizzato. L'anno prossimo, salirà probabilìnente un po' di più, il 3,5, 4 per cento». 'Per l'Europa», prosegue Greenspan, •non dovrebbero verificarsi grandi cambiamenti: con l'economia Usa cosi forte, il dollaro, il condizionatore dei mercati, resterà abbastanza stabile». Qualche economista ha individuato un grave segno di malessere nell'improvviso aumento dell'inflazione dopo otto mesi di ribasso: a novembre, essa è salita dello 0,5 per cento, equivalente al 6 per cento annuo. La paura è che la Riserva federale, da alcune settimane orientata a ridurre i tassi d'interesse, torni invece a restringere il credito. L'enorme caduta degli aggregati monetari nella prima settimana di novembre, 7 miliardi e 100 milioni di dollari, 14 mila miliardi di lire, segnalerebbe questa inversione di tendenza. •£' un'analisi sbagliata della congiuntura», ribatte prontamente Greenspan. ^Questi dati sono anomali: sull'inflazione di novembre ha pesato a dismisura il rincaro degli alimentari, e la Riserva federale ha subito soltanto un incidente di percorso. La sua astone va misurata nell'arco di tre-sei mesi, non di una o due settimane». Greenspan, che dà per certa la permanenza di Volcker a governatore almeno per un anno, spiega che per evitare una recrudescenza inflazio- nistica la Riserva federale cerca di mantenere il controllo della liquidità, premendo al tempo stesso per la riduzione dei tassi di interesse. *E' costretta a questo difficile equilibrio — sottolinea — dall'enorme deficit del bilancio dello Stato, die è spaventosamente inflaelonistico. Nel momento in cui il deficit venisse tagliato, non ci sarebbe più una richiesta assillante di credito da parte del governo, e {industria privata si troverebbe a disposizione fondi adeguati per gli investimenti». In un incontro alla Casa Bianca col presidente Reagan, il governatore Volcker ha insistito affinché 1 tagli al disavanzo" pubblico siano drastici e immediati. Ha fatto altresì presente che essi devono essere sorretti da un incremento del gettito fiscale. La risposta di Reagan è stata quella solita: il governo si prefigge di ridurre 11 deficit del bilancio dello Stato dai 210 miliardi di dollari per l'anno finanziarlo 1984-85 a 100 miliardi di dollari per quello 1987-88. Ennio Caretto

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