Processo in Polonia di Bernardo Valli

Processo in Polonio Processo in Polonio (Segue dalla 1' pagina) lica è una terra singolare del pianeta sovietico. L'inchiesta sugli eventuali mandanti del delitto Poplelussko continuerà anche dopo il processo^ Resterà una mina vagante nel regime. Cerchiamo di immaginare quale potrebbe essere stato il movente politico degli eventuali ispiratori del sequestro del prete, semmai ci sono stati degli ispiratori. La scomparsa di Popieluszko, celebre per le sue infiammale prediche patriottiche, avrebbe potuto suscitare manifestazioni di protesta, che via via, col passare dei giorni, si sarebbero potute trasformare in atti di violenza, in scontri tra polizia e dimostranti. In qualche settimana, l'ordine ristabilito con due anni di -stato di guerra» e la relativa quiete favorita dall'amnistia generale di luglio sarebbero stati infranti. Il Comitato Centrale, di fronte alla nuova insubordinazione di massa, avrebbe cominciato a valutare criticamente la tattica troppo tollerante del generale Jaruzelski. Quest'ultimo avrebbe perduto I/Citerà al direttore l'appòggio dei sovietici. I duri del partito, relegati in fecondo piano ma non del tutto sconfitti, tenuti ili riserva da Mosca, sarebbero riemersi. Ma il meccanismo non ha funzionato, perché la Chiesa cattolica e i dirigenti di -Solidarietà» hanno invitato il Paese alla moderazione, perché Jaruzelski ha subito condannalo il sequestro del prete, perché i tre poliziotti hanno commesso errori su errori, lasciando scappare un testimone del rapimento (l'autista di Popieluszko), ed infine perché il cadavere è stato ritrovato e i colpevoli arrestati. Questa supposta sceneggiatura, che una persona non estranea al regime mi ha tratteggiato, lascerebbe pensare ad ispiratori potenti, all'interno dell'apparato di polizia e del partito. Ma non essendoci prove, cotne ho detto, il }>rocesso ruoterà attorno alla più semplice e in definitiva più banale tesi del -delitto patologico». Le pronte reazioni del regime — nel condannare il sequestro — e della Chiesa — nell'ini'itare alla moderazione — sono state rivelatrici: sono apparse come una controffensiva, se non concordata, senz'altro dettata da un 'iden tica preoccupazione. Quella di non consentire agli estremisti dei due campi di ricondurre il Paese a un altro confro7tto, di spezzare il laborioso compromesso tra le gerarchie ecclesiastiche e il generale Jaruzelski. La Chiesa conosce i limiti giudicati intollerabili dal potere e non li supera. Essa esprime al tempo stesso la resistenza dì un 'identità nazionale irriducibile e la coscienza dei confini che non devono essere violati. Il generale Jaruzelski su che può contare su una certa disciplina della società soltanto attraverso la Chiesa cattolica. Quest'ultima è in sostanza garante non solo della moderazione all'interno del Paese, ma anche della credibilità del regime agli occhi dell'Occidente. Dopo la sua fallita visita a Varsavia, il tedesco GensClier ita visto il Papa polacco a Roma e ha annunciato che compirà comunque il viaggio. L'italiano Andreotti ha incontrato il Primate polacco a Roma prima di decidere definitivamente se accettare l'invito di Jaruzelski. E' dopo l'amnistia per i detenuti politici e l'annuncio del processo ai tre poliziotti accusati di aver ucciso padre Popieluszko che gli Stati Uniti lianno tolto il veto a un rientro della Polonia nel Fondo Monetario Internazionale. Un ritorno che riapre ta via ài crediti indispensabili alla disastrata economia polacca, e die segna l'inizio della fine delle sanzioni americane a Varsa- i>ìa. Il processo che si aprirà il 27 dicembre nel tribunale di Torun, che gli operai stanno già preparando per accogliere anche i giornalisti stranieri, è carico di significati politici e di ambiguità. L'autopsia del cadavere del sacerdote — già canonizzato dai polacchi e già sugli altari, come gli antichi martiri della Chiesa — ha suscitato un'aspra controversia tra i periti L'anatomopatologo inviato dall'episcopato ha contestato in un primo tempo la perizia che escludeva che le contusioni rilevate sul cranio avessero potuto provocare la morte. Secondo questa tesi, che sembra sia poi stata accettata anche dall'anatomopatologo cattolico, il sacerdote sarebbe deceduto per soffocamento, quindi mentre si trovava nel baule dell'automobile, dove era stato rinchiuso e imbavagliato. Se la conclusione di questa perizia sarà accettala dal tribunale di Torun, il capitano Piotrowskì e i lenenti Chmlewski e Pekaia potrebbero sfuggire alla pena di morte. Il generale Jaruzelski, insomma, potrebbe evitare di far sparare sul serio -sulle proprie truppe». Bernardo Valli

Persone citate: Andreotti, Jaruzelski

Luoghi citati: Mosca, Polonia, Roma, Stati Uniti, Torun, Varsavia