Ma per ora l'influenza non si è fatta vedere di Ezio Minetto

Ma per ora l'influenza non si è fatta vedere Molti piccoli malanni provocati dai virus Ma per ora l'influenza non si è fatta vedere Diciamolo pure sottovoce: ma, a due mesi dalle non ottimistiche notizie sui virus influenzali In previsto possibile arrivo dal Cile e dalla Russia, la temibile influenza non si è fatta minimamente vedere. Quella che serpeggia, di questi tempi, è il solito eterogeneo insieme — non da trascurarsi ma neppure da sopravvalutare — di tante diverse e monotone lnfezioncelle spicciole, virali si ma non influenzali. Comune e quasi indifferenziata caratteristica sono raffreddore e tosse e gola e trachea irritate: con i bambini più spesso ■protagonisti, oltre che involontari untorelli di insospettati pìccoli contagi. Adenovirus, rinovirus, virus parainfluenzali e altri ancora sono i quotidiani responsabili di quei 3-6 giorni di «malattia» e relativa «coda» che noi latini — per lunga e ormai irrinunciabile tradizione mentale e di linguaggio — chiamiamo subito «influenza»: e che gli anglosassoni — altrettanto alla svelta ma in modo più distinto e aggiornato — denominano URI (infezioni delle vie aeree superiori). Sono più di 200 i virus che causano raffreddore e che, per natura loro — e non tanto perché noi «prendiamo freddo» — prediligono per lo più l'inverno. Causa di raffreddori e relativa incomoda conseguenza sono, nel 30 per cento dei casi, i rinovirus (più spesso in primavera-estate), nel 20 i coronavirus (invernali), nel 15 gli adenovirus, parainfluenzali, ecovirus e coxsaekie (invernali). Poco si sa dell'identità e fisionomia del restante 30-40 per cento: salvo che anche a loro piace soprattutto lavorar d'inverno. Diffondono più attraverso una stretta di mano — e poi lungo la facile via mano-naso-occhi — che non, come si credeva, a cavallo di quel tal aerosol di microgocciollne che vien dal colpo di tosse. Viva i tempi dei rimedi di nonna e mamma — che, di buono, avevano tutto, dalle regole Igieniche alle 48 ore almeno di riposo in casa, dieta ricca di liquidi, camere umidificate, relativo isolamento e farmaci semplici del «sollievo antinfiammatorio». Oggi ci si cura di corsa, si pretendono dagli antibiotici cose che non posspno dare, si cerca l'alibi di umide inalazioni calde o fazzolettini impregnati di iodio: e si dà persin retta a chi, da qualche viaggio all'estero, importa colorate compresse comprate in drogheria. Visto che quel che conta, contro questi virus stagionali, è ancor sempre e solo la «tacitazione» della febbre e del malessere e il «sollievo» delle congestionate e tumefatte mucose, l'industria farmaceutica italiana ha adesso realizzato prodotti di alta efficacia (antinfiammatoria, analgesica e antipiretica) e di tollerabilità ben migliore di quella, ormai dichiaramente insicura, di aspirine e simili. A Venezia, alla recente «1" Conferenza mondiale sull'in¬ fiammazione» è stato presentato l'«imidazolo, 2- idrossibenzoato», molecola italiana del Centro ricerche Italfarmaco per il trattamento antinfiammatorio (senza rischio di interferenze sul prezioso sistema difensivo prostaglandinico). Nella riunione del Ciocco (L. Giannico, P. G. Bianchi) è stata presentata la nuova molecola Recordati (a base di «paracetamolo-propifenazonc», di segnalata rapidità d'azione, efficacia e tollerabilità. Contro virus e infezioni vorremmo ben altro, s'intende, in termini di prevenzione e terapia: ma è già molto il poter ricavare, da farmaci sintomatici di provata sicurezza, un rapido beneficio senza effetti indesiderati. Ezio Minetto

Persone citate: L. Giannico, P. G. Bianchi

Luoghi citati: Cile, Russia, Venezia